Fedele ai pm: “Mi interessai per carriera moglie del giudice Giglio”

fedeleluigi - di Claudio Cordova - Il decreto di citazione come persona informata sui fatti, del 3 dicembre 2011, porta in calce la firma del procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. Quando però, sei giorni dopo, il 9 dicembre, l'onorevole Luigi Fedele, attuale assessore regionale ai Trasporti della Regione Calabria, si recherà al quinto piano del palazzo di giustizia milanese, si troverà di fronte i sostituti Paolo Storari e Alessandra Dolci. Il giudice Enzo Giglio, il consigliere regionale Franco Morelli e molti altri presunti affiliati o concorrenti esterni del clan Lampada di Milano sono finiti in manette da nemmeno dieci giorni in un'indagine, eseguita dalla Dda del capoluogo lombardo, ma propaggine delle investigazioni messe in atto dal Ros dei Carabinieri di Reggio Calabria nell'ambito dell'indagine "Meta".

Fedele inizia la propria deposizione a metà mattinata e, per poco più di un'ora, viene interrogato quasi esclusivamente sui suoi rapporti con il giudice Giglio, con il politico Morelli ma, soprattutto, sull'incarico affidato alla moglie di Giglio, Alessandra Sarlo, divenuta in quel periodo commissario presso l'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia: "Ho una conoscenza maggiore con la dottoressa Sarlo Alessandra, moglie del giudice Vincenzo Giglio, la famiglia Sarlo è infatti una delle più conosciute e stimate di Reggio Calabria. Il giudice l'ho conosciuto nel marzo 2010 quando mi sono recato a casa sua ed era presente la moglie e alcuni parenti del giudice, tra cui anche il cugino Vincenzo Giglio medico. Nell'occasione il giudice mi disse che era intenzione della sua famiglia sostenermi elettoralmente in quanto, a suo avviso, io ero una persona perbene, che meritava il sostegno elettorale. Ha aggiunto che lui non poteva fare campagna elettorale direttamente, ma che la moglie e i parenti della moglie si sarebbero prodigati in questo senso".

Alle regionali del 2010, dunque, Enzo Giglio, che in quel periodo è un esponente di spicco di Magistratura Democratica (la corrente "di sinistra" delle toghe) avrebbe appoggiato dal punto di vista elettorale Luigi Fedele, membro assai noto prima di Forza Italia e poi del Popolo della Libertà. Un appoggio che, evidentemente, risulterà utile dato che Fedele, nelle consultazioni elettorali otterrà un eccellente risultato con l'elezione a Palazzo Campanella.

Quello delle regionali, dunque, potrebbe essere uno dei passaggi cruciali delle manovre che il giudice Giglio avrebbe messo in atto, tanto con Fedele, tanto con Morelli, per assicurare alla moglie una carriera lavorativa migliore: "Mi sono interessato – dice Fedele ai pm - per far sì che la dottoressa Sarlo, già dirigente alla Provincia di Reggio Calabria, venisse distaccata presso il Consiglio Regionale della Calabria, in quanto, a dire della Sarlo, in provincia la stessa aveva un problema di mobbing. Mi sono interessato con il presidente del consiglio regionale Talarico e col suo capo di Gabinetto, dottor Pasquale Crupi, ma non essendovi stata la possibilità in quanto mancavano posti in pianta organica, questa prospettiva è venuta meno". Un interessamento che, a detta di Fedele, sarebbe scattato anche su input dello stesso Morelli, che vantava amicizia tanto con la Sarlo, tanto con il giudice Giglio.

E non sarebbe stato facile accontentare la Sarlo (come risulterebbe dalle intercettazioni). Un particolare raccontato anche dallo stesso Fedele: "Dico a Morelli di aver proposto alla Sarlo un incarico di dirigente o capo struttura dell'assessore presso l'assessorato all'Ambiente. La Sarlo mi ha detto che a quel posto non era assolutamente interessata". Proprio nelle intercettazioni lo stesso Fedele si lamenterà con Morelli delle eccessive (o comunque non realizzabili) pretese della donna. Un interessamento, quello di Fedele, che sarebbe nato su esplicita richiesta dei diretti interessati, compreso il giudice Giglio: "Conoscevo da sempre la famiglia della dottoressa Sarlo, che so essere tra l'altro persona preparata nel suo lavoro e inoltre mi era arrivata una sollecitazione in tal senso anche da Franco Morelli [...] Rappresento che nel contesto politico è abbastanza usuale da parte nostra fare questo tipo di interventi".

Sarà lo stesso Fedele a comunicare a Morelli il posizionamento, come commissario all'Asp di Vibo Valentia, della moglie di Giglio: "La dottoressa Sarlo è sistemata per adesso" dice in una conversazione intercettata: "Tengo a precisare che io non mi sono mai interessato della nomina della Sarlo presso l'Asl di Vibo Valentia" dice Fedele ai pm Dolci e Storari. Nelle conversazioni intercettate, richiamate più volte nel corso dell'interrogatorio, Fedele e Morelli discuteranno anche del fatto che il Presidente della Giunta Regionale Scopelliti avesse piazzato negli incarichi apicali, tutti "amici" o, comunque, persone molto vicine a lui: "Va bè, ora si deve dare una regolata – dice Fedele a Morelli – non è che può pensare che si continua così".

Interrogato dai pm Dolci e Storari, Fedele tenderà in parte a minimizzare il rapporto mandato avanti con Morelli. In realtà, le intercettazioni telefoniche agli atti del procedimento in cui sono imputati i membri di spicco della famiglia Lampada, testimonierebbero un rapporto comunque confidenziale tra i due, che, più volte si scambieranno pareri, impressioni e timori circa le scelte di Giunta che il Governatore Giuseppe Scopelliti sarebbe andato a fare, escludendo i soggetti che avrebbero avuto problemi giudiziari. Fedele e Morelli, comunque, parlano apertamente delle possibilità che gli si potrebbero aprire e commentando l'importanza della commissione Bilancio di Palazzo Campanella, Fedele ammette candidamente: "La commissione al bilancio... quella è meglio del vicepresidente e te lo dico io da ex presidente del consiglio (nella propria carriera Fedele ha anche presieduto l'assemblea regionale, ndr) perché ci dà modo di inserire cose... di muoversi, tutto passa da lì [...] quando si discute il bilancio, tutte le televisioni, i giornali, i cosi parlano sempre del presidente della commissione [...] tutti i provvedimenti passano da lì per il parere e se ci anno cose che non ci piacciono gliele blocchiamo..."

Tornando alla sistemazione della Sarlo, questa stava molto a cuore, soprattutto a Morelli: "Morelli ci teneva che la Sarlo fosse a conoscenza che lui si era interessato per la sua nomina in generale dice Fedele ai pm - non certo quella di Vibo; di quella di Vibo Valentia con me Morelli non ha mai parlato". Dopo la nomina, comunque, siamo nel luglio 2010, Giglio non avrebbe mollato la presa, continuando a contattare i politici con cui era in rapporti, per sollecitare che la Provincia (di cui la Sarlo era dipendente) concedesse il nulla osta affinché la donna potesse acquisire il nuovo incarico. Fedele prometterà, via SMS, un interessamento a Giglio. Un interessamento che davanti ai pm di Milano prima smentirà, salvo poi fare una piccola retromarcia: "Forse qualche intervento l'ho fatto, ma nulla di più". Anche sul messaggio, intercettato, che Fedele invierà a Giglio dopo la nomina, "E' il minimo per la signora", l'attuale assessore ai Trasporti esclude che quel breve messaggio di testo potesse essere una risposta al ringraziamento di Enzo Giglio per l'interessamento in favore della moglie: "Negli SMS non si fanno lunghi discorsi, ma le risposte sono ovviamente sintetiche" dice Fedele.

Quel che è certo, comunque, ed è lo stesso Fedele a raccontarlo ai pm, che la Sarlo, cessata l'esperienza di commissario a Vibo Valentia, verrà nominata, dopo l'estate 2011, direttore generale di un dipartimento della Regione Calabria.