I cavolini di Bruxelles

delegazioneregginabelgiodi Claudio Cordova - Ora che la nutrita delegazione reggina è tornata all'affetto dei propri cari, forse è il caso di ricominciare (o per alcuni iniziare) a usare un po' il cervello. Diverse decine di amministratori (o comunque soggetti gravitanti nel magico mondo della politica locale) sono rimasti bloccati per un giorno in albergo a Bruxelles, a causa dei gravissimi fatti terroristici che hanno colpito l'aeroporto della capitale belga e una delle sue principali stazioni della metropolitana. Alcuni sindaci della provincia di Reggio Calabria, ma, soprattutto, una folta (troppo folta) delegazione del Comune di Reggio Calabria. L'assessore Nino Zimbalatti, il presidente del Consiglio Comunale, Demetrio Delfino, i consiglieri Antonino Castorina e Giovanni Latella e, stando alle foto pubblicate, finanche quel Fabio Badami, già noto alle cronache giornalistiche degli scorsi mesi, per un'eccentrica nomina, per fumose tematiche legate ai Fondi Comunitari, disposta dal sindaco Giuseppe Falcomatà, nonostante il passato del cugino (acquisito) ex finanziere, tratto in arresto alcuni anni fa con l'accusa di concussione, avendo richiesto – secondo quanto denunciato da un commerciante della Piana di Gioia Tauro – 25mila euro insieme a un collega per non operare dei controlli. Reato prescritto.

Fin dalle prime ore successive alle esplosioni, sui social network, ma anche tramite whattsapp, alcuni dei membri della delegazione reggina hanno iniziato a inondare di informazioni, che abbiamo (in parte) pubblicato solo per dovere di cronaca, visti i gravi fatti che stavano interessando Bruxelles.

Parlare del comportamento, inappropriato, esagerato, ridicolo e patetico messo in atto da alcuni dei reggini in Belgio quando vi sono decine di vittime innocenti, forse è altrettanto inappropriato, esagerato, ridicolo e patetico. Ma il limite della decenza da parte di alcuni dei membri della delegazione è stato superato quasi subito e questo non può essere sottaciuto.

Non tanto con gli aggiornamenti forniti tramite whattsapp alla stampa, quanto con gli interventi su Facebook, i messaggi strappalacrime (rectius, strappa "Mi piace") sulle bacheche. Si sono messi in mezzo, come i cavoli a merenda, a una situazione drammatica e che segnerà sicuramente la storia e il futuro dell'Europa e del mondo. Foto di gruppo, l'ultima (quella che pubblichiamo a corredo del pezzo) la più patetica, con alcuni dei protagonisti sorridenti mentre spiccano il volo, lontani da morte e distruzione, verso la madrepatria. Non è sfuggito il tentativo di mostrarsi in pericolo quando – fortunatamente – la delegazione reggina si trovava nel proprio albergo, lontano dall'aeroporto, epicentro della follia terroristica. Il capogruppo del Partito Democratico, Antonino Castorina, è arrivato persino a girare un video-intervento con faccia assonnata e capelli arruffati, per spiegarci cosa stesse accadendo a Bruxelles.

Ciò che vorremmo sapere, invece, è cosa stessero facendo a Bruxelles, i nostri valorosi politici reggini. Ci piace immaginare (sperare) che fossero lì per lavorare a una programmazione che potesse garantire a Reggio Calabria un futuro degno, dato che, con i tanti fondi comunitari a disposizione, Reggio potrebbe davvero assurgere al ruolo di Città Metropolitana.

Ma, perdonate la diffidenza, visto il primo anno e mezzo dell'Amministrazione Falcomatà, non c'è molto da sperare.

Rileva senza dubbio, però, che la presenza numerica del Comune di Reggio Calabria è sembrata a molti piuttosto esagerata, soprattutto perché – ma siamo pronti a chiedere scusa in caso contrario – appare abbastanza inverosimile che i vari Zimbalatti, Delfino, Castorina, Latella e tutto il cucuzzaro fossero a Bruxelles a spese proprie, ma a quelle del Comune. Che, come è noto, non naviga in buone acque per colpe note e pregresse alla sgangherata truppa Falcomatà.

Attendiamo, comunque, la pubblicazione della nota spese sull'Albo Pretorio del Comune di Reggio Calabria.

Al momento, però, appare decisamente troppo folta la delegazione partita da Palazzo San Giorgio, che, ancor prima dei drammatici attentati, aveva dato sfoggio, sui social network, del clima di festa che si respirava nel corso dei vari incontri svolti. E siccome ci sfugge quale possa essere il contributo politico-amministrativo che a Bruxelles potessero dare tutti i presenti a Bruxelles, quale che fosse lo scopo della "missione", sarebbe auspicabile che le occasioni che la politica spesso ha di viaggiare, non divenissero, per taluni, l'occasione di vacanze a scrocco.

Ma sicuramente non sarà questo il caso.