La Calabria che aspetta Mattarella e che (almeno a parole) vuole ripartire

mattarellasergiodi Pasquale Cotroneo - Tutti ad aspettare il Presidente della Repubblica. La partecipazione di Sergio Mattarella all'inaugurazione della nuova cittadella regionale ha scatenato un moto d'orgoglio all'interno di tutti i calabresi, convinti che si possa trattare, finalmente, di un segnale di attenzione nei confronti di una delle regioni europee più povere e con più problemi, tra tutti quello della criminalità organizzata.

"Soddisfazione e orgoglio" sono stati espressi dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ma in generale il concetto è stato ribadito da tutti i politici e dagli amministratori regionali, in maniera trasversale.

"La visita di Mattarella – spiegava Oliverio ieri – significa che il presidente pone una grande attenzione alla nostra regione e di questo siamo grati. Sarà una festa per tutti i calabresi e questa diventerà una data storica per la Calabria".

Perché per tutti, il Presidente, uomo del Sud, è da sempre attento ai problemi di questa parte d'Italia, e ha a cuore il mezzogiorno, che necessariamente deve ritornare ad essere uno dei temi più importanti a livello nazionale, perché non può esserci sviluppo e ripresa senza trovare una soluzione per il sud.

Una regione, la nostra, che aspetta Mattarella lanciando quasi un appello: "Presidente, ci aiuti a ritrovare la speranza".

Che è consapevole del suo patrimonio, delle sue potenzialità, delle sue contraddizioni, che non vuole assistenzialismo, come avvenuto in passato, e che non si piange addosso, ma che chiede gli strumenti per costruire in maniera autonoma il proprio futuro.

E che, ancora, vuole investire sui giovani, sui loro talenti. Che vuole reagire, perché ci sono tutte le condizioni intellettuali, culturali, sociali per poterlo fare.

Almeno a parole. Ma basterà?