Addio ai compagni

funeraliberlinguerdi Simone Carullo - È vero: la storia della politica italiana degli ultimi 25 anni, pur con qualche rallentamento nel suo processo, è la storia di una diaspora e di una debacle della sinistra.

La diaspora riguarda principalmente l'elettorato, ma non solo; la debacle afferisce invece ai quadri dirigenti, responsabili - chi più, chi meno - di un compromesso con il neoliberismo capitalista su temi, idee e pratica politica, che di fatto ha compromesso l'esistenza stessa della sinistra.

I dirigenti del principale partito del centro-sinistra, il PD (ex PDS erede del PCI), e gli esponenti più in vista e spesso improvvisati della galassia di partiti che gravitavano attorno a quell'area, hanno svenduto un pezzo alla volta, un boccone alla volta, una poltrona alla volta, il patrimonio di ideali, valori e credibilità propri del comunismo italiano. Un patrimonio che non apparteneva loro, che non potevano ipotecare, che era dei padri fondatori e dei partigiani, lustrato e rimpinguato da Togliatti e Berlinguer.

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D'Alema e Renzi, pur tra mille differenza anche intellettive, hanno in comune - oltre ad una incontrovertibile antipatia di fondo - il fatto di aver dilapidato, tradito, sfregiato questo preziosissimo patrimonio. L'uno rinunciando al nome del partito ha rinnegato la sua identità; l'altro spostando il baricentro del discorso politico verso le lusinghe centripete neoliberiste dell'alta finanza e delle istituzioni bancarie, ha di fatto abbandonato a sé stesso il popolo della sinistra. E, sia chiaro, il popolo della sinistra è sempre stato il popolo degli sfruttati, degli emarginati, dei discriminati, dei lavoratori, dei disoccupati, degli stranieri in patria...

Il PD ha smesso di parlare alla sua gente per rivolgersi all'elettorato moderato, il quale di moderato aveva soprattutto il desiderio di ascoltarlo. Ha dimenticato le sue parole chiave, i suoi gridi di battaglia e perfino le sue battaglie, le quali sono finite malissimo, innacquate a furia di spritz e aperitivi mondani.

Invece che muovere la guerra alla disoccupazione, alla corruzione, all'evasione fiscale o agli sprechi, alla precarietà dei diritti, il PD ha pensato bene di farsi guerra da solo. Una guerra intestina, fratricida, balorda. Renzi ha chiuso la bocca all'opposizione interna e strizzato l'occhio al Pregiudicato di Arcore, e l'opposizione interna ha salutato bellamente ed il pregiudicato redivivo ha ringraziato.

Il PD, insomma, ha smesso (da tempo) di essere di essere di sinistra ed ultimamente ha smesso finanche di essere...

I brillanti risultati di queste prodezze politico-strategiche sono sigillati a futura memoria nelle due più clamorose sconfitte elettorali della sinistra italiana: le politiche del 1994 e quelle del 2018. In mezzo 24 anni di potenziale inespresso, di ego represso e di autogol harperiani.

Ora, prima di chiudere il preambolo, un assioma: quando si crea uno spazio vuoto qualcuno o qualcosa (spesso di molto peggio) viene a colmarlo, come nel caso delle meduse nel mare. E in realtà politiche dove non c'è quasi niente, se non parole allo stomaco e strilla e promesse da venditori, è facile trovarci di tutto! E c'è chi ci ha trovato la nuova sinistra ...

Da qui, ma non solo da qui, il "Movimento 5 Stelle" e la "Lega Nord". Sono loro le forze politiche che hanno di fatto vinto le elezioni del 4 marzo, che hanno cioè assorbito quel 40% che fu del PD alle europee del 2014 post 80 euro. La "Lega al Nord" (sull'onda d'odio verso i migranti), il "Movimento 5 Stelle" al Sud (con la promessa più assistenzialista mai fatta), sono i nuovi punti di riferimento di operai e diseredati, di disoccupati e precari, di intellettuali malfermi ed ex militanti, del popolo della sinistra naufrago che vaga in cerca di un'ancora di salvezza.

Perciò addio ai compagni, quelli che – stanchi di perdere – hanno aderito "al Movimento del tutto e niente". Addio a voi che, pur di prendere il potere, vi siete alleati con un partito il cui capo - in pochi giorni - ha definito "pacchia" la tragedia dei migranti (principio di solidarietà); Mimmo Lucano uno "zero" (principio democratico); "giusto che i ricchi paghino meno tasse" (principio della progressività dell'imposizione fiscale) in un paese in cui i servizi risultano insufficienti, o comunque disomogenei, ed il 30% della popolazione vive sotto la soglia di povertà. Quello che consolida il proprio consenso sulla pelle di 620 disgraziati...

Quello che Di Battista che ha definito "ipocrita", che ha alle spalle uno scandalo rimborsi, e che dal 1993 fa a pieno titolo parte di quella casta che avevate promesso di mandare a casa!

E il ministro della Famiglia che disconosce le famiglie arcobaleno, anti-abortista e di estrema destra; e la Pubblica Amministrazione all'avvocato di Giulio Andreotti ("assolto, assolto!"); e l'Agricoltura all'autore di profonde riflessioni del calibro "Sei un infame" e "Terrone di merda" (rivolto all'allora Presidente del Senato Piero Grasso)... chapeau!!!

Addio oh voi che avete rimpiazzato le analisi con i tweet, le lotte con i clic e gli ideali che furono con i "vaffanculo"! Addio cari compagni d'un tempo che godete per questo sodalizio mortale, che fate festa online e riempite le bacheche di Facebook di trovate sempre più inutilmente geniali. Attendiamo con impazienza il reddito di cittadinanza e vi vedremo sornioni gioire all'approvazione della "tassa piatta", quella che non vi servirà ad una beata mazza! Applaudiremo ai respingimenti in mare e voteremo soddisfatti al Referendum sull'euro ...

Addio compagnucci che come ultras di calcio esultate trionfanti per la vittoria e dimenticate che compito dei partiti non è vincere le elezioni, ma ben governare.

Addio cari compagni pentiti che foste per i diritti, per lo Stato Sociale e per l'accoglienza, che avete citato Che Guevara e festeggiato solenni il 25 aprile. Adesso vi tocca l'imbarazzo di giustificare - a voi stessi prima che agli altri - questa clamorosa piroetta. Già che di piroette il vostro credibilissimo capopopolo è campione!

Ditelo forte, ditelo ad alta voce, così forse potrete convincervi: "Non esistono più destra né sinistra!" E poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata ...