La laicità dello Stato quale condizione di democrazia

cusumanogiovannanuovadi Giovanna Cusumano* - Nell'immaginario collettivo, ancora oggi, sono diffusi i binomi: laicità=sinistra; clericalismo=destra.

A ben guardare, però, la storia della Politica Italiana, dall'entrata in vigore della nostra costituzione ad oggi, questa "dicotomia" è una rappresentazione falsata della realtà.

E' innegabile, infatti, che nel nostro Paese la separazione tra la sfera politica e quella religiosa è sempre stata piuttosto dibattuta e mai certamente compiuta, tanto con governi di centro destra, quanto con governi di centro sinistra.

A comprova di ciò vi è l'arretratezza sul dibattito dei diritti civili.

Eppure il principio di laicità dello Stato rappresenta un principio di convivenza democratica ed "allontana" fenomeni di integralismo religioso, ragion per cui, oggi, più che in passato, il linguaggio della Politica contemporanea deve essere infarcito di laicismo, quale garanzia per la tutela della dignità umana e condizione imprescindibile per costruire una società di liberi ed uguali in dignità.

Pur nella consapevolezza che molti passi avanti siano stati fatti, grazie anche al serrato confronto tra i vari schieramenti politici e, soprattutto, al dialogo all'interno degli stessi, l'ombra dei veti che la Chiesa cattolica getta sulle disposizioni normative in tema di testamento biologico, riconoscimento giuridico di forme di convivenza diversa dal matrimonio eterosessuale, nonchè sulla procreazione assistita, insomma su tutte quelle tematiche che richiamano ai c.d. "valori non negoziabili", è innegabile.

Se lo Stato, però, non è laico non riesce ad assicurare il riconoscimento e la garanzia dei diritti inviolabili di ogni essere umano e il rispetto della uguaglianza formale e sostanziale dei suoi cittadini, nonostante tali principi siano espressamente previsti nella sua Carta Costituzionale.

Per usare una espressione cara alla filosofa contemporanea Hannah Arendt, abbiamo bisogno di vivere in una società dove "nessuno sia escluso dal diritto di avere diritti", per realizzare la quale deve vigere il principio di laicità costituzionale.

Perché, peraltro, occorre precisare che, a differenza di chi ha una visione erronea e superficiale, la laicità costituzionale non contrappone i cattolici ai laici, ma consente un alveo di "diritto comune" dove tutti, credenti e non, possono riconoscersi.

 

*Presidente Commissione Regionale Pari Opportunità