Il Gip su Cisterna: “Con Lo Giudice rapporti non sempre adamantini”

cisterna albertodi Claudio Cordova - L'archiviazione richiesta dalla Dda di Reggio Calabria e operata dal Gip Barbara Bennato alcuni mesi fa nei confronti del giudice Alberto Cisterna, libererà il campo da ogni dubbio: nessun rapporto corruttivo tra la cosca Lo Giudice e l'ex numero due della DNA, che a causa dei suoi rapporti con Luciano Lo Giudice subirà un duro procedimento disciplinare venendo trasferito a Tivoli con il ruolo di giudice civile. Altrettanto dure, però, saranno le parole adoperate dal Gip Bennato nei confronti di Cisterna: un decreto di archiviazione di alcuni mesi fa, ma mai divenuto pubblico.

Adesso, però, alcuni passaggi sono contenuti nelle carte che compongono il fascicolo a carico del pentito Antonio Di Dieco e dell'avvocatessa Claudia Conidi, nell'ambito dell'indagine sui cosiddetti "falsi pentiti" scesi in campo per screditare Nino Lo Giudice.

E proprio dalle dichiarazioni del "Nano" parte il ragionamento del Gip Bennato, che sottolinea come l'accusa nei confronti di Cisterna fosse stata portata avanti attraverso numerose fonti di prova "del tutto indipendenti dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia", come intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione di corrispondenza, tabulati telefonici, dichiarazioni di soggetti informati sui fatti, atti di altri procedimenti penali. E se il Gip Bennato non potrà che accogliere la richiesta della Dda di Reggio Calabria di archiviazione dell'accusa di corruzione in atti giudiziari, d'altro canto avrà modo di sottolineare i "non sempre adamantini rapporti tra il Dott. Cisterna e il Lo Giudice Luciano, conseguentemente avvalorando, sul punto, le dichiarazioni del collaboratore, dimostrandone la piena attendibilità ed escludendone qualsiasi intento calunnioso".

Nel suo decreto, il Gip Bennato parlerà di "anomalo e duraturo rapporto tra gli indagati". Un rapporto, quello tra Luciano Lo Giudice e Cisterna in cui il primo avrebbe fatto totale affidamento nei confronti del magistrato, nelle occasioni in cui sarebbe sorto un problema. Anche dopo l'arresto di Luciano, avvenuto nell'ottobre 2009: "Ciò che emerge dalla lettura degli atti, invero, legittima l'affermazione che l'aspettativa di Lo Giudice Luciano non si atteggiava alla stregua di una mera "speranza" di aiuto, di una millantata confidenza, di un intimo quanto mal posto convincimento di un efficace soccorso o di un qualificato ausilio, ma piuttosto di qualcosa di molto più pregnante, concreto, reale".  E anche sulle dichiarazioni di Nino Lo Giudice, arriverà la "bolla" di credibilità, peraltro già riconosciuta da altre pronunce dei Tribunali: "Le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Lo Giudice Antonino si ritengono in sé attendibili, non essendo emersi, allo stato, elementi dai quali desumere la sussistenza di un qualsivoglia intento calunnioso ai danni del Dott. Cisterna o comunque di un malcelato proposito di danneggiare gli indagati; tali dichiarazioni, rese con estrema spontaneità, con costanza, congruenza e linearità, risultano inoltre perfettamente corroborate da riscontri esterni. costituiti dalle acquisizioni documentali, dal contenuto delle captate conversazioni tra presenti intercorse tra Luciano Lo Giudice ed i suoi familiari nel periodo di detenzione del primo". E ancora: "Sotto altro profilo, va detto che le dichiarazioni di Lo Giudice Antonino non appaiono affatto scalfite da (pure plausibili) motivazioni opportunistiche e personali di una collaborazione, invece intimamente e faticosamente maturata anche in ragione degli strettissimi legami di sangue e/o di affinità esistenti con molti dei soggetti accusati".

Una pronuncia, quella del Gip Bennato, che precede – va detto – di diversi mesi i successivi oscuri sviluppi: la scomparsa di Nino Lo Giudice e i conseguenti due memoriali con cui il "Nano" ritratterà tutte le accuse (soprattutto quelle contro Cisterna), accusando, di converso, il "Gruppo Pignatone" di averlo costretto a rendere quelle pesanti affermazioni. Peraltro, contro il decreto di archiviazione del Gip Bennato il giudice Cisterna si è opposto, proprio a causa della durezza adoperata: "Abbiano il coraggio di processarmi" dirà alcuni mesi fa nel corso di una conferenza stampa. Un'opposizione, che Cisterna motiverà con la voglia di dimostrare in aula l'assoluta inconsistenza di ogni tesi accusatoria. Un fatto più unico che raro, visto che il Gip Bennato con altrettanta chiarezza ribadirà: "Non sono state affatto riscontrate in ordine alla dazione della somma di denaro (o altra utilità) a cagione dell'attività illecita asseritamente svolta .... omissis ... Tale risultanza comporta, in diritto, il mancato rispetto dei requisiti richiesti dalla Suprema Corte di Cassazione (l'acquisizione di riscontri esterni individualizzanti) per addivenire alla responsabilità penale di un soggetto accusato de relato da un collaboratore di giustizia".