Pubblichiamo di seguito la nota integrale della Cooperativa Rinascita, menzionata nella relazione che ha portato allo scioglimento per contiguità con la 'ndrangheta del Consiglio Comunale di Reggio Calabria:
In premessa si afferma che la fiducia nelle Forze dell'ordine e nella Magistratura è piena ed incondizionata.
Appunto per la fiducia che la cooperativa ripone alcuni passaggi, relativi alla relazione a supporto dello scioglimento del comune di Reggio Calabria, che ci vede citati, vanno ripresi.
Lo scopo è fornire all'opinione pubblica una lettura approfondita sui contenuti che ci riguardano.
Il consorzio Terre del Sole ed Ecolandia nei giorni scorsi ha fatto lo stesso, con adeguata precisione, trasmettendo gli Atti utili in prefettura per una celere definizione delle posizioni.
La cooperativa Rinascita ha sede a Melito di Porto Salvo, ma radica il suo intervento nell'Area Grecanica attraverso le strutture per disabili mentali, con l'ASP 5 di Reggio Calabria, ed il servizio di assistenza domiciliare per anziani e disabili non autosufficienti, su tutto il territorio del distretto socio – sanitario n.4.
Effettua sul territorio provinciale il servizio di assistenza domiciliare integrata sempre in accreditamento con l'ASP n. 5 di Reggio Calabria.
Questo servizio è strettamente sanitario.
Quindi opera con Enti pubblici, per farlo deve avere tutte le "carte in regola" e vuole continuare ad averle!
Impiega circa settanta dipendenti e serve oltre duecento utenti.
Inoltre è provider formativo e partecipa costantemente a progetti d'inserimento formativo e lavorativo banditi dalla Regione Calabria, come Work Experience per disabili psichici ed uditivi, e borse lavoro per persone svantaggiate. .
Appunto da qui partirei per chiarire la posizione del sig. Iamonte Bartolo, inserito presso la cooperativa in qualità di persona molto svantaggiata, uso i termini del bando regionale, e con sequenzialmente assunto per quattordici ore a settimana.
Conditio sine qua non prevista dal bando, ovvero l'assunzione consequenziale, azione che ha coinvolto altre 4 unità inserite nel medesimo progetto, portando la cooperativa creare altri 5 posti di lavoro.
Ritengo che di questi tempi ed in questo territorio sia una scelta oltremodo coraggiosa.
Questa è la posizione del sig. Iamonte, al quale la cooperativa ha inteso offrire un inserimento in coerenza con lo spirito statutario che deve pervadere le nostre azioni.
Il sig. Iamonte Carlo, fratello di Bartolo, lavora presso la cooperativa dal 1997 con qualifica di OSA.
È incensurato, non ricopre cariche sociali, quindi non è socio e non ha procedimenti in corso.
La situazione della sig.ra Sapone, impiegato presso la sede amministrativa senza compiti di responsabilità, è stata chiarita nel 2008 attraverso una sentenza del Tribunale Amministrativo di Reggio Calabria, da noi interpellato a seguito di una interdittiva antimafia da noi ritenuta esagerata oltre che ostativa per l'esercizio delle attività, quindi fattivamente dannosa per la vita della cooperativa.
A seguito cito testualmente alcuni passaggi della sentenza n. 00274/2008 TAR Reggio Calabria:
ciò in quanto il vincolo di parentela è del tutto indipendente dalla volontà del soggetto e di per se stesso non può costituire uno stigma in suo danno, atteso che egli può aver ben intrapreso un percorso morale e sociale del tutto antitetico a quello dei propri familiari.
Inoltre
Come indicato da parte ricorrente, infatti, il mero vincolo di parentela non costituisce elemento sufficiente per una valutazione negativa ai fini dell'informativa antimafia..,
Ciò dovrebbe definire una volta per tutte la posizione della sig.ra Sapone.
Ritengo quindi che dobbiamo continuare a permettere alla sig.ra Sapone di sostenere una famiglia adeguatamente, "antiteticamente" e con spirito cooperativo.
La posizione del vice presidente Martorano è quasi priva di menzione, in quanto citato in maniera generica, senza riscontro sul luogo o la data, sul presunto uso della sua autovettura circa vent'anni fa al sig. Iamonte.
Oltre quanto affermato, desidero esprimere preoccupazione per quanto concerne un aspetto che combatta la mafia in modo solido, e noi cooperative ne siamo romantici sostenitori.
L'inserimento lavorativo.
Questo intervento ovviamente prevede le relazioni, i programmi, l'attivazione di una rete sociale con aziende, a volte l'auspicabile assunzione, di soggetti con precedenti di Polizia.
Pongo alcune domande.
Quale cooperativa o ditta intraprenderà più questa strada, considerato il rischio della "contiguità"?
Quale danno per la società tutta ed i suoi componenti che vedrebbero indebolirsi questa "sponda di normalità"?
Quale futuro per le persone che scontata una pena si troveranno ad riprendere i ritmi vitali?
Quale futuro per le politiche d'inserimento in genere e di specie?
Da ultimo ma più importante è il timore che questo clamore generi attorno alla cooperativa Rinascita un alone di sospetto e contribuisca a mettere in crisi la credibilità che faticosamente si è costruita in oltre vent'anni di duro lavoro, mettendo così concretamente a rischio l'esistenza di una realtà importante nel territorio e con essa il futuro di 70 famiglie, più indotto e non ultimo, ovviamente, il futuro degli utenti dei servizi in essere.
Ultima considerazione.
Sarebbe opportuno sia pur nel rispetto della segretezza delle indagini, trovare uno strumento sano di verifica degli elementi acquisiti in fase istruttoria.
Per esempio il ricorso alla "consulenza" di Libera, delle Centrali cooperative, di Legacoop, avrebbe consentito una maggiore precisione su fatti e circostanze nel merito della relazione della commissione d'accesso reggina.
Quanto detto per l'effetto boomerang ingenerato dai dubbi ed imprecisioni fin qui comunicata da tutte le cooperative coinvolte che di fatto rischiano di dare sponda ai veri delinquenti che tentano di banalizzare l'attività investigativa, che sosteniamo ed approviamo.
Oltre a ridicolizzare il nostro lavoro quotidiano con le forse sane della società.
Nel ribadire la piena fiducia nella magistratura, nella Prefettura e nelle forze dell'Ordine a questo punto si chiede loro un maggior approfondimento sulla vicenda dimostrando totale disponibilità e collaborazione per quanto essi ritengano utile ed opportuno.