di Claudio Cordova - I Carabinieri parlano di "legami, rapporti, anche abbastanza stretti, con personaggi di primo piano del panorama politico nazionale". Il protagonista è l'ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria, attualmente imputato, insieme al suo successore, Gesualdo Costantino, nel procedimento "Ada". E agli atti del procedimento vi sono diverse evidenze che testimonierebbero i contatti e i rapporti tra Iaria e l'attuale sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marco Minniti, reggino dell'attuale Partito Democratico, che da molti anni tiene in mano le redini dei Servizi Segreti in Italia.
Iaria e Costantino sono ritenuti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, come personaggi a disposizione del potente clan Iamonte, che a Melito avrebbe condizionato ogni singolo respiro della vita cittadina, comprese le dinamiche politiche e burocratiche del Comune. E' il maresciallo Alessandro Zema dei Carabinieri a delineare i rapporti tra Iaria e i vertici del centrosinistra nazionale.
Melito Porto Salvo viene da due scioglimenti del Comune per infiltrazioni della 'ndrangheta, nel 1991 e nel 1996. Il terzo verrà decretato proprio sulla base delle risultanze dell'indagine "Ada". Nel racconto del maresciallo Zema siamo nel 2006: il 25 febbraio, quando Iaria è primo cittadino del Comune dell'Area Grecanica, si insedia la commissione d'accesso antimafia, nominata dal Prefetto di Reggio Calabria, Luigi De Sena, al fine di accertare l'eventuale condizionamento mafioso del Comune. Una relazione, quella della Commissione d'accesso, che non fa che anticipare, in qualche modo, quanto scoperto anche nell'indagine "Ada" del pm De Bernardo: "Il descritto contesto di invasiva presenza della cosca Iamonte sul tessuto socio-economico di Melito Porto Salvo, sufficiente di per sé a suscitare gravi preoccupazioni sull'attuale
situazione dell'ordine e della sicurezza pubblica nel territorio comunale, appare, in ragione degli accertamenti effettuati dalla commissione, suscettibile di contaminare le pubbliche amministrazioni e, quindi, anche il Comune".
In questa fase, i Carabinieri registrano i contatti tra Iaria e Minniti: "Proprio mentre è in corso lo svolgimento delle operazioni ad opera della commissione di accesso, Iaria Giuseppe è pienamente consapevole che, praticamente, le sorti della sua Giunta sono correlate agli esiti della consultazione elettorale, delle elezioni politiche che si stanno svolgendo proprio in quel periodo" spiega il maresciallo Zema al pm Antonio De Bernardo.
In quel periodo, siamo a metà 2006, è previsto il voto per le Politiche in Italia. E alcune conversazioni intercettate sull'utenza di Iaria testimonieranno il timore del primo cittadino, in quel momento uomo forte dei Democratici di Sinistra, che il Consiglio Comunale potesse essere oggetto di sicuro scioglimento nel caso di vittoria del centrodestra: "Intanto speriamo che vinca il centrosinistra, perché se vince il centrodestra, ci sciolgono" dice il maresciallo Zema, citando testualmente le intercettazioni a carico di Iaria.
Il sindaco di centrosinistra si sarebbe recato diverse volte a Roma per perorare la propria causa. Visite a Roma che si inquadrerebbero nel legame con Marco Minniti. Il maresciallo Zema parla di "ottimi rapporti" tra i due. Il reggino Domenico detto Marco, che all'epoca era capolista dell'Ulivo, in seguito alla vittoria della coalizione, sarà nominato viceministro dell'Interno del governo Prodi, il secondo governo Prodi.
Quasi come auspicato da Iaria che, in un'altra conversazione intercettata con un "avvocato" non identificato, parlerà anche di una sottoscrizione a sostegno della nomina di Minniti a ministro della Repubblica. A metà aprile del 2006 sarà lo stesso Minniti a dire a Iaria, in una conversazione intercettata, di essere certo della prossima nomina ministeriale. Il reggino Minniti, però, dovrà accontentarsi "solo" della nomina a viceministro dell'Interno: una circostanza che verrà commentata più volte da Iaria nelle varie conversazioni intercettate con altri soggetti.
Ma agli atti dell'indagine "Ada", oltre ai contatti con Minniti, vi sono anche quelli con un altro politico reggino, quel Luigi Meduri che sarà sottosegretario alle Infrastrutture nel secondo Governo Prodi. Proprio in uno dei viaggi di Iaria a Roma presso il Ministero dell'Interno (mentre si discute proprio dell'eventualità di procedere allo scioglimento del Consiglio Comunale di Melito Porto Salvo), Iaria concorderà di incontrarsi con Gigi Meduri. Da qui le conclusioni del maresciallo Zema: "Si ritiene possano essere tutti questi incontri tesi a scongiurare lo scioglimento del Comune".
Al termine di questo strano rapporto tra potenziale "sciolto" e incaricato "scioglitore", Iaria e il Comune di Melito supereranno indenni i duri rilievi della Commissione d'accesso. Nel 2006 si terranno nuove elezioni comunali e Iaria vincerà facilmente, divenendo nuovamente sindaco nei ranghi del centrosinistra.
I modi in cui Iaria (prima) e Costantino (poi) sarebbero diventati sindaci di Melito, sono racchiusi poi nell'indagine "Ada" del pm De Bernardo.