Trovati due cadaveri in Calabria: la politica di Renzi e Platì

renzileonardidi Claudio Cordova - Ha passato più anni in giro per segreterie politiche che non a giocare con le Barbie, sognando di ricoprire un ruolo politico, magari, chi lo sa, di parlamentare della Repubblica, quando, prima o poi, si dovrà ritornare al voto nazionale. Ricordate Anna Rita Leonardi? Promemoria: giovane tesserata del Partito Democratico; iperattiva sui social network, andando a stuzzicare questo o quel vip (salvo poi gridare allo scandalo in caso di "vaffanculo"); fan irriducibile di Antonio Bassolino (sic!); amica del cuore del sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ma candidata non eletta in consiglio comunale. Da ultimo, candidata a sindaco di Platì, con tanto di benedizione di Matteo Renzi.

Ecco, parliamo proprio di questo.

A poche ore dal deposito delle candidature, la giovane Leonardi ha annunciato tramite i social network (ovviamente...) la decisione di non concorrere alla carica di primo cittadino di Platì. Non una conferenza stampa in cui chiarire le motivazioni della scelta, non un'intervista, non un comunicato stampa.

Un post su social network.

E questo dopo mesi di battage mediatico, di endorsement di questo o quel politicante, forte della passerella con lo stesso premier Renzi, alla Leopolda. Delle sorti di Platì, il premier Renzi farà una campagna mediatica assai forte: l'iniziativa del suo Pd per salvare il borgo in provincia di Reggio Calabria, da sempre individuata come roccaforte della 'ndrangheta. Proprio su questo punto, si scatenò l'ira di molti sulle dichiarazioni del sottosegretario di Stato, con delega ai Servizi Segreti, Marco Minniti, che disse: "Il livello di radicamento del terrorismo jihadista a Molenbeek è come quello della 'ndrangheta a Platì in Calabria".

E se davvero si crede che l'uomo dei Servizi Segreti difficilmente parli a caso quando si esprime, nell'aria si doveva già percepire che per Anna Rita Leonardi non c'era da aspettarsi granché. Soprattutto perché nessuno, dal Pd, si affrettò a rivendicare la (presunta) dura lotta che il partito stava conducendo per riportare la democrazia in un Comune sciolto per 'ndrangheta e in cui, negli ultimi anni, non si è riusciti a formare una nuova maggioranza, talvolta proprio per l'assenza di candidati. Non c'è dubbio, quindi, che, come il parto della candidatura della Leonardi fosse da attribuire al primo ministro, ora si debba assolutamente ascrivere a lui il fallimento dell'operazione. Soprattutto perché la giovane (ex) candidata in questi mesi ha speso a più non posso la sponsorizzazione del premier, snobbando la politica locale, anche di rango alto (in termine elettorale, s'intende) come dirigenti del partito e consiglieri regionali. Un comportamento altezzoso, evidentemente per via dell'investitura dall'alto, che la Leonardi modificherà solo alcuni giorni fa, quando la situazione era già vicina al tracollo.

Il ritiro della candidatura della Leonardi, però, non fa altro che segnare il fallimento della politica-spettacolo del premier Renzi. A parte la trovata mediatica alla Leopolda (che si incastra, è bene ricordarlo, in una delle fasi più acute dello scandalo su Banca Etruria che ha coinvolto la famiglia del ministro Maria Elena Boschi) Renzi non ha però percorso con serietà quella che doveva essere una vera battaglia del Pd, soprattutto alla luce degli annunci sulla volontà di contrastare la 'ndrangheta. In primis, il presidente del Consiglio avrebbe dovuto visitare Platì, per dimostrare vicinanza a un territorio che ormai non ha più alcuna fiducia nelle Istituzioni. Avrebbe poi dovuto invitare pubblicamente gli alti papaveri del Partito Democratico a schierarsi in prima persona con una candidatura che potesse non solo legittimare la Leonardi, ma anche fornirle uno scudo rispetto a eventuali pressioni di vario genere.

E invece il buio oltre il palco della Leopolda.

Inevitabile che, in conclusione, finisca tutto nel nulla. Come in un gioco. Tanto di Renzi, quanto della Leonardi. Entrambi hanno giocato sulla pelle di Platì e dei suoi cittadini: il premier sfornando l'ennesimo slogan politico-elettorale, la giovane Leonardi acquistando popolarità, anche a livello nazionale. Ma, come recita una esilarante battuta del film "Birdman", pluripremiato agli Oscar, la "popolarità è la cuginetta zoccola del prestigio".

La verità è che al Partito Democratico di Platì non è mai interessato nulla. I Democratici da tempo danzano sul cadavere di una comunità, ormai sempre più sfiduciata. Come non ricordare la puttanata del segretario regionale, Ernesto Magorno, che nel maggio 2015, annunciò di essere pronto a candidarsi a sindaco, quando il termine per la presentazione delle liste, però, era già scaduto?

Se tutto ciò possa servire alla giovane piddina a continuare a frequentare le stanze della politica, sarà il tempo a dirlo. Ciò che resta, al momento, è grande tristezza per la meschina attività propagandistica, messa in atto dal premier, con l'accondiscendenza della giovane calabrese. Perché un luogo difficile come Platì merita una politica che si riappropri delle proprie prerogative. E, in questa vicenda, merita qualcosa in più rispetto a qualche riga su Facebook della diva Leonardi: "Giorni fa, a seguito di alcuni elementi emersi, sono stata convocata ad una riunione a Roma ed insieme ai vertici del partito, abbiamo dovuto constatare che non c'erano piu' le condizioni politiche e di agibilita' per svolgere serenamente la campagna elettorale". Anna Rita Leonardi (e i partecipanti a quest'oscura riunione) hanno il dovere di spiegare a un'intera comunità quali siano "le condizioni politiche e di agibilità" che sarebbero venute a mancare.

Fuori dal politichese.

Dica Anna Rita Leonardi se qualcuno l'ha minacciata o se qualcuno ha provato a intimidire qualcuno dei suoi candidati. Lo dica pubblicamente e lo denunci all'Autorità Giudiziaria. Altrimenti dimostrerà di non aver creduto al progetto, di aver utilizzato quel che resta di Platì per la sua carriera politica. Da tutta questa esperienza, infatti, Anna Rita Leonardi non ha fatto altro che trarre visibilità. Anche l'uscita di scena, assolutamente irrispettosa dei Platiesi, insinua un vittimismo di fondo che lascia sospettare la volontà di porsi come martire politico, sacrificato a causa delle solite logiche 'ndranghetiste.

Insomma, Anna Rita Leonardi tiene pronto nell'armadio il vestito da eroina antimafia, nel caso in cui Platì dovesse eleggere un sindaco e subire l'ennesimo scioglimento per 'ndrangheta...

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