I tempi lenti della burocrazia esasperano i 66 precari dei CPI di Reggio Calabria

Il 3 maggio lo Sciopero generale dei lavoratori pubblici in Calabria assume una connotazione ancora più accentuata a Reggio Calabria e precisamente presso i Centri per l'impiego della nostra città, dove, dopo un'estenuante trattativa sul filo di lana per la proroga del contratto in scadenza il 31 marzo scorso, i 66 lavoratori a tempo determinato in servizio presso i Centri sono esasperati per il mancato pagamento delle retribuzioni di ben 13 mesi, più la tredicesima. Nonostante gli impegni più volte assunti dal Dipartimento al Lavoro della Regione Calabria e nonostante le recenti dichiarazioni del Direttore del Dipartimento, i lavoratori sono sfiduciati. Il 9 febbraio scorso, alla presenza del Prefetto di Catanzaro, era stato garantito il pagamento di tutto l'arretrato entro 15 giorni. Di giorni ne sono passati molti di più e siamo arrivati a contare i mesi che tra qualche giorno saranno tre. "Più volte abbiamo chiesto conto di questo ormai insostenibile ritardo e più volte ci è stato risposto che il Decreto di liquidazione era pronto e che dopo pochi giorni i lavoratori sarebbero stati retribuiti. Recentemente, abbiamo letto delle complicazioni sorte in relazione alla stipula delle convenzioni tra Regione e ex Province che auspichiamo si risolvano a breve, date le condizioni di carenza di risorse umane e finanziarie che hanno messo in ginocchio i servizi all'impiego, ma non comprendiamo il ritardo del pagamento degli arretrati per i lavoratori a tempo determinato, atteso che la destinazione di risorse è specificamente finalizzata. Per questi lavoratori, per cui la misura è colma, lo sciopero del 3 maggio, dopo la mancata conciliazione davanti al Prefetto di Catanzaro, assente la Regione, sarà il primo giorno di una protesta che, in assenza dei dovuti pagamenti continuerà con forme più accentuate perché nessuno può e deve considerarli figli di un dio minore" afferma una nota della Fp Cgil e della Cisl Fp.