Il ponte non si farà

pontesullostretto500di Isidoro Malvarosa -Anno 72 d.C.

Imperatore Vespasiano: Costruiremo un grande anfiteatro al centro di Roma!

Senatore di Roma Sud: Ma che vai dicendo? Tocca prima finire l'Appia e tappare le buche ai Fori Imperiali... Le priorità sono altre

"Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente."

Parlava così Giuseppe Zanardelli nel 1876, riferendosi all'assoluta necessità di unire tra loro le due ex regioni del Regno delle due Sicilie. A onor del vero, alla possibilità di realizzare un ponte o un tunnel sottomarino, ci avevano pensato anche i Borbone. E prima di loro immaginarono un collegamento Carlo Magno, il console Lucio Cecilio Metello (che pare ne realizzò uno con barche e botti) e, c'è da scommetterci, i coloni greci.

Chissà se anche allora si rispose che le priorità erano altre.

Già, le altre priorità: il binario unico, la manutenzione stradale, l'ammodernamento infrastrutturale, la costruzione di una nuova Statale Jonica. Le stesse di trent'anni fa.

Passano gli anni, si accumulano gli annunci di posa della prima pietra, si dividono e si ricompattano i fronti, si alzano le barricate, ma le 'altre priorità' rimangono sempre uguali. Incompiute anche quelle.

Ad ogni paventato inizio dei lavori per il Ponte sullo Stretto, se ne fa l'elenco. E anche questi, come il primo, sono progetti che da decenni rimangono su carta. Continueranno a rimanerci.

Quando si raddoppierà la linea ferrata sulla Jonica, quando il Freccia Rossa arriverà fino a Reggio Calabria, quando l'Aeroporto dello Stretto diventerà uno scalo dignitoso?

Ma soprattutto, perché?

Perché si dovrebbero raddoppiare le percorrenze, intensificare i voli, costruire nuove strade, in una regione in costante recessione. Serve davvero più di un treno ogni quattro ore, l'attuale collegamento, che colleghi Melito Porto Salvo e Condofuri? Servono altri voli da e per Reggio Calabria? A livello puramente economico, converrebbe?

La parte che manca, ogni volta che si affrontano le questioni infrastrutturali e di trasporto in Calabria, è questa: Serve? Esiste una giustificazione "aziendale" o una reale necessità?

La Calabria, la Sicilia, il Sud in generale é oggi nelle condizioni socio-economiche di rifiutare o per meglio dire, schifare, un'opera come il Ponte sullo Stretto?

Al netto delle questioni puramente tecniche (appannaggio dei tecnici e non certamente dell'arena social) ed esecutive (una rinuncia motivata dalla possibilità di infiltrazioni mafiose, di fatto certificherebbe la sconfitta delle istituzioni), resta da capire se la costruzione del Ponte possa innescare, in un effetto moltiplicatore per il territorio, altri investimenti.

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Che il gap infrastrutturale non sia poi naturalmente colmato dalle rinnovate esigenze del territorio.

Il Ponte potrebbe rappresentare un trampolino, un cantiere mondiale, potrebbe accendere i riflettori su una regione da decenni ai margini dell'Occidente e dell'Europa.

E se fosse il Ponte la priorità? Se si provasse a invertire il ragionamento?

Quello che colpisce, invece, è il rifiuto a priori, lo sdegno col quale si affronta l'argomento.

Il no a prescindere.

Appellarsi al benaltrismo, come se un'opera escludesse le altre, o alla salvaguardia ambientale di un tratto di mare deturpato da decenni di incurie e cementificazione selvaggia.

Passerà anche questo annuncio, nient'altro che l'ennesima farsa di un spot elettorale, si perderà un altro treno.

L'ennesima possibilità di aprire un dibattito serio.

Si calmino i fautori del "No" per partito preso: il Ponte non si farà.

Come non si farà il resto.

L'appuntamento è al prossimo annuncio periodico, tra due mesi o dieci anni fa lo stesso.

C'è da scommetterci che le "ben altre priorità", e i modi di ragionare, saranno gli stessi di adesso.