Ecco i politici che per la Dda furono appoggiati dai Paviglianiti

tripodipasqualedi Claudio Cordova - Diversi i politici citati nelle carte d'indagine. Nessuno di essi, però, risulta ufficialmente indagato. Il Gip di Reggio Calabria, Cinzia Barillà, che firma l'ordinanza di custodia cautelare per 52 persone nell'ambito dell'inchiesta "Ultima spiaggia", scrive chiaramente che gli accertamenti del pm Antonio De Bernardo avrebbero dimostrato "l'infiltrazione nella politica locale e le elezioni amministrative locali, in particolare le "consultazioni elettorali comunali in San Lorenzo 2010, le regionali 2010 e le provinciali 2011". L'inchiesta ha messo in luce la pervasività della cosca Paviglianiti, operante a San Lorenzo e Bagaladi: "Le indagini - scrive il gip - hanno evidenziato quanto sia pressante il condizionamento mafioso in seno alle amministrazioni comunali di San Lorenzo e Bagaladi: la cosca Paviglianiti conta tra le proprie fila amministratori comunali cui viene devoluto il compito di tutelare gli interessi dell'organizzazione criminale. Alcune circostanze rilevate sono indicative della penetrazione mafiosa e della facilità con cui la cosca colloca suoi uomini di fiducia nei punti chiave delle amministrazioni locali, tra cui alcuni familiari. Anche i contatti che esponenti di primo piano dei Paviglianiti hanno allacciato con gli amministratori comunali, i quali consapevolmente hanno favorito la cosca, sono fattori indicativi del carattere pervasivo del sodalizio mafioso".

E sono dure le parole che il Gip usa nei confronti dell'ex Amministrazione Comunale: "Dietro il risultato elettorale che, sancendo la nomina a sindaco di Pasquale Sapone, ha determinato la sconfitta della lista "Democrazia Legalità Trasparenza", capeggiata da Palmino Mangiola, si celano in realtà i veri giochi di potere messi in atto dalla cosca. A quest'ultima lista si ritiene siano stati attribuiti i connotati di una lista di copertura al fine di far assumere una parvenza di legalità alle consultazioni amministrative".

A dirlo è anche il collaboratore di giustizia, Giuseppe Ambrogio, uomo legato alla cosca Iamonte fino al momento dell'esecuzione dell'operazione "Ada", dell'inizio 2013: "I Paviglianiti sono stati sempre interessati alle vicende politico-amministrative, anche alle ultime elezioni Settimo Paviglianiti appoggiava la candidatura a Sindaco di Sapone ed il fratello Angelo quella di Palmino Mangiola".

Il potere della cosca di condizionare il regolare svolgimento delle consultazioni amministrative che determineranno la nomina dei componenti il consiglio comunale di San Lorenzo viene evidenziato, anche se con tono sarcastico, nel corso della conversazione ambientale captata dagli investigatori il 27 aprile 2010, quando lo stesso Palmino Mangiola, candidato alla carica di sindaco alle elezioni amministrative del 2010, in atto consigliere di minoranza, si rivolge a Settimo Paviglianiti affinché faccia portare dal sindaco in carica il catrame necessario per la manutenzione della strada (...digli al tuo sindaco...al tuo sindaco. ..di portare un poco di catrame per là fuori ... una volta che l'hai votato e l'hai fatto votare...).

"Le parole che Mangiola proferisce sono indicative del sostegno che l'amministrazione comunale in carica ha ricevuto dalla cosca. Mangiola Palmino è egli stesso un personaggio molto vicino a Paviglianiti Settimo ed il rapporto che intercorre tra i due, aldilà dal contenuto della conversazione di cui sopra e del risultato elettorale, si evince dalla frequenza con cui i due sono stati spesso notati insieme, circostanza indicativa del pieno appoggio di cui la cosca gode, anche presso gli amministratori comunali di minoranza" è scritto nelle carte d'indagine.

Nel 2013, al Comune di San Lorenzo, era stata inviata la commissione d'accesso antimafia, ma il Consiglio dei Ministri aveva deciso di non sciogliere l'Ente. Scioglimento giunto poi nel luglio successivo per le dimissioni del sindaco. Da allora il Comune è commissariato ed alle elezioni comunali del maggio scorso non sono state presentate liste.

Ma i condizionamenti ci sarebbero stati anche in occasione delle elezioni regionali del 2010, concomitanti con le comunali a San Lorenzo e Bagaladi: "Tra gli esponenti politici che sono risultati eletti a seguito delle consultazioni amministrative regionali - afferma il gip citando anche una precedente indagine - figura Tripodi Pasquale Maria (nella foto), candidato tra le fila dell'Udc (alle regionali del novembre scorso si è ricandidato con la lista Centro democratico senza essere eletto, ndr), nella coalizione a sostegno di Scopelliti Presidente, e che ha goduto della campagna elettorale fattagli, così come emerso nel corso di indagini di cui al procedimento penale nr. 1817/09 RGNR DDA, da Scaramozzino Antonio Mario, imprenditore edile, vicino alla cosca Paviglianiti".

In questo senso, emerge la figura di Antonio Mario Scaramozzino, attivo nel mercato dell'edilizia. Questi avrebbe curato la campagna elettorale di Pasquale Maria Tripodi, incaricandosi di raccogliere i voti a sostegno di quest'ultimo presso gli affiliati alla cosca Paviglianiti e venendo per tale motivo adeguatamente ricompensato del lavoro svolto. Il 29 marzo 2010, ad urne aperte, viene captata una conversazione tra lo stesso Scaramozzino e Tripodi, in cui il politico interroga Scaramozzino circa l'andamento delle stesse nei seggi ubicati a San Lorenzo e Melito di Porto Salvo (Tripodi: senti, ma a San Lorenzo tutto a posto?; Scaramozzino: si si si ... a Melito qualche cosa C 'è ...p oi ...p oi ti aggiorno, ti dico...).

"Il risultato elettorale non tradirà le aspettative di Tripodi Pasquale e della cosca che lo ha appoggiato, in quanto risulterà eletto con 10393 preferenze: il neo eletto Tripodi non mancherà di ripagare i suoi elettori, primo tra tutti Scaramozzino Antonio Mario al quale, come si evince dalle conversazioni intercettate, si premura egli stesso di notiziarlo dell'assegnazione all'incarico di Delegato Regionale in seno alla Deputazione Amministrativa del Consorzio di Bonifica del Basso Ionio Reggino: "...vedi che ti arriverà questa nomina domani o dopodomani ... che ti abbiamo nominato nel consorzio cim di Reggio ... ok? ..." si legge nelle carte.

"L'attività tecnica esperita ha confermato l'appoggio fornito dalla cosca Paviglianiti ad alcuni candidati alle elezioni amministrative provinciali del 2011" scrive ancora il Gip.

Ed è qui che emerge la figura di Giovanni Falcone, ma anche Annunziato Nastasi, che avrebbe dovuto svolgere un incontro elettorale presso il lido "La Cubana", tra i beni sottratti ai Paviglianiti: "L'evento politico a carattere conviviale, che di per sé potrebbe apparire privo di rilevanza investigativa, in realtà da fondamento all'asserita esistenza del rapporto che intercorre tra il Nastasi e la famiglia Paviglianiti ed in particolare al sostegno politico che gli appartenenti al sodalizio hanno fornito al candidato" è scritto nelle carte d'indagine. La vicinanza di Nastasi alla cosca Paviglianiti sarebbe altresì supportata dai servizi di controllo del territorio effettuati da personale della Compagnia Carabinieri di Melito di Porto Salvo. Un dato confermato anche dal collaboratore Ambrogio: "L'appoggio di Filippo Fontana alla candidatura di Costantino Gesualdo era sempre per conto dell'organizzazione, anzi preciso che doveva trattarsi delle elezioni provinciali in cui oltre a Costantino era candidato anche Nastasi Annunziato, che invece era appoggiato dai Paviglianiti".

"Il quadro che ne deriva è di sconfortante evidenza, non vi è elezione amministrativa che non sia sottoposta al "setaccio" dalla cosca di riferimento, al punto che la differenza tra le stesse non e più quella del livello territoriale interessato al rinnovo dei propri rappresentanti (comunale, provinciale, regionale), bensì del grado di vicinanza e di diretta "rappresentatività" del candidato, che si presceglie di appoggiare, agli interessi di parte della consorteria criminale e dei suoi maggiorenti, anziché a quelli pubblici della collettività per cui si procede" scrive infine il Gip Cinzia Barillà.