“Reggio e Messina siano unica Città Metropolitana dello Stretto, uscire dalla logica del campanile”

Irto Nicola- 500"L'insediamento di questo organismo è un fatto storico perché per la prima volta si ritrovano attorno a un tavolo, formalmente, i rappresentanti delle istituzioni pubbliche della Regione Calabria e della Regione Siciliana per condividere scelte strategiche che riguardano Reggio e Messina".

Così il presidente del Consiglio regionale calabrese, Nicola Irto, ha esordito in occasione della prima seduta della Conferenza permanente per il coordinamento delle politiche dell'Area dello Stretto, in corso a palazzo Tommaso Campanella. E' stato proprio il rappresentante dell'Assemblea calabrese ad aprire i lavori - ai quali partecipa tra gli altri il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone - cedendo successivamente la parola al consigliere regionale Domenico Battaglia, delegato a presiedere il nuovo organismo.
Secondo Nicola Irto, "la Conferenza deve diventare una 'cabina di regia' per intercettare le risorse che possono generare sviluppo economico e benessere sociale, ma al tempo stesso rappresenta la sede deputata a costruire una sintesi delle politiche comuni calabresi e siciliane". Per il presidente del Consiglio regionale, "grazie a questo strumento sarà possibile aggirare gli ostacoli di natura normativa, che per adesso rendono difficoltosa l'integrazione ordinamentale di Reggio e Messina come un'unica organica Città metropolitana dello Stretto. La Calabria è regione a statuto ordinario, la Sicilia a statuto speciale, e in un Paese paralizzato dalla burocrazia come l'Italia, questo avrebbe potuto scoraggiare chiunque dal perseguire l'obiettivo di creare una grande 'metropoli dello Stretto'. Mediante l'organismo bilaterale che nasce oggi, invece, sarà possibile pensare a provvedimenti speculari in Calabria e Sicilia, raggiungendo un'effettiva integrazione sulle materie e sui servizi più importanti, ma soprattutto tutelando interessi comuni, come il Porto di Gioia Tauro e l'aeroporto 'Tito Minniti'".

"L'Area metropolitana dello Stretto – ha osservato Irto – di fatto esiste già. Migliaia di pendolari si spostano tutti i giorni dalla Calabria alla Sicilia per ragioni di studio, di lavoro, di sanità, di affetti, di svago. Questo processo va rafforzato perseguendo un'integrazione complessiva, a partire dalla mobilità urbana".

L'intervento del presidente del Consiglio regionale è proseguito con un richiamo alla necessità di valorizzare "le risorse di cui disponiamo e su cui è necessario raddoppiare gli sforzi. Dobbiamo mettere a valore la rete dei saperi, della ricerca e dell'innovazione tecnologica che coinvolge i nostri atenei. Promuovere i beni culturali, con il Museo archeologico nazionale, le testimonianze storico-artistiche del passato, i teatri 'Cilea' e 'Vittorio Emanuele' e tutti gli organismi che si occupano di cultura sia a Reggio che a Messina. Integrare la nostra offerta turistica con quella di Taormina e delle Eolie".
Secondo Irto, "è indispensabile attribuire centralità all'aeroporto dello Stretto e cogliere l'opportunità rappresentata da Gioia Tauro, oggi sede di un'unica grande Autorità portuale baricentrica nel Mediterraneo. Se vogliamo che l'Area dello Stretto acquisti peso – ha ammonito il presidente di Palazzo Campanella - allora dobbiamo uscire dalla logica del campanile per capire che siamo tutti parte di un unico grande progetto da realizzare insieme. Calabresi e siciliani sono figli di una sola terra divisa da un piccolo braccio di mare, accomunati da secoli di storia, da una forte somiglianza della lingua, da una visione della vita comune e, infine, da immani tragedie che, nella storia, hanno finito per unirci nel dolore. Questo spirito identitario che ci accomuna e ci raccoglie attorno allo Stretto – ha concluso Nicola Irto – è patrimonio comune. Ed è arrivato il momento di spenderlo, aprendoci all'Italia e al mondo".

Questo, nella sua stesura integrale, invece l'intervento del presidente della Conferenza permanente per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto, Domenico Battaglia, svolto oggi durante la seduta d'insediamento (Aula Giuditta Levato di Palazzo Campanella) aperta dal presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e in corso di svolgimento.

"On.li Presidenti del Consiglio Regionale della Calabria e dell'Assemblea Regionale Siciliana (Irto e Ardizzone);

Sig.ri Delegati dei Presidenti delle Giunte Regionali Calabria e Sicilia;

Sig.ri Rappresentanti dei Sindaci di Reggio Calabria e Messina;

On.li Colleghi.

Rivolgo a tutti voi un benvenuto e vi ringrazio di cuore per essere presenti alla riunione d'insediamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto che vuole essere un "laboratorio d'idee e di proposte concrete" per la valorizzazione, l'integrazione e lo sviluppo dell'Area dello Stretto.

Un saluto doveroso a tutti i rappresentanti della stampa e agli ospiti che hanno voluto partecipare a questa giornata a mio avviso storica.

Un ringraziamento particolare all'amico e Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, On.le Giovanni Ardizzone, con il quale abbiamo lavorato e condiviso il percorso legislativo affinché questo organismo politico – istituzionale, primo nella storia del regionalismo italiano, vedesse la luce e ai Presidenti del Consiglio Regionale della Calabria On.le Scalzo e On.le Irto che hanno sposato l'idea e creduto fortemente in questo progetto.

La genesi della Conferenza prende spunto dall'articolo 117, comma 8, della Costituzione e dall'articolo 46, comma 6, dello Statuto della Regione Calabria con i quali si prevedono che le singole Regioni possono ratificare intese al fine di migliorare l'esercizio delle proprie funzioni, anche con individuazione di organi comuni, e nel rispetto delle relative norme statali.

L'Assemblea Regionale Siciliana , già , con l'articolo 14 della legge 24 marzo 2014, n.8 (Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane) ha impegnato la Regione Sicilia, d'intesa con la Città metropolitana di Messina, a favorire la stipula di appositi accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria, al fine di consentire ai cittadini residenti nell'Area metropolitana di Messina e nella Città metropolitana di Reggio Calabria di usufruire dei servizi secondo criteri di prossimità.

Il Consiglio Regionale della Calabria con l'articolo 4 della legge 27 aprile 2015, n. 12 (Legge di Stabilità regionale) ha istituito la Conferenza approvandone il regolamento di composizione e funzionamento prevedendo, altresì, la costituzione di un Comitato tecnico di supporto all'interno del quale sia il sistema universitario calabro – siculo che esperti di comprovata fama saranno chiamati a dare il loro prezioso contributo.

Sono sicuro che, grazie all'impegno e al lavoro di tutti noi, i risultati e le ricadute positive non tarderanno ad arrivare.

Si tratta non solo di ribadire l'importanza dell'integrazione culturale, universitaria, professionale e sociale, già in atto tra le due sponde dello Stretto, ma di rafforzare – utilizzando i finanziamenti europei, nazionali e regionali - un polo urbano dalle radici antiche che vanta enormi risorse naturalistiche, storiche ed economiche e, nel contempo, di rilanciare il ruolo delle nostre regioni all'interno del Paese e del bacino del Mediterraneo.

Oggi, è una giornata memorabile in grado di imprimere una svolta alle nostre realtà e di aprire prospettive future positive dopo la crisi economica del 2008 che ha colpito il Paese ed in maniera particolare, acuendo diseguaglianze sociali e povertà, il Mezzogiorno e i nostri territori.

Con la seduta d'insediamento della Conferenza trasformiamo finalmente in realtà un'idea straordinariamente importante e affascinante.

Diamo vita ad un rapporto di collaborazione e coordinamento politico - istituzionale e territoriale tra le due Regioni e le due Città metropolitane di Reggio Calabria e Messina che insieme contano 1 milione e 230 mila abitanti. Un progetto che si pone traguardi ambiziosi, come quello di rendere questa area geografica, attraverso un sistema integrato di mobilità, trasporti e infrastrutture moderne ed efficienti, Porta per l'Europa e strategica per l'intero bacino del Mediterraneo.

Il Mediterraneo non è solo il tema dell'immigrazione e non può essere considerato il mare delle tragedie e della disperazione ma una risorsa a cui guardare con fiducia ed una grande occasione per lo sviluppo economico dei nostri territori.

Infatti, aldilà di ogni considerazione di carattere squisitamente culturale, ci sono studi economici e statistici che spingono a scommettere seriamente sul Mediterraneo.

Il più recente è stato realizzato da Ernest & Young nel 2015 (attraverso il "Baromed Attractiveness survey -The Next Opportunity") secondo cui "il futuro si gioca nel Mediterraneo, perché il grande futuro degli affari potrebbe spostare decisamente il suo asse" pur essendo consapevoli dell'instabilità politica che contraddistingue ampie regioni dell'area e dell'assenza di trasparenza nei processi politico-amministrativi.

Non solo, dunque, il Mediterraneo come area di approdo per migliaia di profughi, perché il Mediterraneo, ancora una volta, ritorna ad essere centrale come "area attrattiva per il grande business".

Il raddoppio del Canale di Suez - ha spiegato il Rapporto del Centro studi di ricerche sul Mezzogiorno presentato di recente a Napoli – farà diventare la direttrice marittima Europa-Mediterraneo-Suez-Golfo come la rotta dominante non solo per i traffici commerciali da e verso l'Asia, ma anche per quelli dall'Asia alla costa orientale degli Stati Uniti passando dal Mediterraneo ed in questo scenario, il Sud Italia risulta essere l'area del Paese con il più alto volume di scambi con i Paesi dell'altra sponda del Mare Nostrum e le Regioni Calabria e Sicilia entrano a pieno titolo e possono svolgere un ruolo di primissimo piano.

Oggi l'export italiano verso il Sud del Mediterraneo e il Golfo rappresenta più di quanto il Paese esporta in Cina e negli Stati Uniti e siamo il primo Paese in Europa per interscambio marittimo con il Mediterraneo.

C'è un'altra considerazione che ci riguarda da vicino, come calabresi e siciliani, e dà ulteriore valenza al progetto che qui inauguriamo: il Mediterraneo può essere il nuovo scenario entro il quale operare per costruire una nuovo Mezzogiorno.

Ha sostenuto Giuseppe De Rita (proprio in quest'Aula qualche mese fa) che il Mezzogiorno italiano ha tutto l'interesse ad affrontare oggi il problema del Mediterraneo nelle nuove forme che le dinamiche di questa fase lasciano percepire.

Accettiamo la sfida ed occupiamoci di Mediterraneo - nel nostro caso con l'unità d'intenti e la forza che può derivare dal mettere assieme il nostro patrimonio di "saperi", cultura e iniziative imprenditoriali - nella logica di un processo quotidiano e fisiologico di bilateralità e autonomia e di rifiuto del "progetto calato dall'alto", si possono vincere le sfide del momento e creare sviluppo e nuova occupazione.

Il progetto di un'Area - questa dello Stretto – adeguatamente supportata da un sistema logistico, infrastrutturale e viario che favorisca le comunicazioni, gli interscambi e la mobilità e con il potenziamento della portualità e dello scalo aeroportuale, è l'appuntamento al quale non possiamo e dobbiamo assolutamente mancare.

On.li Colleghi! Siamo qui per questo!

Nei mesi scorsi, il Governo, attraverso il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, ha istituito la più grande Autorità portuale d'Europa con sede a Gioia Tauro, dove c'è una formidabile infrastruttura portuale, tenendo assieme tutte le vocazioni della portualità dell'Area dello Stretto.

Certo, non possiamo nascondere le difficoltà: c'è un preoccupante calo della quota mondiale a favore dei porti italiani sul transhipment a causa della concorrenza dei porti del Marocco e dell'Egitto, di Malta e di quelli spagnoli, ma anche su questi aspetti la Conferenza permanente dell'Area dello Stretto può agire da stimolo, perché si faccia di più e meglio laddove si registrano disattenzioni e miopie.

Ed ancora, il Presidente del Consiglio, proprio qualche giorno fa a Reggio e subito dopo a Catania e Palermo, ha sottoscritto i 'patti' per il riscatto economico e sociale delle nostre aree che discendono dal Masterplan per il rilancio del Sud: sono stati messi a disposizione importanti risorse, da utilizzare nel periodo che va dal 2016 al 2023, individuando le aree d'intervento e le opere da realizzare. Ma, cosa ancora più importante, attraverso il Masterplan, il Governo dimostra di voler recuperare la sua funzione di coordinamento delle politiche economiche, necessarie anche per impedire che i fondi comunitari siano dispersi o dissipati in centinaia di rivoli di spesa ad impatto zero sulla qualità della vita dei nostri concittadini ed in termini di effettivo sviluppo dei territori.

In questa direzione e in questo contesto nazionale, noi dimostriamo, attraverso la realizzazione di un reale coordinamento delle politiche nell'area dello Stretto, che questa parte del Paese non sta a guardare anzi, reagisce, progetta il proprio futuro e intende fare dei 3 chilometri fra Reggio e Messina non un mare che divide e allontana, ma un'opportunità per lo sviluppo e la crescita.

La Conferenza permanente, quindi, assume una valenza decisamente rilevante di cerniera tra le due Regioni. Si tratta di un organismo inedito che vuole unire e non dividere, come è avvenuto, purtroppo in passato, che vuole programmare e progettare il futuro con proposte e politiche concertate e condivise.

Discutiamo di un luogo - lo Stretto di Messina - in cui la dimensione storica s'intreccia con il mito fondativo della civiltà occidentale ed entrambi contribuiscono ad elaborare un'area geografica di enorme valenza identitaria tra Occidente e Oriente.

Qui, due mari - lo Ionio e il Tirreno - s'incontrano e simboleggiano - visti i rischi che derivano dalla presenza di correnti a volte caotiche e violente - sia la gravità delle emergenze del momento (penso al poderoso fenomeno migratorio) che il desiderio e la responsabilità di vincere le avversità della natura e, dunque, l'urgenza di affrontare alcune delle criticità più esplosive della nostra epoca con coraggio. E soprattutto con gli strumenti della solidarietà e dell'inclusione sociale.

Il momento è propizio e dunque va colto a volo.

"Se il Sud riparte, l'Italia può diventare la locomotiva d'Europa".

Un concetto che, badate!, va oltre i generici auspici secondo cui "l'Italia non può fare a meno del Sud", ma che riconosce ai nostri territori un ruolo strategico nei processi economici da innescare per ridare slancio all'Italia e dare opportunità ai nostri giovani, alle tantissime famiglie e alle piccole e medie imprese che faticano molto.

Ed è vero!

Il Sud può, riqualificando l'ambiente e le proprie città, dotandosi di una governace adeguata agli obiettivi del territorio nell'ottica euromediterranea e mettendo a profitto i propri giacimenti culturali e paesaggistici, essere la carta decisiva per la ripresa del Paese.

Noi siamo qui per questo e vogliamo fare la nostra parte fino in fondo.

Siamo consapevoli che la sfida dello sviluppo si gioca anche qui.

Sig.ri Presidenti , On.li colleghi,

da oggi la Conferenza è operativa e non ci possono essere più alibi e/o recriminazioni. Tutti Noi siamo i protagonisti della nuova pagina di storia che saremo capaci ed in grado di scrivere.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane procederemo alla costituzione dell'Ufficio di Presidenza e del Comitato tecnico di supporto.

I settori di intervento sui quali concentrare la nostra attenzione sono già noti e per questo avvieremo contatti preliminari con Anas, Ferrovie, Università di Reggio Calabria e Messina, Autorità portuale di Gioia Tauro, le Autorità regionali di gestione dei fondi POR di Calabria e Sicilia, i cui dirigenti generali oggi sono assenti perché impegnati a Roma, gli Assessori regionali ai Trasporti che hanno avviato lo studio e la stesura dei relativi piani regionali, ed i Ministeri: Infrastrutture e Trasporti, Università e Ricerca, Beni Culturali e Turismo e Ambiente.

Intendiamo coinvolgere grandi aziende, che hanno già manifestato la loro disponibilità e il loro interesse, attraverso la sottoscrizione di accordi e intese con le due Regioni al fine di attrarre investimenti privati e impegnare fondi pubblici.

Gli strumenti dai quali attingere le risorse non mancano, basti pensare, per esempio, ai POR 2014/2020 e al PON.

Il programma di lavoro è ambizioso, le idee non mancano, il cammino è lungo e la sfida che ci attente ardua e difficile.

Ne sono consapevole e per questi motivi, al di là delle appartenenze politiche, chiedo a Voi tutti, nessuno escluso, impegno, collaborazione e partecipazione nelle scelte.

Da buoni calabresi e siciliani impegnati in politica, che amano la propria terra, le sfide ci caricano di responsabilità ma nello stesso tempo ci affascinano perché siamo popoli abituati e allenati a raggiungere traguardi inimmaginabili e sono sicuro che daremo il massimo e, attraverso segnali concreti di cambiamento, idee e proposte, lavoreremo per il riscatto sociale ed economico delle nostre Regioni. Lo dobbiamo ai giovani, alle famiglie e alle imprese che vivono e operano nella nostra terra. Viva l'Italia, Viva la Calabria, Viva la Sicilia".