"Circolo formato": scarcerato Francesco Ieraci, condannato per associazione mafiosa

La Corte di Appello di Reggio Calabria Sezione II° penale, in accoglimento dell'istanza di scarcerazione presentata dall' Avv.to Leone Fonte ha concesso gli arresti domiciliari a Francesco Ieraci di anni 65 di Marina di Gioiosa Jonica.

Ieraci era stato tratto in arresto nell'ambito della cosiddetta "Operazione Circolo Formato" con l'accusa di far parte di una associazione per delinquere di tipo mafioso e per altri reati. A sostegno della ricostruzione accusatoria vi erano delle intercettazioni ambientali captate all'interno dell'ufficio di una ditta di vendita all'ingrosso di materiali inerti, dove Ieraci risultava essere uno degli interlocutori. In particolare dai dialoghi intercettati, secondo l'accusa, emergevano degli episodi che facevano ritenere che lo Ieraci fosse gravemente indiziato in ordine ai reati allo stesso contestati. Per tale ragione veniva condannato ad anni 15 di reclusione dal Tribunale di Locri, rideterminata dalla Corte di Appello ad anni 10. ( La relativa motivazione non è stata ancora depositata). L'Avv. Fonte, comunque, in entrambi i gradi di giudizio, ha sempre sostenuto che il contenuto dei dialoghi intercettati era quantomeno equivoco, per cui non vi era alcuna certezza dell'appartenenza dello Ieraci alla ndrangheta.

Ma a prescindere dal quadro indiziario che aveva portato alla condanna dello Ieraci, l'Avv. Fonte, lo scorso mese di aprile, avanzava istanza di sostituzione della misura cautelare carceraria, evidenziando che lo Ieraci versava in precarie condizioni di salute e, quindi, di incompatibilità con il regime carcerario, a tal fine depositava una relazione medica/specialistica, redatta dal Dott. Francesco Turiano, specialista in neurochirurgia presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. A tal punto, la Corte di Appello nominava un perito affinché accertasse detta incompatibilità. Il perito, pur riconoscendo le patologie di cui era affetto Ieraci, non riteneva, comunque, che lo stesso fosse incompatibile con la detenzione in carcere. La Corte, nonostante il parere contrario della Procura Generale, condividendo, viceversa, le argomentazioni difensive, ed in applicazione di alcune pronunce della Corte Suprema di Cassazione, secondo cui la valutazione della compatibilità delle condizioni di salute del detenuto con il regime carcerario deve essere effettuata non solo in astratto, ma anche in concreto, con riferimento alla possibilità di effettiva somministrazione nel circuito penitenziario delle terapie di cui egli necessita. Nel caso dello Ieraci non venivano ritenute sussistenti. Conseguentemente, ne disponeva la scarcerazione.