Il Rotary a Gioia Tauro: "Il porto, motore della città metropolitana"

Preoccupazioni e speranze, aspettative e incertezze sulla Città metropolitana e sul futuro del porto di Gioia Tauro sono state al centro del convegno organizzato dal Rotary, che si è svolto nell'auditorium dell'istituto tecnico "Severi" della città tirrenica. L'iniziativa, promossa dai club Palmi e Reggio Calabria, con la collaborazione del Comune di Gioia Tauro e del Lions di Palmi, è stata la terza "tappa" del percorso di confronto e approfondimento sul nuovo livello di governance, ideato dal Rotary reggino e dal suo presidente Vincenzo Papalia.

A fare gli onori di casa, il presidente del Rotary Palmi, Antonio Castellano, che ha affermato: "Una metropoli non può nascere per legge ma deve germogliare da un radicale cambiamento culturale, capace di innescare una nuova visione strategica del territorio. Questo processo deve coinvolgere le istituzioni e tutti gli attori del territorio, a cominciare dalla comunità dei cittadini. Occorre superare municipalismi e pregiudizi ideologici".

Il presidente della commissione Città metropolitana del Rotary Reggio, Giuseppe Bova, si è detto "preoccupato del fatto che la scelta delle opere da realizzare con il 'Patto' sia avvenuta in assenza di pianificazione strategica". Poi, sul sistema della portualità, ha sottolineato la contraddizione dell'Italia, "un Paese interamente circondato dal mare che non riesce a essere competitivo rispetto a tutti gli altri Stati europei che si affacciano sul Mediterraneo, a cominciare dalla Spagna".

Il commissario straordinario dell'Autorità portuale di Gioia Tauro, Andrea Agostinelli, ha spiegato: "Nel prossimo mese di luglio quasi 500 maestranze andranno in mobilità. Non è facile lavorare in queste condizioni anche perché, alla luce della mia esperienza, escludo che i volumi del transhipment torneranno ai livelli di qualche anno fa per volontà dell'armatore Msc. Da ciò scaturisce un'esigenza di diversificazione delle attività portuali e rientra in questo quadro il progetto del bacino di carenaggio".
Per l'avvocato Armando Veneto (che ha curato le conclusioni dell'incontro, moderato dal giornalista Giampaolo Latella) "bisogna chiedersi se il porto di Gioia Tauro sia avvertito come proprio dalla Città metropolitana. Quest'ultima è 'artificiale' perché è stata voluta dalla legge ma non è nata dal basso, dall'esigenza di stare insieme delle comunità che vivono in questo territorio: molto più prosaicamente, nel comune sentire, il nuovo livello istituzionale è considerato un fattore economico. Occorre procedere in tempi brevi alla definizione dello Statuto che è il punto di saldatura tra la drammatica realtà che viviamo e il sogno metropolitano. Adesso è compito dei cittadini lavorare per costruire una comunità solidale e responsabile".

Il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, ha incalzato: "La città metropolitana sarà un fallimento se non si integreranno la fascia jonica e la tirrenica attraverso un potenziamento delle infrastrutture che servono il territorio. Sul porto di Gioia Tauro non sono pessimista, a condizione che ci si renda conto di qual è il vero bacino dell'intermodalità e del gateway ferroviario che a mio avviso abbraccia le regioni del Mezzogiorno".
Il deputato messinese Vincenzo Garofalo ha chiesto di "superare le logiche di condominio e dell'egoismo territoriale che storicamente contraddistinguono i nostri territori. La Calabria e la Sicilia orientale dovrebbero fare massa critica e avere il coraggio di compiere scelte coraggiose e razionali, puntando sui grandi fattori di attrattiva come il turismo e i beni culturali. La situazione di oggi è il frutto di scelte mancate o sbagliate. Il ponte sullo Stretto va realizzato e i due porti, di Gioia Tauro e Messina, devono fornire servizi diversi. Il bacino di carenaggio c'è già in Sicilia".

Il delegato di Confindustria Reggio Calabria alle problematiche del porto, Gualtiero Tarantino, ha messo in evidenza la necessità di "dotare la città metropolitana di un piano strategico che non può che ruotare attorno a Gioia Tauro, unico sistema economico della nostra provincia ma su cui si addensano nubi che dovrebbero preoccuparci. Da un giorno all'altro, nell'indifferenza totale è svanito il sogno delle auto americane e sono cambiati i vertici di Medcenter. Sulle città metropolitane condivido il pensiero di De Bortoli, secondo cui esse rischiano di rivelarsi il motore inceppato dello sviluppo, frutto di un bricolage amministrativo con troppe norme oscure e poche risorse chiare".
L'avvocato Salvatore Silvestri ha richiamato "la scarsa conoscenza della funzione della città metropolitana da parte dei cittadini, anche per la mancanza dello Statuto". Poi, sul porto: "Comandano le leggi di mercato: vince chi fa viaggiare le merci nel tempo più breve al prezzo più basso".

"No a una città metropolitana reggio-centrica", ha affermato Giuseppe Zampogna dell'associazione dei Comuni della Piana, mentre Domenico Minasi, del Lions Palmi, ha chiesto "un rinnovato impegno della classe dirigente per garantire un futuro migliore alle giovani generazioni".