"Io, commerciante di Piazza del Popolo, schiacciato dall'abusivismo e dimenticato dall'Amministrazione Falcomatà"

reggiomercatopiazzadelpopolo600Riceviamo e pubblichiamo: 

Mi chiamo Battista e sono un commerciante di generi alimentari, precisamente di frutta e verdura.

Mi ritrovo sulla soglia dei miei 60 anni, dei quali circa 45 vissuti lavorando a Piazza del Popolo, dapprima con i miei genitori e successivamente da solo, gestendo in autonomia il mio umile banco di frutta e verdura.

Potrei raccontarvi la storia di quella famosa piazza-mercato che per decenni è stata un punto di riferimento per la città, per la provincia. Un mercato che ospitava più di 150 famiglie, a cui ha permesso di vivere, anzi forse sarebbe meglio dire di sopravvivere.

Sopravvivere perché questa piazza ha vissuto negli anni con leggi non statali, create ad hoc dal singolo commerciante che in piena indipendenza poteva liberamente (anzi, illegalmente!) prendere possesso della piazza ed escludere dal commercio, a suo piacimento, il commerciante più debole.

Un giorno, però, sentimmo una voce che sapeva di libertà, le cui parole sfidavano quel malcostume che fino ad allora aveva dominato Piazza del Popolo, parole volte a ripristinare la legalità e a riportare lo Stato nelle vite di quei commercianti.

Quella voce apparteneva al sindaco Italo Falcomatà.

Fu da quel momento che apprendemmo il significato della frase che da inizio alla nostra Costituzione "L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro" ed è tale solo quel lavoro che non priva di dignità l'uomo.

--banner--

Una dignità che ci ha restituito Italo Falcomatà, il cui progetto di legalità cozzava con le idee retrograde dei vecchi commercianti a cui, noi figli, subentrammo negli anni. Un progetto che sposammo fedelmente, che rivoluzionò la piazza-mercato, che permise ai commercianti di regolarizzare la propria posizione di fronte allo Stato e di combattere quell'anarchia che per decenni li aveva sopraffatti.

Un progetto che purtroppo non durò a lungo, che morì con la scomparsa prematura del Sindaco della primavera reggina, portato via da una malattia che restituì la piazza a quel malessere che lui stesso aveva cercato di combattere.

Ritorna così l'anarchia, la vigenza di leggi non statali. Ritorna l'abusivismo che piano piano tentò di schiacciare quei commercianti che con Italo avevano ritrovato la legalità, commercianti che ancora credevano nel progetto di libertà che gli aveva permesso di sentirsi parte dello Stato.

Commercianti che chiesero alle istituzioni di continuare questo progetto, di tutelarli da quei soggetti che, attraverso il disprezzo delle regole, portava avanti una concorrenza sleale.

Richieste il cui unico seguito fu quello di promesse demagogiche e populiste che portarono alcuni di noi ad abbandonare il proprio posto al mercato, un posto di cui si appropriarono gli abusivi.

La situazione, però, peggiorò in un altro capitolo della storia reggina, quello del commissariamento in cui furono raddoppiate le tasse per i commercianti regolari senza un ripristino della legalità e questo comportò lo svuotamento graduale del mercato da quei commercianti a cui l'idea di Stato era piaciuta.

Chi rimase, come me, ha cercato di resistere, una resistenza legale durata circa un trentennio, accompagnata dal pagamento regolare delle tasse fino a quando la vita mi pose di fronte ad una scelta: regalare un futuro di studi alle mie figlie o continuare a pagare delle tasse il cui ritorno era rappresentato solo da illegalità.

Nel frattempo, prima ancora di essere costretto a scegliere, subentra sulla scena politica reggina il figlio della primavera di Reggio, Giuseppe Falcomatà, l'erede di quell'uomo che per un periodo della mia vita mi restituì la dignità di essere un lavoratore.

Anche a lui chiesi, assieme ai commercianti regolari, il ripristino della legalità e ancora ricordo le sue parole durante la campagna elettorale: "questa è la Reggio di Battista, venditore ambulante, che ha deciso di non cedere al fascino perverso dell'abusivismo e combatte nonostante tutto con gli aumenti della Tosap, della tariffa di occupazione del suolo pubblico. Di lui parliamo, perché Battista non deve mai pensare che rimanere nella legalità non sia conveniente".

Parole stupende che mi restituirono un po' di speranza, ma solo parole perché da lì a poco non fui più in grado di pagare le tasse, sia a causa della concorrenza sleale perpetrata dagli abusivi, sia per la crisi economica che attraversava il nostro paese.

Diventai così, come molti altri, moroso, dimenticato da quel Sindaco che propugnava di restituire a Reggio la legalità che meritava.

Ci ritroviamo presto nel 2017 senza che la situazione fosse cambiata e così decido di fare qualcosa, di mandare un segnale, denunciando con lettera aperta alla Gazzetta del Sud la mia morosità verso il Comune, chiedendo espressamente la possibilità di regolarizzare la mia posizione, ma l'unica risposta che ricevetti fu la revoca del posteggio.

Divento, così, come altri e non per scelta, abusivo ma decido di non arrendermi, di non rassegnarmi all'idea che essere abusivi sia la risposta. Chiedo, così, la rateizzazione del mio debito al fine di vedermi riassegnato il posteggio con la pubblicazione del nuovo bando. Era il 2018. Fu pubblicata la graduatoria ed io non risultai idoneo perché per un puro scherzo burocratico non presero in considerazione parte della documentazione. Feci ricorso, ma al 2020 ancora nessuna risposta, almeno ufficialmente, perché grazie ad un rituale controllo dei vigili urbani scoprii di averlo vinto, di essere risultato idoneo in graduatoria.

Attenzione, parlo di idoneità perché come molti altri commercianti, aspetto ancora l'assegnazione ufficiale del posteggio.

Durante questa attesa per l'assegnazione ufficiale, secondo il nostro Comune, non avrei dovuto lavorare, nonostante io avessi una famiglia alle spalle.

Continuai, con ostinazione, a pagare le tasse regolarizzando la mia posizione e a lavorare, fino a quando il Coronavirus non mi impose le ferie forzate.

Neanche durante questi mesi mi arresi e chiesi al Sindaco di intervenire al fine di risolvere la situazione di degrado che avremmo dovuto affrontare al nostro ritorno, chiedendo, altresì, di fare qualcosa per ottenere l'ufficializzazione dell'assegnazione dei posteggi e lavorare con tranquillità.

Ma la risposta che mi aspettavo non arrivò, anzi fummo trattati come dei criminali (nonostante idonei in graduatoria da circa 3 anni) e multati dai Vigili urbani con multe onerose, per occupazione abusiva di suolo pubblico, che non saremo mai in grado di pagare (si parla di cifre che partono dai 1000,00€ per i più fortunati fino a 5000,00€, che si triplicheranno se non verranno pagate entro 60 giorni).

La multa, uno strumento legale volto a combattere posizioni illegali: una illegalità a cui diede causa il nostro caro Comune e che gli idonei alla graduatoria devono subire.

Anche stavolta, però, nonostante il rammarico che porto dentro, non voglio perdere la speranza per una Reggio migliore e confido nella prossima amministrazione, deluso da questa attuale nonostante i tempi supplementari concessi.

Battista Pellegrino