Reggina, il compleanno più brutto

reggina1914di Paolo Ficara - "In questo momento è come se ti venisse a mancare un familiare molto vicino. Spero sia un brutto sogno, e che ci si risvegli sapendo che era un incubo e vedendo che tutto è tornato alla normalità". Le parole del preparatore atletico Giovanni Saffioti, rilasciate nel corso di una recente intervista al Dispaccio, racchiudono lo stato d'animo susseguente alla mancata iscrizione della Reggina in Lega Pro nel luglio scorso. Una ferita aperta, dal dolore lancinante. Un'onta evitabile. Un danno enorme per la città.

Oggi è il 102° compleanno della Reggina. O, se preferite, del calcio a Reggio. Ma da celebrare non c'è proprio niente.

La data dell'11 gennaio 1914 è stata sempre più rimarcata dalla tifoseria nel corso degli ultimi anni, a voler sottolineare il macroscopico errore di chi utilizzava un altro riferimento per le ricorrenze. Quel fastidioso 1986 è stato rimosso dalla denominazione nel 2013, sostituito da un elegante "since 1914" forse su idea dell'ex capo marketing Marco Tolentino. Intanto se n'era fatto uso e abuso. I mancati festeggiamenti per il centenario, causati non da assenza di volontà bensì da un'assenza di denari non ancora ammessa all'epoca, hanno inferto il colpo di grazia al distacco tra club e tifosi. Ciò non giustifica assolutamente quel che viene perpetrato in questi giorni.

C'è chi ha scambiato l'Epifania per il carnevale, festeggiando un compleanno che non gli appartiene, gonfiando il petto con una divisa storica salvo poi "sporcarla" con uno sponsor che ha poco a vedere col 1914. Si continua a giocare con i sentimenti dei tifosi. Nel momento in cui risulta complicato prendere un portiere, un difensore d'esperienza o un goleador, si sposta l'attenzione mediatica sui lustrini.

Carpi, Chievo, Empoli, Sassuolo: quattro modi diversi di fare calcio, quattro realtà che messe assieme non fanno il bacino d'utenza di Reggio e dei reggini sparsi per il mondo. Eppure sono tutte in Serie A. Traguardo che potrebbe essere raggiunto a giugno dal Crotone, attuale alfiere della Calabria. C'è chi è troppo impegnato nei bisticci da cortile per sforzarsi di capire quali siano le idee vincenti, nel calcio attuale. Una tifoseria ormai confusa e narcotizzata da eccessivi bombardamenti mediatici fatti da interviste, passerelle e proclami, non si rende conto che in questo momento Reggio non regge il passo nemmeno di realtà di Serie D. Non lo regge né in termini economici, né progettuali. A Siracusa stanno pensando allo stadio di proprietà. A Siracusa.

La storia, il nome e i campi del Sant'Agata, nel luglio 2015 sono stati in vendita a zero euro. Non li ha comprati nessuno. Questo è il compleanno più brutto per la Reggina. O se preferite, per il calcio a Reggio.