I testimoni che avrebbero mentito sul concorso agli Ospedali Riuniti

reggiocalabria ospedaliriunitidi Claudio Cordova - Per gli investigatori avrebbero mentito. Avrebbero mentito nel corso delle sommarie informazioni rese in sede di indagine nell'ambito degli accertamenti sul concorso riguardante il reparto di Dermatologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria per cui sono finiti a giudizio i coniugi Demetrio Naccari e Valeria Falcomatà (vincitrice del concorso stesso) e altri soggetti, tutti responsabili, a vario titolo, delle presunte irregolarità procedurali rilevate dalla Procura.

I PROTAGONISTI

Le deposizioni (ritenute false) della dirigente Silvana Falvo e del veterinario Giorgio Piraino, si intrecciano con quella resa da un altro dirigente, Antonino Bonura (per il quale, comunque, la Procura non ipotizza alcunché di illecito). I tre testimoni verranno interrogati dagli investigatori coordinati dal pm Mauro Tenaglia sulle procedure con cui il dottor Giancarlo Valenti (gradito, secondo gli inquirenti, alla candidata Falcomatà) verrà nominato componente della commissione esaminatrice del concorso pubblico presso gli Ospedali Riuniti.

Sarà il Dirigente Generale pro tempore, Andrea Guerzoni, ad essere sentito sull'assenza di istruttoria agli atti dell'Ufficio da lui diretto riguardo la nomina di Valenti. Questi "rimpallerà" la responsabilità sulla dottoressa Silvana Falvo, che lo avrebbe rassicurato sulla correttezza dell'iter seguito.

Sullo stesso tema verrà interrogato anche il dirigente Bruno Zito, che subenterà alla Falvo. Questi riferirà come la procedura di nomina non abbia un iter procedurale preciso, ma che sarebbe il Dirigente pro tempore a individuare, in autonomia, il componente titolare e quello supplente. Zito, che affermerà come in passato tali nomine venissero effettuate tramite un contatto preliminare verso il professionista prescelto a cui chiedere disponibilità, non escluderà che anche per Valenti si sia proceduto in tal senso.

Tra gli atti acquisiti dalla Procura di Reggio Calabria presso il Dipartimento 13 della Regione Calabria, non vi sarebbe inoltre traccia alcuna dell'istruttoria seguita per la nomina di Valenti, quale Componente della Commissione giudicatrice (nomina regionale) del Concorso da Dirigente Medico di Primo Livello di dermatologia presso l'azienda ospedaliera "B.M.M." di Reggio Calabria.

"SUONARE LA STESSA MUSICA"

Sulle presunte menzogne raccontate agli inquirenti da parte dei testimoni, faranno luce le intercettazioni disposte che sveleranno alcuni comportamenti poco chiari. La dottoressa Falvo, per esempio, dopo essere stata convocata dagli inquirenti, si sarebbe adoperata immediatamente nel contattare personale della Regione al fine di elaborare una versione convincente dell'accaduto.

Gli intrecci riguardano dunque il veterinario Giorgio Piraino e Antonino Bonura (Vicario di Guerzoni all'epoca dei fatti). Tutti soggetti che sarebbero stati informati direttamente della nomina di Valenti. Sarebbe stato proprio Piraino a consigliare alla Falvo di contattare Bonura per concordare una versione identica.

Bisogna dunque fornire il medesimo racconto agli inquirenti. E bisogna interloquire, preferibilmente tramite utenze "sicure". Precauzioni che, per gli investigatori, sarebbero indicative del fatto che la nomina di Valenti sia frutto di accordi illeciti.

E così, quando comparirà davanti al pm Tenaglia, la dottoressa Falvo inizierà a raccontare l'iter seguito per la nomina di Valenti. Il compito sarebbe stato del dirigente Guerzoni. La Falvo, a suo dire, avrebbe solo estrapolato i nominativi dal computer. La Falvo negherà di aver sentito telefonicamente Piraino, non sapendo, però, di essere stata intercettata dagli inquirenti proprio nella telefonata con i "consigli" del veterinario. La donna si farà anche sfuggire un riferimento all'allora assessore Demetrio Naccari (che avrebbe incontrato lo stesso Guerzoni), salvo poi fare marcia indietro. Parlando con Bonura, però, la donna riferirà le risposte rese all'Autorità Giudiziaria, palesando, a detta degli inquirenti, un comportamento reticente.

LE NOMINE POLITICHE

A interessare agli inquirenti è, soprattutto, il rapporto tra la Falvo e Piraino. Questi si sentono altre volte dopo l'interrogatorio della donna e, a detta degli inquirenti, sarebbero coscienti di essere testimoni di un reato (la nomina di Valenti) ma dato lo spessore politico delle persone coinvolte, preferirebbero coscientemente coprirne eventuali responsabilità penali per paura di ritorsioni. E così avrebbero costantemente concordato la strategia da seguire, per sviare, rallentare e comunque impedire di risalire alla verità sulle procedure concorsuali.

Dalle intercettazioni disposte dalla Procura, si potrà apprezzare come, in più passaggi, gli interlocutori (Falvo e Piraino) manifesteranno la propria consapevolezza del fatto che i concorsi siano stati, da sempre, manovrati dai politici. Bonura e Piraino lo dicono alla Falvo in due distinte telefonate. Piraino, in particolare, dirà chiaramente alla Falvo, che avrebbe dovuto riferire all'A.G. la verità e cioè che la nomina di Valenti quale componente della Commissione giudicatrice era stata decisa da Guerzoni e Naccari.

Bonura, però, riferirà agli inquirenti di non sapere se durante il periodo in cui sono state redatte le nomine regionali di componente della commissione Guerzoni si sia incontrato con Naccari.