Paolo Romeo nell’aula del consiglio comunale: il silenzio di Falcomatà

falcomatagiuseppe13mag 500di Claudio Cordova - Hanno provato per tutto il dì a indurla a una smentita. Alla fine – senza mai citare Il Dispaccio – la smentita se la son dovuta fare da soli. Tutto va bene, purché non sia mai il sindaco a esprimersi su vicende così delicate. Va bene se c'è da "adottare il verde" o se c'è da tagliare un nastro qua e là: conferenza stampa, foto, commenti di giubilo. Ma se si deve chiarire circa gli incontri avuti dall'Amministrazione – nell'aula del consiglio comunale – con realtà promosse da soggetti pregiudicati e oggi coinvolti in un'inchiesta antimafia, Giuseppe Falcomatà preferisce tacere. Né una conferenza stampa, né una foto, né un comunicato stampa, né un post su Facebook.

All'articolo di ieri pubblicato dal nostro giornale, non ha risposto il primo cittadino.

Si è trincerato dietro il (solito) silenzio di chi, evidentemente, ha poca dimestichezza con la presa di responsabilità. Viceversa, è stato costante il pressing sull'assessore ai Lavori Pubblici, Angela Marcianò, che – secondo la ricostruzione del nostro giornale, non smentita – avrebbe tentato, negli scorsi mesi, di impedire che al tavolo dei lavori per la costituenda Città Metropolitana sedesse anche l'avvocato Paolo Romeo, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, oggi indagato per estorsione mafiosa e associazione segreta nell'inchiesta "Fata Morgana" e, in questi anni, molto attivo, tramite il Circolo Posidonia e altre realtà a ingerire in dinamiche che non gli sarebbero dovute appartenere.

Non potendo obbligare l'assessore Marcianò a una smentita, tace il sindaco Falcomatà.

La difesa, more solito, è affidata ai capigruppo di maggioranza che, oramai, appaiono solo quando c'è da difendere il primo cittadino. Ma Falcomatà non deve difendersi. Il Dispaccio – sebbene una certa vulgata non sia d'accordo – non è la Santa Inquisizione. E' un organo di stampa che pone domande. E, soprattutto quando c'è di mezzo la Cosa Pubblica, pone domande pubbliche. A cui dovrebbero seguire risposte pubbliche.

E' la poltrona, bellezza!

Quella su cui siede Falcomatà comporta tanti onori, tanti complimenti da uomini e donne, tanti mi piace sul profilo Facebook. Ma comporterebbe anche un po' di spina dorsale in più nell'affrontare problemi seri. Serissimi, anzi: perché la Città Metropolitana può essere la svolta (quella vera) per Reggio Calabria e perché, viceversa, la 'ndrangheta è il primo problema della nostra realtà e, per questo motivo, in determinate dinamiche non dovrebbe entrare.

Né dal retro, né, come sembra, dalla porta principale.

E allora la difesa dei capigruppo di maggioranza (più della metà dei firmatari di una nota diffusa ieri fa parte della Commissione Città Metropolitana, ndr) è debole. Molto debole. "Non ci siamo mai fatti abbindolare da sedicenti associazioni che nascondevano, dietro un paravento culturale, interessi biechi e personali che nulla hanno a che vedere con il bene dei cittadini e con l'interesse collettivo" dicono. Ammirevole lo sforzo di fare da tutori al sindaco, ma non basta perché i capigruppo non spiegano, allora, perché determinate realtà sono state ricevute a Palazzo San Giorgio.

Non lo spiega nemmeno Falcomatà. Ma che importa! Oggi è venerdì, il weekend si avvicina, chissà quante presentazioni di libri e convegni ha in agenda il primo cittadino.

Articoli correlati:

L'articolo del Dispaccio: http://ildispaccio.it/primo-piano/108722-e-guerra-nella-giunta-comunale-anche-la-presenza-di-paolo-romeo-dietro-i-dissidi

La difesa dei capigruppo di maggioranza: http://ildispaccio.it/reggio-calabria/108843-fata-morgana-maggioranza-su-citta-metropolitana-primato-della-politica-falcomata-ha-schiena-dritta