Pubblichiamo integralmente, come facciamo di consueto, la replica dell'ex consigliere comunale di Reggio Calabria, Nicola Paris, citato nella relazione ministeriale che ha portato allo scioglimento del Comune:
Non sarei mai voluto entrare nel merito della relazione fatta dalla Commissione di accesso al Comune di Reggio Calabria, ma considerate le circostanze, le modalità usate per divulgarne il contenuto e le "accuse" mosse alla mia persona e rese di dominio pubblico, mi tocca fare delle precisazioni e, conseguentemente, delle riflessioni.
Per prima cosa mi chiedo come mai una relazione il cui contenuto sarebbe dovuto essere riservato, almeno da come evidenziato dalla stessa, il giorno successivo allo scioglimento del Comune fosse già su tutti i siti on-line, quando ancora neppure i diretti interessati come Sindaco, Assessori e Consiglieri avevamo l'idea di cosa ci fosse scritto. E mi chiedo pure com'è potuto avvenire che alcune testate giornalistiche evidenziavano nomi e dati, oggi presenti nella relazione, già solo dopo pochi giorni dal lavoro finito dalla terna dei commissari.
A parte tutto ciò, grazie a questa pubblicità della relazione mi sono ritrovato, insieme ad alcuni miei ex colleghi Consiglieri, sulle pagine di giornali con tanto di foto, nome, cognome e "capo d'imputazione", sembrava di leggere uno di quegli articoli che vengono fatti a seguito delle grandi operazioni di Polizia. Pertanto, mi sorge spontaneo il dubbio se effettivamente la privacy e il rispetto per la dignità umana vengano tutelate, oppure se nel 2012 si tratti ancora di pura utopia.
Nella relazione vengo preso in considerazione perché mio nonno, padre di mia madre, in passato ha commesso reati di abusivismo edilizio per i quali ha già saldato i conti con la giustizia, anche con il carcere. Francamente non comprendo cosa c'entri questo all'interno di una relazione che dovrebbe far emergere eventuali rapporti di contiguità con la ndrangheta.
Poi, ancora, vengo menzionato perché la cugina di mia madre ha sposato un uomo che, deceduto per cause naturali nel 2005, così come evidenziato dalla stessa relazione, in passato ha avuto precedenti penali per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pertanto, mi chiedo come abbia potuto un cugino di secondo grado, tra l'altro acquisito, deceduto sette anni fa, condizionare la mia attività politica da Consigliere Comunale con eventuali "favoritismi".
Viene, ancora, riportato che in data 15-06-2007 vengo controllato in compagnia di un tale Votano. A tal proposito, ci tengo a precisare che nel 2007 ero Consigliere Circoscrizionale di Gallina, quel giorno dovevo effettuare un sopralluogo con un tecnico del comune nel mio quartiere. Prima di dirigerci nella località, il tecnico mi ha portato con sé in un'altra zona al fine di vedere un lavoro che egli stesso stava effettuando per conto del Comune, giunti in questa località, il Sig. Votano (del quale solo oggi apprendo il suo cognome e il suo trascorso, visto che prima di quel giorno e successivamente non l'ho mai visto) conoscendosi con il geometra, presumo già da prima, ha insistito per offrire a lui un caffè al bar lì vicino. Mentre ci dirigevamo verso il bar siamo stati fermati ad un normale posto di blocco, durante il quale abbiamo esibito tranquillamente i nostri documenti. Ribadisco che non ho mai avuto nessun tipo di rapporto con il tale Votano, non so né dove viva e né ricordo che aspetto fisico abbia, e sinceramente mi sembra grottesco che debba fare queste precisazioni, quasi mi dovessi disincolpare di chi sa quale crimine.
Posso affermare che mi sono sempre impegnato, nel breve tempo da Consigliere Comunale, per la città perché ho sempre considerato la politica come un'attività volta al servizio della gente. Come delegato di quartiere mi sono sempre fatto carico di qualsiasi problematica fatta presente dai cittadini, adoperandomi per chiunque, lecitamente, chiedeva il mio intervento, indistintamente di chi fosse o di chi potesse essere. Perché, caro Ministro, da noi, così come credo in molte altre città, può anche accadere che ti contatti la Signora X per un problema idrico e noi non sappiamo chi sia il marito o i suoi figli oppure le persone con le quali ha una frequentazione abituale. Forse, come ha fatto la commissione, prima di rispondere all'esigenza di un cittadino anche noi avremmo dovuto controllare l'albero genealogico per valutare eventuali rapporti di parentela con persone appartenenti alla malavita locale oppure aventi dei precedenti penali.
Mi auguro che la nostra contiguità con la ndrangheta non sia dovuta a questo, perché se così fosse potremmo essere una città che quotidianamente ha rapporti contigui con ndranghetisti o con soggetti aventi precedenti penali. Perché nella nostra città, così come in tante altre, può accadere, senza saperlo, che nel quartiere dove si abita viva un soggetto appartenente alla malavita, può succedere che si vada in un locale pubblico o anche in parrocchia ed incontrare una persona che abbia avuto dei precedenti penali. Quindi a questo punto, visto che per contiguità si intende "carattere di ciò che è contiguo, a contatto, nello spazio e nel tempo" vuol dire che tutti abbiamo rapporti di contiguità con la ndrangheta, anche avvocati, medici, sacerdoti, ecc.. Di conseguenza, l'intera Città ha rapporti di contiguità con la ndrangheta, il Sud, l'Italia intera ed anche la Germania, la Francia, l' America, Australia dal momento che dalle notizie diffuse anche in questi luoghi, purtroppo, c'è la ndrangheta. Praticamente l'intero pianeta intrattiene, costantemente, rapporti di contiguità con la ndrangheta e non lo sapevamo.
Comunque a parte queste amare considerazioni, purtroppo, con profonda tristezza, non posso far altro che condividere in pieno quanto affermato dallo stesso Procuratore Di Landro, ovvero che "Lo scioglimento del comune di Reggio, pur determinato nel rispetto delle regole e nella ricerca del bene comune, è una sconfitta per tutti: per la Chiesa, per la magistratura, per la politica... nessuno può chiamarsi fuori".
Nicola Paris
Ex Consigliere Comunale