Gli auto-oppositori di Mario Oliverio

oliverio mario500altradi Claudio Cordova - Siccome quel che resta del centrodestra regionale è, da tempo, utile stampella del governatore Mario Oliverio (il Nuovo Centrodestra dei Gentile) o chiassoso, inconcludente e insignificante agglomerato comporto da forza italioti, case della libertà e gruppi misti, da tempo, l'opposizione più accesa (che poi, si fa per dire eh...) a Oliverio arriva dai membri stessi della maggioranza regionale. Gli avvertimenti, le tirate d'orecchie, talvolta gli schiaffi, se arrivano dalla tua stessa parte politica, però, fanno ancor più male. Fisicamente e moralmente.

Troppo facile definire le sortite degli ultimi giorni di autorevoli personalità del centrosinistra regionale come "fuoco amico". Esse, infatti, rappresentano segnali molto preoccupanti di malessere interno, alla luce del lassismo e dell'inadeguatezza che hanno caratterizzato il primo anno e mezzo di amministrazione regionale. 

In tutti questi mesi, infatti, l'opposizione più serrata e documentata all'operato del Governatore Oliverio è stata rappresentata, su tutti, dal consigliere regionale Carlo Guccione e dall'unica consigliera donna, Flora Sculco. Il primo, probabilmente animato anche da un latente risentimento personale, alla luce dell'estromissione dalla Giunta dopo lo scandalo Rimborsopoli, si è acquietato nelle ultime settimane, probabilmente perché distratto dalla campagna elettorale per le Amministrative di Cosenza, rivelatesi poi un disastro per Guccione e per il centrosinistra. Costantemente agguerrita, invece, Flora Sculco, che non manca ad ogni piè sospinto di sottolineare le mancanze dell'Amministrazione Regionale, soprattutto in tema di pari opportunità. Lo ha fatto, ultima volta in ordine di tempo, nel celebrare il 2 giugno: "Nella prima seduta utile del Consiglio si approvi la legge sulla doppia preferenza di genere. Sarebbe un segnale positivo assumere questo impegno proprio in occasione della Festa della Repubblica, visto che per la prima volta il 2 giugno del '46 votarono le donne" disse. C'è poco da essere ottimisti, dato che, da mesi, il Consiglio Regionale non riesce a determinarsi circa la nomina della Commissione Pari Opportunità. Flora Sculco, tuttavia, non ha mancato di sottolineare tutta la propria disistima nei confronti della Giunta Regionale anche nel corso dell'ultimo weekend, commentando la decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare due leggi regionali in tema di sanità: "Questa figuraccia ricade sull'Esecutivo regionale che avrebbe dovuto correttamente indicare direttori generali e non prorogare i commissari. Ho pubblicamente denunciato, nell'immediatezza, la vergognosa pagina legislativa della Regione ed ho scritto al Presidente del Consiglio dei Ministri chiedendo di promuovere specifica impugnativa avverso la legge regionale n. 11/2016 nella parte in cui ha aumentato la durata temporale dell'incarico dei commissari straordinari, così come ho scritto anche al presidente dell'Anac, perché vigilasse su tutte le nomine deliberande, soprattutto in relazione all'Asp di Crotone ove è stato prorogato un commissario già in carica da oltre un anno, mentre la città di Crotone si accingeva ad andare al voto del 5 giugno per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco" dice Flora Sculco, concentrandosi soprattutto sulle dinamiche crotonesi, che più le stanno a cuore.

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Ma il fronte del dissenso sembra allargarsi. Sempre nell'ultimo weekend, è stato il Coordinamento Regionale dei Democratici Progressisti a richiamare all'attenzione Oliverio, chiedendo un "cambio di passo" su settori chiave per la Regione, quali sanità, trasporti, agricoltura e turismo. Non è un segnale politico di poco conto, perché dei Democratici Progressisti fanno parte tre autorevoli consiglieri regionali: da Giuseppe Neri, passando per Giuseppe Giudice Andrea, per finire al presidente della Commissione Regionale contro la 'ndrangheta, Arturo Bova. E i settori richiamati dal Coordinamento tenutosi a Lamezia Terme racchiudono di fatto la maggior parte dei punti nevralgici su cui una Giunta Regionale dovrebbe andare a incidere per stravolgere l'andamento di una regione al collasso sotto ogni punto di vista. Insomma, seppur con torni "moderati", dai Democratici Progressisti arriva una "messa in mora" prima della definitiva bocciatura. Bocciatura piena – e su un tema chiave come quello della sanità – da parte, invece, del consigliere regionale Dem, Mimmo Bevacqua. "Lo scorso anno ho partecipato alla vostra iniziativa con entusiasmo e ottimismo perché stavamo iniziando un percorso. Dopo un anno invece, sono costretto a ricredermi e sono qua per chiedervi scusa, manifestando tutta la mia amarezza. La sanità, in Calabria, è allo sbando e la colpa è di tutti" ha detto il consigliere intervenendo al convegno regionale del sindacato dei medici Cimo. E, sebbene sul tema il capro espiatorio di tutto (da destra e da sinistra) sia il Commissario per il Piano di Rientro, le parole di Bevacqua non possono che suonare come un ceffone ben assestato anche ai vertici regionali.

Un anno e mezzo di governo di centrosinistra consegnano tutto ciò. Una maggioranza che si sostiene grazie al grande inciucio con i Gentile e varie anime che – senza mai fare lo scatto di reni – manifestano tutta la propria insoddisfazione rispetto alle scelte di Oliverio. Scelte (poche) e spesso sbagliate. E dopo l'estate incombe la decisione sul ricorso presentato da Wanda Ferro. E più di qualcuno crede che il Governatore non avrà il tempo per far cambiare rotta al suo Esecutivo.

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Quelli dei Democratici Progressisti:

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