Reggina, false fatture all'estero: Foti inibito per due anni, multa salatissima al club

fotipresidentedi Paolo Ficara - Un'inibizione sotto l'albero. Lillo Foti prosegue la sua collezione di provvedimenti inflitti dalla Federcalcio. La Disciplinare gli ha inflitto una squalifica di due anni, per lo diatriba relativa alle fatture false ed agli intrallazzi con procuratori del calibro di Tullio Tinti. Stando al testo emesso dalla Figc, i tesserati della Reggina implicati non avrebbero respinto le accuse, limitandosi a chiedere (senza ottenere) la prescrizione. Contestate anche delle violazioni inerenti agli ingaggi di Mario Cassano e Sergio Volpi, avvenuti nell'estate del 2009.

Oltre al presidente Foti, il provvedimento disciplinare tocca anche alla segretaria del settore giovanile, Titti Fazzari: "Per rispondere il primo di ripetute violazioni dell'art. 1, comma 1 del Codice di Giustizia sportiva in relazione alla normativa di cui all'art. 84 NOIF e del Regolamento Agenti. La seconda della violazione di cui all'art. 1, comma 1, del CGS per aver palesemente dichiarato, durante l'audizione resa innanzi la Procura federale, circostanze non veritiere in ordine alla costituzione e gestione della Società Reggina Service Srl - ora Reser Srl anche con riferimento ai rapporti intrattenuti con la Società Reggina Calcio Spa".

Un altro capo di imputazione coinvolge, oltre ai due tesserati amaranto, anche uno degli agenti più vicini alla Reggina negli ultimi anni: "Tullio TINTI, Pasquale FOTI, Maria Concetta Angela FAZZARI, in concorso tra loro della violazione dell'art. 1, comma 1 e dell'art. 9 del CGS per essersi di fatto associati al fine di commettere illeciti consistenti nel pagamento in favore delle diverse Società appartenenti al gruppo G. di numerose fatture per operazioni inesistenti da parte della REGGINA service – RESER Srl al fine di trarne comunque profitto a danno della stessa Società".

Per quanto riguarda il concorso di colpa contestato a Foti e Tinti, tutto sembra ruotare attorno alla deposizione di questo signor G., che ha così deposto presso la Procura di Milano: "...Allora, lì il contatto con le Società calcistiche ci è arrivato tramite un...come si chiamano, i...no, non promotore calcistico, un... ... procuratore di calcio, che si chiama Tullio TINTI di Brescia. E' tramite TINTI che io ho conosciuto la REGGINA e abbiamo conosciuto poi due altre Società di ... ...di calcio. Dove gli importi che sono stati fatturati, sono stati fatturati poi da Società estere, in sostanza. Poi questo è chiaro. Per i titolari stessi delle Società... cioè, per il loro beneficio, in buona sostanza, per una liquidità. E in un paio di casi... ... per i presidenti delle Società di calcio. Ed il caso... per esempio in un paio di casi sono soldi che dovevano essere pagati a questo Tinti ...disponibilità estere ... ... normalmente il ritorno era in contanti in Italia ... ... dei fondi neri, ecco. Mettiamoci...sì, questo è un po' il concetto. No, no, proprio...cioè, nel caso della Reggina, il Presidente della Reggina... e nel caso dell'altro, dell'Empoli, mi pare, il Presidente dell'Empoli. Si. O il suo direttore amministrativo.....Nel caso però del....cioè, in un paio di casi le somme sono servite anche a essere.....a remunerare il Tinti stesso. Le sue prestazioni che mi avevano detto che lui aveva fatto. In un paio di casi, eh, però? Non nella maggior parte dei casi......".

La commissione giudicante ha concesso un'attenuante: "Per quanto attiene la violazione dell'art. 9 CGS ascritta al Foti e alla Fazzari questa Commissione, pur non ritenendo di aderire alle eccezioni sollevate nelle loro difese, non ritiene raggiunta la prova certa della esistenza di un vincolo associativo dei due deferiti (tra loro certamente esistente) esteso anche al Tinti. Infatti se da un lato le dichiarazioni rese dal G. e la reiterazione delle condotte con le medesime modalità farebbero presumere l'esistenza di un comune accordo finalizzato alla commissione di illeciti, dall'altro non può escludersi che il Foti si sia limitato a rivolgersi di volta in volta al Tinti, a prescindere da ogni altro comune progetto".

Il passaggio che fa riflettere, è quello in cui Foti riconosce le false fatturazioni all'estero, adducendo però di aver agito nell'interesse della società. Ovviamente, gli viene comunque addebitata l'illiceità del suo comportamento: "Per quanto attiene le altre violazioni ascritte al Foti, esse risultano ampiamente provate non solo dalle dichiarazioni del G. ma anche dalla documentazione acquisita e perfino dalle ammissioni del deferito che non ha mai negato di aver utilizzato le false fatture per trasferire fondi all'estero, limitandosi a sostenere di aver perseguito non già il proprio interesse personale ma esclusivamente quello della Società. Questa circostanza, alla quale ha dato credito anche la Procura Federale precisando in tal senso quanto in un primo momento contestato nel deferimento, non ha tuttavia valore esimente. Infatti l'illiceità della condotta ai fini disciplinari non dipende esclusivamente dalla destinazione finale dei proventi delle operazioni simulatorie, che in ogni caso sono servite a costituire all'estero una congrua provvista di denaro in nero, a prescindere dalla sua utilizzazione finale, con tutte le conseguenze del caso anche in relazione alla redazione del bilancio societario. Tali operazioni hanno avuto certamente un costo per la Reggina, se non altro per i compensi illeciti versati al procacciatore e all'organizzazione del Sig. G.. Infine non va sottaciuto che la tesi difensiva (come appena detto non esimente) secondo la quale la provvista illecitamente costituita sarebbe servita solo a compensare mediazioni per vantaggiose cessioni di calciatori, non è stata in alcun modo provata né documentalmente (con la giustificazione di un provvidenziale incendio che avrebbe distrutto tali tracce scritte) né assertivamente in quanto il deferito non ha mai indicato il nominativo dei fantomatici intermediari che avrebbero incassato in nero tali somme".

Oltre ai due anni di inibizione per Foti, la Commissione Disciplinare presieduta dall'avvocato Sergio Artico ha imposto una squalifica di 9 mesi per Titti Fazzari, nonché una multa di 100 mila euro alla Reggina, a titolo di responsabilità diretta ed oggettiva. Per le contestazioni prese in esame dalla Federcalcio a carico del presidente e della segretaria, è in corso un processo penale a Milano.