Il prof. Zoccali scrive al Dispaccio: "Libertà di stampa non è libertà di condannare in anticipo"

Lettera nuova 500Riceviamo e pubblichiamo:

Le scrivo avvalendomi del dettato dell'art. 8 della legge sulla stampa 47/1948.

In premessa mi presento: il sottoscritto ha conseguito la Laurea in Medicina all'età di 23 anni, è Ordinario di Psichiatria, Direttore della scuola di Specializzazione in Psichiatria presso l'Università di Messina, Presidente Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Adolescenziale e autore di circa 300 lavori scientifici su riviste nazionali e internazionali e circa 1000 citazioni su quanto pubblicato. Le ho sintetizzato la mia storia in quanto ritengo che la biografia di ogni uomo sia la testimonianza del proprio essere. E' anche vero che sono stato coinvolto nel processo Gotha, ma è notorio che, fino ad oggi, non ho mai sospeso la mia attività di docente, ricercatore e medico psichiatra, ritenendomi estraneo ai fatti che mi sono stati imputati come emergerà certamente in sede giudiziaria. L'aver continuato a svolgere il mio lavoro non mi ha dunque impedito di accogliere, nella mia qualità di neuropsichiatra, l'invito della Presidente Nazionale dell'Associazione Italiana Parchi Culturali, prof.ssa Irene Tripodi, a partecipare presso l'ITT Panella – Vallauri, diretto dalla Dirigente scolastica Anna Nucera, alla conferenza sui temi della legalità con il Giudice Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria. Lei, però, ha stigmatizzato l'accaduto ritenendo " uno scivolone" la decisione della Dirigente a ospitarmi, senza peraltro nel corso del suo articolo entrare mai nel merito della mia relazione scientifica che invece avrebbe avuto eventualmente la possibilità di criticare. Dunque mi duole prendere atto che, per un giornalista con le sue responsabilità e con il suo vissuto, l'essere sotto processo vuol dire tout court essere colpevoli e non più abilitati a svolgere la propria professione! Perché questo si intende leggendo anche solo il titolo della sua "esternazione " che mi obbliga a rammentarle un suo articolo, di tutt'altro tenore e sentimento, pubblicato su mediacalabria.it il 12/9/2016. Nel prendere atto che per lei la mia storia di studi e di ricerche non ha alcun significato di fronte ad un'accusa che non è comunque ancora sentenza, mi consenta di rammentare ai suoi lettori che la libertà di stampa non è mai libertà di condannare in anticipo chi, nel rigoroso silenzio, attende di esser giudicato. Certo di leggere sul suo giornale, su Fb e ovunque lei abbia diramato la sua "cronaca" dell'evento al "Panella-Vallauri questa mia, mi duole rappresentarle che il suo articolo mi ha generato sofferenza e disagio e, pertanto, mi riservo ogni diritto come per legge. Saluti

Prof. Rocco Zoccali

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