Tuccio e Romeo nella stessa associazione segreta: intercettazioni e favori

tucciogiuseppe17aprdi Claudio Cordova - Tra i più stretti sodali di Paolo Romeo, sempre attivo nel tentativo di procacciare fondi pubblici per le attività di interesse, vi sarebbe stato l'ex magistrato Giuseppe Tuccio (nella foto), oggi in pensione ma con un passato fulgido anche in Cassazione.

La circostanza emerge dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Romeo e altre persone. Tuccio, invece, è indagato a piede libero perchè ritenuto partecipe della medesima associazione segreta.

In un'intercettazione telefonica del 2013, "a conferma del consolidato rapporto tra i due, fondato sul rispetto reciproco e sul mutuo scambio di favori", Tuccio non avrebbe mancato di rammentare a [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] la gioia quando lui, anni addietro, avrebbe fatto trasferire una sua parente al Nord, confessando la strumentalizzazione del ruolo di alto magistrato, "per fare conseguire un beneficio ad un parente di membro dell'associazione segreta". E, quindi, per finanziare un libro del magistrato – "Reggio, Città Metropolitana nell'area Metropolitana dello Stretto" - Romeo si sarebbe adoperato presso il presidente della Provincia, Peppe Raffa: "Ma il costo stabilito dal Romeo era clamorosamente più alto di quello stimato dallo stesso autore, con benefici per l'editore selezionato dallo stesso Romeo e spreco di risorse pubbliche, di fatto gestite da un soggetto estraneo all'Amministrazione Provinciale. Tuccio, rivoltosi alla casa editrice Kaleidon, avrebbe chiesto poi a Romeo di sollecitare l'editore che tardava a stampare il volume. Ma per Romeo quel volume meritava ben altro. E così si sarebbe proposto di parlare con l'editore per suggerire un incontro, anche alla presenza dell'assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria, al fine di promuovere l'acquisto di un centinaio di copie da parte dell'Ente al prezzo di 28 euro ciascuna: "Le ulteriori vicende saranno seguite dall'amico mio Paolo Romeo" scrive Tuccio all'editore. E sarà proprio così, dato che Romeo riuscirà a ottenere la totale copertura finanziaria da parte della Provincia e a favorire un'altra casa editrice Iiriti, cui l'avvocato riuscirà a imporre tutti i suoi desiderata. Ed è proprio Paolo Romeo a spiegare l'iter sotteso all'estromissione della casa editrice Kaleidon, ammettendo di aver voluto aiutare l'amico Iiriti, nonostante la presenza di preventivi più convenienti. Tanti i contatti tra Paolo Romeo e l'ex giudice Giuseppe Tuccio, in cui l'avvocato lo rassicura circa l'iter presso Palazzo Foti.

Ingerenze continue, quelle di Tuccio e Romeo, a detta degli inquirenti. L'ex magistrato in una conversazione sollecita l'avvocato a segnalare l'importanza del Programma Congressuale 2013 di Bologna, inerente l'investimento di finanziamenti POR 2014/2020 con ampia destinazione alle città metropolitane affinchè Romeo spingesse la Provincia a inviare un proprio rappresentante (il presidente Raffa o l'assessore Pirrotta): "Ora però guarda, assolutamente non dobbiamo scivolare, tu devi parlare con Raffa, anche a nome mio... ci deve andare qualcuno per rappresentare... va Pirrotta va qualcuno, però andateci e fatevi sentire perché è bello che il nostro nome compaia anche in queste circostanze... non mi deludere Paolo!". Telefonata che Romeo fa subito dopo all'assessore Pirrotta e che per gli inquirenti è la rappresentazione plastica dell'ingerenza massonico-'ndranghetista nelle istituzioni locali. E sarebbe stato lo stesso Tuccio a contattare personalmente Raffa per insistere sulla presenza reggina a Bologna.