Riceviamo e pubblichiamo:
«Piccolo centro della Calabria caratterizzato da un basso livello culturale e di degrado sociale».
Erano le parole pronunciate dal Giudice Barbara Saccà, il Gip distrettuale di Catanzaro che firmò l'ordinanza di arresto dei tre presunti orchi di Bisignano, accusati di aver intrattenuto rapporti sessuali a pagamento con ragazzini di 13 e 15 anni.
Alle parole del Gip, l'allora Sindaco di Bisignano rispondeva nel seguente modo: «Saccà si è fatta un'idea sbagliata della nostra comunità e le sue parole sono semplicemente vergognose».
A distanza di quasi tre anni molte cose sono cambiate, compresi gli amministratori, e altri misfatti sono accaduti nel paese, anche gravissimi, ma nulla è variato rispetto all'idea che davanti a macabri eventi, bisogna sempre difendere la comunità dalle critiche o addirittura tacere.
Il Gip Saccà nell'affermare che «i bambini si prostituivano e tutti sapevano», aveva lanciato un monito a tutti i bisignanesi con l'invito a prendere coscienza di ciò che stava accadendo nel paese e delle conseguenze negative che avrebbero determinato atteggiamenti di omertà e silenzio.
A Bisignano, chi cerca di salvarsi dall'affondamento non può farlo senza sobbarcarsi delle proprie responsabilità. I Bisignanesi non amano essere presi in giro e mal sopportano le menzogne che puntualmente sopprimono la speranza e precludono il futuro.
Nel paese serpeggia il malcontento. C'è insofferenza tra i cittadini che attendono invano il riscatto del cambiamento e quelli che annaspano nel buio della miseria.
A Bisignano manca il lavoro, c'è abbandono sociale e rassegnazione. E' inutile nascondersi dietro la cruna di un ago! Sono state promesse e puntualmente omesse le politiche di sicurezza urbana, di sensibilizzazione e incentivazione al rispetto delle regole e al principio di legalità, di tutela del territorio attraverso il controllo, la bonifica, la valorizzazione e la messa in sicurezza delle risorse ambientali e di attivazione del welfare a maggiore contrasto del disagio sociale.
Il decadimento del paese ha assunto un carattere generale. Il degrado, la sporcizia, l'abbandono e il malaffare la fanno da padrone. I vicoli nascosti nella semioscurità sono i luoghi del fumo in cui gli adolescenti spesso vivacchiano, incuranti del loro futuro. Giovinastri cresciuti troppo in fretta che non hanno più il senso delle normali gerarchie familiari. Tra i ragazzi che si apprestano alla maggiore età, il fenomeno dell'abbandono scolastico è cresciuto di tre volte in pochi anni. Non basta sopperire alle mancanze con eventi festosi e iniziative di bel paese se il baratro è dietro ogni angolo.
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A Bisignano per promuovere il bene comune e limitare l'avanzata del deserto che distrugge e annienta, è importante attivare tutte le politiche per la valorizzazione delle risorse naturali, culturali, storiche, artistiche e artigianali, coinvolgendo le nuove generazioni che studiano, che lavorano, che non si drogano e sollecitando una maggiore attenzione da parte degli adulti nel difendere i propri figli dal mondo dell'illecito.
Senza istruzione, formazione e lavoro, qualsiasi società è destinata a fallire. Dove si vende la droga a prezzi accessibili a tutti, si annientano le nuove generazioni e si produce un guasto irreversibile alla società. Il luogo comune che è meglio far finta di nulla per il quieto vivere non deve impedire la battaglia contro i sistemi corrotti.
Altro che offesa e danno d'immagine alla Comunità, la situazione di grave criticità obbliga i bisignanesi a una reazione per uscire dal pericoloso torpore che narcotizzata e uccide.
A Bisignano la politica deve tornare a essere protagonista assumendosi le responsabilità anche quando le situazioni richiedono il braccio di ferro contro l'illegalità e il potere occulto. Altrimenti il silenzio è complice.
Altro che affidarsi alla veggente di turno che indica i luoghi degli occultamenti di morti ammazzati, le parole del Giudice Saccà di qualche anno addietro sono attualissime e risuonano come delle bacchettate sul dorso delle mani dei "benpensanti", dei "civili" e delle "brave persone". Il suo rimprovero, oggi come ieri, coglie in fallo e fa sentire l'irresponsabilità dei silenzi, del menefreghismo e del motto che sembra essere: - "Basta che non toccano me, va bene tutto". A Bisignano si deve intervenire a ripristinare la legalità che non c'è, altro che botti o tricche tracche.
Alberto De Luca.