La LETTERA. Un Concorso per l’Ufficio Stampa del Comune di Reggio Calabria Città Metropolitana

Riceviamo e pubblichiamo:

Concorso pubblico per dirigente-capo ufficio stampa, e concorso per addetto stampa. E per un'amministrazione pubblica, nella visione unitaria di svolgere a favore del cittadino, i compiti di informazione e comunicazione istituzionali, concorsi per comunicatori addetti alle relazioni con il pubblico e, quindi, di comunicatori esperti nell'uso dei social media oggi molto diffusi.

E' questo il contributo che si intende offrire, quale ex responsabile della Commissione Uffici Stampa del Sindacato Giornalisti Calabresi, al dibattito aperto dalla Commissione "Controllo e Garanzia" del Comune di Reggio Calabria, che nei giorni scorsi, ha dato mandato alla Segretaria Generale di "avviare le procedure necessarie per rendere l'ufficio stampa funzionale alle esigenze di tutti i Consiglieri Comunali".

Un Ufficio stampa come previsto dallo Statuto Comunale, e quindi, un URP e un Ufficio Comunicazione, e non certamente astrusi "uffici preposti alle Relazioni Esterne e Comunicazione, a supporto degli Organi di Governo", quasi che il Comune o la Regione fossero aziende private e non enti pubblici che in ossequio alla legge nazionale svolgono appunto compiti di informazione e comunicazione.

Un passo necessario inoltre, da estendere anche all'organizzazione della struttura amministrativa o pianta organica, del nuovo ente di Città Metropolitana di Reggio Calabria. Anche la Città Metropolitana, guidata dallo stesso Sindaco del Comune capoluogo, deve tra l'altro dotarsi di un proprio sito web nel quale obbligatoriamente pubblicare le proprie determinazioni affinché siano efficaci (decreto legislativo 33/2013 sulla trasparenza e la pubblicità degli atti), e attraverso il quale, informare e comunicare con i cittadini e le imprese.

Perché concorso pubblico per assunzione, e non "incarico" come da anni la parte politica ovunque in Italia, ama utilizzare per attuare la legge sull'informazione e sulla comunicazione?

Intanto perché, la selezione concorsuale con la valutazione di merito del giornalista che accede all'ufficio stampa, annulla l'equivoco "rapporto fiduciario" che la legge invece, fissa per i vertici di un'amministrazione nella scelta a tempo del proprio portavoce. Quindi, essendo un'assunzione a tempo indeterminato, ciò impedisce il condizionamento del giornalista che in base ai propri codici deontologici è chiamato al rispetto dei principi di verità, terzietà e pluralismo delle opinioni (dunque, a servizio delle forze politiche di maggioranza e di minoranza). E annulla anche, le "balle" delle rotazioni di funzionari anche per gli uffici stampa, nella valutazione errata e tipica di dispotici dirigenti e segretari generali che fare il giornalista sia la stessa cosa di fare l'addetto allo sportello dell'anagrafe, mentre ciò non avviene per l'avvocato pubblico, l'ingegnere, il medico, che sono professioni al pari di quella giornalistica. Ed infine, concorso perché è erroneo ritenere che in un Comune si possa svolgere la funzione di giornalista appartenendo allo staff del Sindaco, seguendo la logica del "rapporto fiduciario" che è propria del portavoce e non dell'addetto stampa.

Quindi, concorso per dirigente di ufficio stampa perché solo in Calabria, soprattutto alla Regione, consiglio e giunta, - e in poche altre realtà italiane -, esiste l'equivoca analogia tra funzioni di capo ufficio stampa e quella di capo redattore, dimentichi che questo titolo di coordinamento, nelle testate giornalistiche stampate e televisive, è sempre attribuito ad un giornalista posto sotto il direttore responsabile o un direttore editoriale. E' questa funzione dirigenziale invece, stranamente mai attuata alla Regione Calabria e al Comune di Reggio Calabria, che può essere interessata dallo "spoil system", cioè il criterio per cui un dirigente apicale, chiamato ad attuare le linee di programma dettate dal vertice dell'amministrazione, può essere cambiato o sottoposto a rotazione ad ogni cambio di guida politica dell'amministrazione.

E' poi da ritenere risibile che al Comune di Reggio Calabria, come dichiarato in comunicati ufficiali, "manchino i fondi necessari per acquistare i quotidiani" per la rassegna stampa". Come pure è dimostrativa dell'incapacità di alcune parti dell'amministrazione a trattare con adeguatezza l'argomento informazione e comunicazione istituzionale, l'affermazione secondo cui l'ente "ha intenzione di organizzare l'ufficio stampa se il Settore Finanze e Tributi riesce a destinare i fondi necessari per acquistare e dotare il medesimo ufficio degli apparati tecnici necessari". Come se la questione non riguardasse invece, il delicato tema delle risorse umane e professionali necessarie a dare slancio e forza alla produzione di notizie e comunicazioni sulle attività politiche e amministrative del Comune e della Città Metropolitana.

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Nella mia lunga attività giornalistica a Reggio e in Calabria non ho avuto il piacere di conoscere il "responsabile pro tempore" Pino Criserà che ha avuto il coraggio e l'equilibrio di portare all'esterno la vicenda della "chiusura" dell'ufficio stampa comunale. Ma conoscendo parte della storia di questa struttura, ritengo anche, che egli sia vittima delle gestioni passate dell'Ufficio Stampa di Palazzo San Giorgio, all'incirca nel 1997, affidate alla guida di un giornalista sotto la pressione da questi esercitata su Sindaco e Assessori versandosi addosso un paio di litri di benzina esasperato di anni di conduzione dell'Ufficio quasi a titolo di volontariato e non con il dovuto riconoscimento giuridico e professionale. E' stata forse questa gestione caratterizzata dagli umori e dai sentimenti, sensibile al fascino della propaganda politica piuttosto che ad una corretta informazione istituzionale – un concorso in quel periodo fu effettuato, per "consulente" e non per "addetto stampa" - a gettare un'ombra e un pregiudizio sfavorevole sul ruolo delicato che l'ufficio stampa svolge in un ente.

Ecco perché sia la Commissione "Controllo e Garanzia" del Comune di Reggio Calabria, sia l'amministrazione, sia i gruppi politici, è necessario che svolgano un dibattito approfondito sul tema, confrontandosi soprattutto, come previsto dalla legge e non per pura facoltà, con l'Ordine e con il Sindacato dei Giornalisti che hanno le specifiche competenze. In proposito, prima di abbandonare l'incarico, lo scorso anno, alla segreteria generale del sindacato giornalisti ho lasciato una bozza di piattaforma di confronto con il Comune. Documento che probabilmente è rimasto nel cassetto, poiché il vertice sindacale calabrese nel corso dei mesi, è stato richiamato dal dover affrontare le più urgenti e purtroppo numerose vertenze con le imprese editoriali private, e a svolgere impegnativi compiti di carattere nazionale ed internazionale. Ma che certamente, in tema di Ufficio Stampa, possiede sempre le competenze adeguate per interloquire con il Comune e con la Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Filippo Praticò, giornalista

ex responsabile Commissione Uffici Stampa Sindacato Giornalisti Calabresi