Ciao “compagno” Bafaro

bafaroguccionedi Francesca Gabriele - Se n'è andato così, all'improvviso, in una fredda e soleggiata giornata di fine gennaio. Neanche quarant'anni e una vita spesa per la politica, gli ideali, le battaglie, tutto quello in cui credeva fermamente. Era un ragazzo taciturno, ma sempre in prima linea quando si trattava del Pd e soprattutto della linea politica del consigliere regionale di maggioranza, Carlo Guccione.

A "Carletto" era fedelissimo Mario Bafaro. Era il suo capostruttura. Era l'amico. Era il fratello. Era il compagno di partito. Quando si doveva prendere contatto con il consigliere democrat per un'intervista, una dichiarazione, se non rispondeva, si chiamava lui, Mario. Di lui si ricorda anche la premura con cui seguiva Carletto. Le mille raccomandazioni perché tutto fosse lineare con le dichiarazioni e lo faceva con garbo senza mai essere invadente o antipatico. Quando la notizia di questa perdita, arrivata come un fulmine a ciel sereno si è diffusa, tutto il mondo politico, in primis gli antagonisti hanno esternato il dolore, quello vero, immediato, scevro da ogni ipocrisia di facciata. Quel dolore che si deve condividere perché non si riesce a tenere dentro; perché ti fa avvertire il dovere morale del ricordo verso chi ha saputo farsi stimare e rispettare. Al consigliere cosentino di Circoscrizione, al segretario di Circolo, al compagno che militava nel Pci, Pds, Ds e poi Pd, il saluto del compagno, Gabriele Petrone, parla per tutti: "Chi ha compagni non muore mai". Alla giovane moglie e alla bambina che Mario Bafaro lascia, ai familiari tutti, al consigliere Carlo Guccione, giunga il cordoglio del direttore Claudio Cordova e della redazione de "Il Dispaccio".

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