Reggio, svolto dibattito su città metropolitana promosso dal circolo "Agorà"

A poche settimane dall'avvio formale - il prossimo 6 giugno – la Città Metropolitana si trova ancora in una fase istituzionale da cui è difficoltoso trarre utili indicazioni. Se ne è discusso nell'aula 'Giuditta Levato' del Consiglio regionale della Calabria, nel corso di un approfondito dibattito, coordinato dal giornalista Filippo Diano, organizzato dal circolo 'Agorà' con il patrocinio del Consiglio regionale, presieduto da Giovanni Aiello,alla presenza di numerose persone che hanno ascoltato le relazioni tecniche, dell'ing. Domenica Catalfamo, dirigente del settore 'viabilità e trasporti' della Provincia, del dott. Beniamino Cordova, ricercatore dell'Università 'Mediterranea'.
La discussione si è inoltre arricchita dagli interventi dell'ing. Andrea Cuzzocrea, presidente degli Industriali della provincia di Reggio Calabria, del presidente del gruppo consiliare di Forza Italia Alessandro Nicolò, responsabile nazionale delle Città Metropolitane, del presidente del gruppo consiliare della Casa delle Libertà, Francesco Cannizzaro, dei sindaci Giuseppe Pedà e Domenico Giannetta. Le conclusioni sono state tratte dall'on. Francesco Nucara, presidente nazionale del Pri, autore del libro "Il futuro di Reggio Città Metropolitana. 5 anni di battaglie".
"Parlare di Città Metropolitana – ha detto Domenica Catalfamo – significa per prima cosa affrontare il sistema dei collegamenti sul territorio, questione contrassegnata da ritardi che si possono definire storici, tenuto conto che la nostra provincia è segnata da epocali disastri meteorologici che amplificano notevolmente i disagi ai cittadini residenti e vanificano ogni potenziale ipotesi di sviluppo del territorio ai fini turistici".
Per Andrea Cuzzocrea, "lo stallo istituzionale e le difficoltà di comprensione rispetto alle strade da scegliere, sono davvero preoccupanti. Nulla si sa finora – ha sottolineato – del Piano strategico di sviluppo, il documento fondamentale da cui assumere gli atti amministrativi consequenziali. Non è mio costume muovere critiche, ma da qui al prossimo 6 giugno qualcuno deve pur dirci che linee intende privilegiare per far ripartire l'economia e i servizi del territorio. Siamo convinti che, vista la difficoltà delle questioni, il documento di programmazione debba essere costruito e valutato, passo dopo passo, tra le istituzioni e il partenariato sociale, in un clima di arricchimento reciproco, perché nessuno pretende di imporre visioni e soluzioni ma, finora, nessuna autorità istituzionale ha assunto l'iniziativa di un confronto con gli operatori economici i quali, per come è giusto, guardano con molta attenzione alle opportunità che l'innovazione costituzionale di cui Reggio Calabria è stata destinataria possa diventare l'elemento propulsore di una fase nuova dell'economia cittadina e del suo hinterland".
Beniamino Cordova, ha ricordato che "le uniche iniziative e proposte di sviluppo sono arrivate dai comuni che dovranno fare parte della Città Metropolitana. Tante iniziative – ha sottolineato – ma, nonostante la buona volontà degli amministratori, si rischia di ripercorrere strade già conosciute, dei piccoli progetti di interesse locale, non comprendendo che la partita è molto più grande e necessita di un'ampia visione organica".
Il sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, ha ricordato "le difficoltà quotidiane di sindaci ed assessori comunali costretti a fare fronte ai bisogni di centinaia di famiglie senza reddito. In queste condizioni – ha detto Pedà – è impossibile andare avanti. E tutto ciò, inanellando delusioni su delusioni, a partire dal porto di Gioia Tauro, sempre in pericolo di ridimensionamento, e con il continuo pericolo di avventurieri che vengono a proporre iniziative industriali senza senso, che trovano ascolto nel Governo e nella Regione".
Domenico Giannetta, sindaco di Oppido Mamertino, ha riproposto la gravità "della carenza dei servizi sul territorio, in particolare la sanità. Siamo sinceramente preoccupati per il continuo depauperamento di strutture e personale, una tendenza che speriamo di invertire con la Città Metropolitana. Mi auguro sinceramente che tra qualche mese, mentre altre realtà stanno procedendo speditamente, non si debba assistere ai soliti ricorsi su quale ente deve accompagnare istituzionalmente il percorso amministrativo fino alla fine del 2016".
Il capogruppo della Casa delle Libertà alla Regione, Francesco Cannizzaro, ha posto al centro del suo intervento quella che ha chiamato "la disattenzione omissiva di Oliverio e della Giunta regionale, e il modo di procedere del sindaco Falcomatà, come se stessero lavorando nell'ombra anziché aprire una discussione con le forze culturali e sociali della città e della provincia. La Città Metropolitana non è una partita semplice da mettere in piedi, ma i silenzi di Oliverio e Falcomatà sono quanto meno sospetti. In altre Regioni, comprese quelle guidate dal centrosinistra, sono da tempo operativi appositi gruppi di lavoro che stanno costruendo i piani di sviluppo strategico di quelle aree in maniera coerente con le peculiarità di quei territori. Qui, invece, di nulla si parla, anzi, si avverte una strisciante avversione contro il sedicente 'Reggiocentrismo', dimenticando in Emilia Romagna tutto si sta discutendo partendo proprio dal 'Bolognacentrismo".
Il capogruppo regionale di Forza Italia e coordinatore nazionale delle 'Città Metropolitane' del suo partito, Alessandro Nicolò, ha criticato "il "modus agendi" di Regione e Comune capoluogo di provincia in una fase cruciale per dare un volto definito alla Città Metropolitana. Quella che stiamo vivendo – ha sottolineato Nicolò - è una fase costituente e senza alcuna esperienza pregressa. Reggio Città Metropolitana, nell'amministrazione del suo territorio, avrà la forza e l'autonomia di una Città – Stato. Una condizione, questa, che se non efficacemente gestita ed organizzata, rischia di trasformarsi nell'ennesima delusione. E a soffrire saranno sempre i cittadini ed il sistema delle imprese. Serve più coraggio e più consapevolezza, e Falcomatà e Oliverio devono produrre quel necessario colpo di reni con il coinvolgimento degli attori sociali e culturali, per confrontarsi sulle idee e prospettare idonee soluzioni. Reggio Calabria – ha concluso Alessandro Nicolò – sta attraversando una fase economica particolarmente acuta, per certi versi scoraggiante, dove vengono meno certezze irrinunciabili come l'aeroporto dello Stretto e il porto di Gioia Tauro. Quello che chiediamo a chi guida oggi il Comune e la Regione è di alzare la voce col Governo e non abbandonarsi a continue diatribe e liti interne come se ai calabresi interessasse granché quali siano i renziani doc o chi trama contro il presidente del Consiglio. Sono questioni loro ma che, purtroppo, trasformano in una palude la vita delle istituzioni".
Il presidente nazionale del Pri, on. Francesco Nucara, chiudendo il convegno, ha ricordato "l'appoggio politico del suo partito al centrosinistra in Calabria nelle ultime elezioni al Comune di Reggio ed alla Regione. Subito dopo la conclusione elettorale – ha detto Nucara – ho avuto qualche incontro con il sindaco Falcomatà, ma ho capito ben presto che l'opera era davvero ardua. Prova ne sia, il varo di una giunta municipale di discutibile profilo politico ed amministrativo, la cui azione incespica, giorno dopo giorno, senza intravedere la soluzione delle questioni. Non si tratta di ingenerosità – ha sottolineato Francesco Nucara – ma di una chiara bocciatura dell'operato di questa compagine caratterizzata dall'assenza di personalità di comprovata esperienza e, quindi, incapace di lanciare e sostenere le sfide al Governo ed alla Regione perché Reggio torni a vivere con maggiore serenità. La Città Metropolitana – ha proseguito il presidente nazionale del Pri – per Reggio, da opportunità sta diventando l'ulteriore gravame per i poveri cittadini. O, per meglio dire, per i cittadini più poveri. Da riscontri miei personali, infatti, non risulta ancora avviata alcuna richiesta alla Commissione europea per l'utilizzo dei fondi precipuamente previsti per le Città Metropolitane. Altre realtà, di centrodestra e di centrosinistra, lo hanno fatto, mentre qui ancora pare di vivere in quella sorta di oblio, anzi, di trastullo istituzionale, da cui obiettivamente non potrà venire nulla di buono. Prima di concludere voglio fare un appello al sindaco Falcomatà: si impegni sin da subito e chieda alla Regione o a chicchessia, del perché dei ritardi per portare l'acqua del Menta in città. Non voglio certamente buttargli addosso le responsabilità dell'attuale fase di blocco dei lavori perché anche altri potevano e dovevano fare, ma almeno chieda pubblicamente i motivi del fermo dei cantieri".