I deliri degli avvocati di Alberto Sarra

sarra alberto500di Claudio Cordova - Solo il tempo potrà dire dove tale strategia porterà. Certo, si fa fatica a comprenderla. Le continue smentite dei legali di Alberto Sarra sulle dichiarazioni rese in due diversi interrogatori davanti all'Autorità Giudiziaria possono avere varie chiavi di lettura. Tutte possibili, ancorché inconducenti, e che rischiano di far girare intorno a sé stesso il politico e quindi di farlo rimanere fermo, ossia detenuto in carcere, con la pesante accusa di 'ndrangheta nell'ambito dell'inchiesta "Mammasantissima", con cui la Dda di Reggio Calabria è convinta di aver scoperchiato la cupola segreta della criminalità organizzata calabrese.

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Per ben due volte, infatti, gli avvocati Alessandro Sammarco e Danilo Sarra (che dell'indagato è fratello) hanno smentito il contenuto dei due verbali sottoscritti dal proprio assistito, pubblicati su Gazzetta del Sud dal collega Francesco Tiziano e ripresi un po' da tutte le testate (anche se qualcuno, come al solito, "dimenticherà" di citare la fonte...). In quei due verbali, Sarra chiama in causa i propri coindagati, gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, il senatore Antonio Caridi (anch'egli detenuto), ma anche importanti esponenti politici, quali l'ex governatore Giuseppe Scopelliti e l'ex senatore Giuseppe Valentino. Verbali riassuntivi, che però – e questo è evidente a chiunque abbia bazzicato per più di dieci minuti l'ambiente giudiziario – richiamano brevemente quanto affermato dalla persona interrogata, magari nel corso di alcune ore. Ma lo richiamano fedelmente. Per intenderci, è improbabile (per non dire impossibile) che la persona interrogata accusi – solo per fare un esempio da manuale – x di omicidio e che nel verbale riassuntivo venga invece indicato come autore del medesimo omicidio y. E questo gli avvocati Sammarco e Sarra dovrebbero saperlo bene.

E' proprio il caso di Alberto Sarra, che viene sentito (alla presenza dei propri difensori) per diverse ore dal pm della Dda, Giuseppe Lombardo, e dagli ufficiali del Ros dei Carabinieri, che hanno curato l'inchiesta "Mammasantissima". Dichiarazioni utili alle indagini, che infatti il pm Lombardo ha depositato nel corso delle udienze davanti al Tribunale della Libertà, che ha confermato (evidentemente anche sulla scorta dei due verbali) la custodia cautelare in carcere per tutti gli indagati.

E allora rasenta la follia la strategia messa in atto dai legali di Sarra, che in un primo comunicato hanno dichiarato: "Il virgolettato pubblicato non corrisponde a quanto realmente dichiarato dal nostro assistito". Ai due avvocati, tuttavia, andrebbe ricordato che quei verbali non sono soltanto sottoscritti da pm e polizia giudiziaria, ma anche dall'indagato e da loro stessi. Se il verbalizzante avesse travisato il contenuto delle lunghe dichiarazioni rese da Alberto Sarra, i due difensori si sarebbero potuti opporre alla verbalizzazione e non sottoscrivere il documento.

Ma non hanno fatto niente di tutto ciò.

Per questo la posizione dei due avvocati appare piuttosto strumentale, nel tentativo di sgonfiare il caso e di depotenziare le dichiarazioni di Alberto Sarra che, da persona pienamente inserita nel contesto politico locale, potrebbe conoscere gli scheletri negli armadi di esponenti tanto del centrodestra, quanto del centrosinistra. Del resto, la volontà di Alberto Sarra di collaborare è assai percepibile tra le righe, anche per il fine (assolutamente legittimo) di attenuare la propria custodia cautelare e di uscire dal carcere dove ormai è detenuto da quasi un mese. Peraltro, chiunque conosca l'emotività dell'ex sottosegretario regionale, non fatica a credere quanto possa soffrire (anche alla luce dei recenti problemi di salute) la detenzione in carcere.

Le dichiarazioni rese al pm Lombardo probabilmente avevano proprio quello scopo. Un tentativo che di fatto è stato disinnescato dagli stessi difensori, tanto che Sarra continua a rimanere detenuto. Del resto, il (vano) tentativo di depotenziare il caso mediatico non assicura un'uguale resa in ambito giudiziario, dato che, come è noto, giornalismo e giustizia si muovono su due binari totalmente diversi e ciò che è notiziabile spesso non costituisce reato e ciò che invece è reato talvolta non "sfonda" sotto il profilo mediatico.

L'altro tentativo degli avvocati Sammarco e Sarra è probabilmente quello di scoraggiare nuove pubblicazioni da parte dei giornalisti che, come sempre, rappresentano l'anello debole della catena e i soggetti contro cui è sempre più facile scagliarsi. Nel comunicato diffuso ieri, infatti, oltre a smentire ulteriormente ciò che appare impossibile smentire, ecco la solita minaccia cui sono avvezzi molti avvocati: "Poiché questo episodio ha turbato il normale corso del procedimento, nonché la serenità personale dell'indagato che sta vivendo un momento psicologicamente molto difficile, facciamo presente che si procederà in tutte le competenti sedi giudiziarie a tutela dei diritti e degli interessi del nostro assistito". Pronti a querelare i giornalisti, per quanto già pubblicato e per quanto verrà pubblicato in futuro.

Cosa che senza dubbio faremo. Abbiamo ricevuto e fronteggiato la richiesta di un alto (si fa per dire) magistrato di 500mila euro cash. Cosa potrà mai significare quindi l'avvertimento degli avvocati di Alberto Sarra?

Per approfondire:

LE DICHIARAZIONI DI SARRA http://ildispaccio.it/primo-piano/118303-alberto-sarra-vuota-il-sacco

LA SMENTITA DEI LEGALI http://ildispaccio.it/primo-piano/118378-i-legali-di-sarra-virgolettati-non-sono-sue-dichiarazioni

SARRA RESTA IN CARCERE http://ildispaccio.it/primo-piano/118551-rigettata-richiesta-scarcerazione-sarra-romeo-e-de-stefano

LA NUOVA SMENTITA DEI LEGALI: http://ildispaccio.it/primo-piano/118669-i-legali-di-sarra-comunicazione-giornalistica-si-e-fondata-su-grave-equivoco