Mezzo Melito Porto Salvo abusivo per favorire la cosca Iamonte

melitoportosalvovista 500di Claudio Cordova - Mezzo paese di fatto abusivo a causa dell'asservimento dell'Amministrazione Comunale di Melito Porto Salvo alla cosca Iamonte e alle ditte costruttrici ad essa riconducibile. Il dato emerge dalle ultime fasi del procedimento "Ada", nel quale il pubblico ministero Antonio De Bernardo (oggi trasferito alla Dda di Catanzaro) ha chiesto alcune settimane fa la condanna nei confronti di due ex sindaci del comune dell'Area Grecanica, Giuseppe Iaria e Gesualdo Costantino, accusati di connivenza proprio con il clan Iamonte.

E nella vicenda, peraltro già oggetto di un separato procedimento penale, emergerebbero, ancora una volta, le responsabilità dell'ex sindaco Iaria, ma anche dell'onnipotente dirigente comunale Francesco Maisano, nonché di Giovanni Tripodi, considerato imprenditore di riferimento della cosca Iamonte. Insieme ad altri soggetti, avrebbero posto in essere più delitti di falso materiale ed ideologico, abuso d'ufficio ed altri reati, volti evidentemente a lucrare ingenti profitti o vantaggi ingiusti per se stessi e per altri soggetti componenti il sodalizio criminoso o contigui all'organizzazione criminale. Il tutto attraverso il rilascio dei permessi di costruire e dei corrispondenti certificati di destinazione urbanistica, per se o altri soggetti, in totale spregio di quanto previsto dal PRG e dalla normativa di settore (D.P.R. 380/2001), comportando anche un'alterazione dal punto di vista paesaggistico, urbanistico ed ambientale e con il supporto – e a beneficio - delle principali ditte targate "Iamonte" (G.D. Costruzioni e FRA.VE.SA s.r.l.) per la realizzazione di unità immobiliari in zona non corrispondente al PRG vigente. Attività resa possibile dalla presenza dell'Ing. Maisano, nella sua qualità di responsabile dell'Ufficio Tecnico di Melito Porto Salvo, che ha garantito con il suo appoggio e consenso, ai vari soggetti il rilascio dei permessi di costruire in zone inibite ad edificabilità; tuttavia, attestando che si trattasse di zone comunque normate dalle previgenti norme tecniche di attuazione del PRG.

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Dalle indagini e dalle consulenze tecniche delegate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria emergerebbero difformità tra il PRG del Comune di Melito Porto Salvo approvato dalla Regione Calabria nel 2003 con decreto n. 6030 dell'08.05.2003 e le tavole grafiche (non ufficiali) dello stesso PRG, a firma dell'Ing. Ernesto Mensitieri, utilizzata dal personale dell'Ufficio Tecnico del Comune per poter rilasciare i Permessi di Costruire ed i certificati di destinazione urbanistica.

Nel 2003, il sindaco Giuseppe Iaria, appena eletto, dà incarico informale a Mensitieri di redigere le tavole delle osservazioni del PRG. Il suo lavoro consiste nella rielaborazione e/o aggiornamento delle tavole del PRG. Ma dalla documentazione raccolta emergerebbe che Mensitieri non avrebbe ottenuto mai un conferimento ufficiale per svolgere tale lavoro. Un ottimo biglietto di presentazione per Iaria, scampato negli scorsi anni allo scioglimento per 'ndrangheta, probabilmente grazie alle proprie importanti aderenze nei palazzi istituzionali romani. Con il Sindaco Giuseppe Iaria e con a capo dell'Ufficio Tecnico l'Ing. Francesco Maisano, il territorio melitese sarebbe stato deturpato ambientalmente e devastato urbanisticamente, per favorire gli interessi della cosca Iamonte e di alcune imprese intranei o vicini alla cosca (FRA.VE. SA e GD COSTRUZIONI).

Scrive il pm De Bernardo nella propria memoria depositata in Tribunale, con cui ricostruisce i fatti: "La città di Melito di Porto Salvo, al pari di molti altri centri della provincia reggina, è dovuta sottostare al giogo della 'ndrangheta: le inchieste giudiziarie che si sono succedute nel corso degli anni, hanno appurato come su Melito di Porto Salvo il predominio sia stato esercitato dalla cosca Iamonte, il cui capostipite, Natale Iamonte (oggi deceduto), avrebbe ceduto il testimone ai figli Antonino, Giuseppe, Vincenzo, Remingo ed in ultimo Carmelo. Il controllo asfissiante che la cosca ha esercitato ed esercita tuttora, sulla comunità melitese è un dato acquisito che nessun cittadino può sconfessare: le limitate dimensioni territoriali della città depongono a favore della tesi per cui nessuno dei circa undicimila abitanti della cittadina melitese, al di là del ruolo ricoperto in seno alla società, può asserire di non conoscere il ruolo criminale dei membri della famiglia Iamonte (ancor più se chiamato ad amministrare la cosa pubblica). Non si può non ricordare che il medesimo comune è stato sciolto ben tre volte per le infiltrazioni mafiose. Le inchieste giudiziarie hanno evidenziato gli interessi che la cosca Iamonte ha nutrito nei confronti dello sviluppo residenziale. Basti pensare che quando è stato arrestato il 30.07.2005, dopo una lunga latitanza, Vincenzo Iamonte, nel corso della perquisizione sono state rinvenute le tavole del PRG e altri elaborati grafici relativi al territorio del Comune di Melito di Porto Salvo (RC). Questo dato non può che affermare come la cosca abbia controllato tutte le attività svolte a Melito di Porto Salvo, stante il fatto che Vincenzo Iamonte, non essendo un tecnico e non avendo nessun requisito per essere in possesso delle tavole del PRG, che viene approvato in data 08.05.2003, quando lo stesso era latitante".

Il rinvenimento di parte del Piano Regolatore Generale del Comune di Melito di Porto Salvo e degli elaborati inerenti l'edificazione di alcuni complessi residenziali sarebbero dunque la prova tangibile dell'interesse che la cosca nutre anche per l'edilizia residenziale. Gli scopi illeciti che la cosca si è prefissa non sarebbero perseguibili se la stessa non avesse potuto contare sulla piena collaborazione della classe politica locale ed in particolare dell'apparato burocratico: in tale contesto si collocherebbero, infatti, il responsabile dell'Ufficio Tecnico del comune di Melito di Porto Salvo, Francesco Maisano, ed un dipendente comunale, suo collaboratore, Domenico Giuseppe Imbalzano, risultati essere due personaggi cardine di cui si è avvalsa la cosca.

Il monopolio nel settore edile detenuto dalla FRA.VE.SA. e dalla G.D. COSTRUZIONI, ritenute aziende di riferimento del clan Iamonte, emergerebbe quindi anche dall'analisi dei vari permessi di costruire: alle due ditte incaricate dai proprietari alla realizzazione delle opere edilizie sarebbero stati rilasciati dei Permessi a costruire in totale dispezzo alla normativa urbanistica.

Anche la classe politica rappresentata dal sindaco Giuseppe Iaria avrebbe contribuito a favorire la cosca Iamonte nonché le società costruttrici entranei alla cosca (FRA.VE.SA e G.D. Costruzioni). Quindi, procurando un illecito vantaggio dovuto alla costruzione di numerosi immobili presenti nel territorio comunale. Tale presupposto, ad avviso del pm De Bernardo, scaturisce dalla delibera di Giunta Comunale n. 115 del 27.05.2004 avente per oggetto: "Presa d'atto aggiornamento tavole Piano Regolatore Generale",con la quale rendeva immediatamente esecutivi gli elaborati del PRG ed i relativi articoli delle Norme Tecniche di Attuazione redatte dall'Ing. Mensitieri Ernesto, aggiornate con le osservazioni accolte dalla Regione Calabria con Decreto n. 6030 dell' 08.05.2003 che sarebbero alterate, perché alcune zone del PRG approvato non edificabili sono state rese edificabili invece, in altre zone è stata cambiata la destinazione urbanistica o ancora altre zone sono state ampliate. Questo ha comportato e comporterà una speculazione edilizia. L'intervento del sindaco Iaria non sarebbe da considerarsi di poco conto, anzi con il suo modus operandi e con la compiacenza della componente politica con la delibera di giunta ha approvato e reso esecutivo le tavole del PRG a firma dell'Ing. Mensitieri (ritenute falsificate ed alterate) senza che venissero approvate in Consiglio Comunale e poi essere mandate alla Regione Calabria per la successiva approvazione. Mensitieri, secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche, sarebbe stato un soggetto in contatto con Tripodi, esponente imprenditoriale del clan, e avrebbe anche incontrato il boss Remingo Iamonte. Mensitieri, in qualità di consulente del Comune di Melito Porto Salvo, avrebbe realizzato gli elaborati grafici non approvati dalla Regione Calabria, falsificando, alterando e comunque modificando nelle tavole del PRG arbitrariamente le zone del territorio melitese, tavole poi trasmesse alla Giunta Comunale.

Anche così, dunque, la cosca Iamonte – con Iaria prima e con Costantino poi – avrebbe continuato a esercitare il proprio controllo oppressivo sul Comune di Melito Porto Salvo: 'ndrangheta, politica e burocrazia avrebbero quindi concorso nel deturpare il territorio melitese, attraverso la falsificazione del Piano Regolatore. Gli amministratori comunali – Iaria e Costantino - che si sono alternati alla guida del Comune di Melito di Porto Salvo, nonché i funzionari ed i dipendenti dell'Ente, come il dirigente Maisano, avrebbero in diversa misura tutti intrattenuto rapporti con affiliati alla cosca Iamonte (FRA.VE.SA e G.D. Costruzioni): l'attività di indagine svolta nell'ambito del procedimento "Ada" avrebbe evidenziato come gli stessi non potevano essere all'oscuro che le persone con cui interloquivano fossero espressione degli interessi di una cosca mafiosa, la famiglia Iamonte, macellai entrati da anni nel gotha della 'ndrangheta.

Il dirigente dell'Ufficio Tecnico Comunale, Maisano, avrebbe formato i permessi di costruire n. 58/06 e 08/11, attestando che era stato "visto il PRG vigente approvato con Decreto della Regione Calabria n. 6030 del 8.05.2003", così implicitamente asseverando la conformità dell'opera autorizzata al PRG, fatto non conforme al vero in quanto sull'area interessata (AS7 - parchi tematici della natura) non è prevista l'edificazione ed altresì non era stata verificata la progettazione delle opere di urbanizzazione primaria (strada di collegamento e sistema di illuminazione). Maisano e Mensitieri avrebbero hanno fatto sì che, dalla manomissione delle tavole del PRG fossero emessi permessi di costruire e certificati di destinazione urbanistica che non sempre erano rispondenti alle reali zone urbanisticamente individuate nel PRG approvato.

Un Piano Regolatore illegittimo sotto vari punti di vista, secondo quanto verificato dagli inquirenti. Tutte manomissioni, riguardanti costruzioni in varie zone di Melito Porto Salvo, relative a lavori effettuati dalle aziende che sarebbero state nelle mani della cosca Iamonte.

Apparirebbero quindi chiare le responsabilità del Sindaco Iaria e dell'Ing. Maisano, la dolosa preordinazione, in combutta con l'Ing. Mensitieri, delle condizioni per l'agevolazione della consumazione dei successivi reati, sempre con la finalità di agevolare le imprese edili di interesse della cosca. Dopo l'approvazione del piano regolatore la "volontà popolare" (guarda caso coincidente con gli interessi della cosca Iamonte), per come ammesso dallo stesso Mensitieri – interrogato in aula - era quella di rendere nuovamente edificabili gran parte delle zone classificate AS7 (parchi tematici della natura), ben al di là di quanto avvenuto attraverso l'accoglimento di alcune osservazioni nel corso dell'iter che aveva condotto all'approvazione del Piano Regolatore. Scrive il pm De Bernardo: "Se a maggioranza la variante e'approvata il Comune e' tenuto ad esporre gli atti grafico/documentali in variante in modo da permettere ai cittadini di avanzare osservazioni. Le osservazioni accolte vengono approvate definitivamente dall'organo comunale che trasmette il tutto alla Regione che però può anche non approvare. Orbene, tutto questo nel caso in esame non è avvenuto. Si è preferito seguire un'altra strada, costellata di anomalie, violazioni di legge, il tutto per predisporre delle tavole "ufficiose", differenti dal piano regolatore approvato, in modo da precostituire una pezza d'appoggio documentale ai futuri abusi. Intanto il Maisano non poteva dare un incarico ufficiale di questo tipo; poiche' di fatto egli stesso sapeva benissimo che il p.r.g. sarebbe stato stravolto visto il numero di "correzioni/aggiornamenti" che il Mensitieri avrebbe dovuto apportare e che per tale motivo la Regione non avrebbe mai approvato una tale variente. Inoltre non esiste agli atti del Comune di Melito P.S. alcun documento ufficiale inoltrato da chicchessia avente ad oggetto l'eventuale richiesta di modifica di parti di territorio comunale in variante al p.r.g.".