Il pentito Scriva: “Il procuratore Tuccio mi disse che Filippone era amico di un suo amico…”. E il nome del boss della Piana scompare dal verbale…

Tuccio Giuseppe nuova 2di Claudio Cordova - Sarebbe un uomo molto influente della 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro, l'elemento di raccordo tra la cosca Piromalli e Cosa Nostra nella strategia stragista. Eppure per anni, Rocco Santo Filippone (arrestato oggi nell'ambito dell'inchiesta "Ndrangheta stragista") sarebbe rimasto immune alle indagini. Sono tanti i collaboratori di giustizia che parlano, ma le dichiarazioni più pregnanti arrivano dal collaboratore di giustizia Pino Scriva. Elementi utilissimi, peraltro, per comprendere che i rapporti sono diretti e di particolare rilievo fiduciario, vista la gestione di parte della latitanza del collaboratore di giustizia da parte della persona sottoposta ad indagini:

"A.D.R. Ho iniziato a collaborare con la giustizia nel 1983. Ho fatto parte di una famiglia di 'ndrangheta che porta il mio stesso nome. Anzi, posso dire che sono stato il primo a spiegare all'A.G. cosa è la 'Ndrangheta. Preciso che dal 1968 al 1983 sono stato quasi sempre detenuto salvo alcuni periodi in cui ero latitante in quanto ero riuscito ad evadere. Nel periodo in cui ero detenuto e quindi tra il 1969 e il 1983 i rapporti tra noi della 'Ndrangheta e quelli di Cosa Nostra erano cordiali, ma noi eravamo una cosa e loro un'altra. Non posso dire cosa è successo dopo il 1983 poiché ho interrotto qualsiasi rapporto con gli ambienti criminali di provenienza. Ho conosciuto tutti i principali esponenti della 'Ndrangheta della zona Tirrenica e anche Ionica. Ricordo BELLOCCO Umberto detto "asso di mazzo" cl.1937, Nino PESCE "testuni", Mommo PIROMALLI, il vecchio, morto nel 1979 che era il Capo dei Capi e la sua parola valeva in Calabria in Sicilia e altrove, Peppe PIROMALLI cl.1921, Pino PIROMALLI "facciazza". Quelli della famiglia PESCE li conoscevo praticamente tutti compreso Peppe il vecchio ed anche i MOLE'. Mi chiedete se ho conosciuto persone di 'ndrangheta a Melicucco ed io vi faccio i nomi di tali PRONESTI' e Rocco FILIPPONE. Mi chiedete di soffermarmi principalmente su quest'ultimo ed io vi dico che per la prima volta entrai in contatto con Rocco FILIPPONE quando mio cugino Rocco SCRIVA – 'ndranghetista responsabile dell'omicidio di Domenico CUNZOLO – doveva appoggiarsi in un posto sicuro per trascorrere la latitanza. Per tale ragione mio padre SCRIVA Francesco, mi disse di portare mio cugino Rocco presso il FILIPPONE. Il FILIPPONE aveva la disponibilità di una abitazione ( non so se fosse sua o meno) nel Comune di Anoia vicino a Melicucco. In questa casa trascorsero la latitanza non solo mio cugino Rocco ma anche MAESANO Domenico "Mico" e Giuseppe ROTOLO di Rizziconi, compaesano del primo. Costatai la presenza di questi ultimi proprio accompagnando mio cugino in questa abitazione di FILIPPONE che a sua volta abitava dalle parti di Melicucco in un'altra casa. Ciò avvenne nel 1965. Circa dieci anni dopo, nel 1975, essendo io latitante a seguito di una evasione, costatata la disponibilità del FILIPPONE in precedenza, trascorsi circa nove mesi della mia latitanza appoggiandomi a Rocco FILIPPONE che mi "teneva" in una Masseria di campagna poco prima di Melicucco. Passavamo molto tempo insieme nel senso che lui mi accompagnava nei miei spostamenti. Tenga presente che all'epoca vi era una guerra tra le famiglie FACCHINERI e RASO-ALBANESE, tutte di Cittanova. Luigi FACCHINERI uccise il 19 marzo uno degli ALBANESE e scoppiò la faida.

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Le parole di Pino Scriva sono gravissime, non solo circa l'appartenenza di Filippone alla 'ndrangheta, ma anche circa le presunte coperture di cui avrebbe goduto e, in particolare, quelle dell'allora procuratore di Palmi, Giuseppe Tuccio, oggi alla sbarra nel processo "Gotha", celebrato contro la masso-ndrangheta: "Voglio precisare un particolare su Rocco FILIPPONE: non è la prima volta che parlo di lui, feci il suo nome indicandolo come 'ndranghetista all'allora Procuratore di Palmi, dott. Giuseppe TUCCIO. Quando questi sentì questo nome, mi guardò e mi disse: "Rocco FILIPPONE è amico di un mio amico di Reggio Calabria". Capii al volo che Rocco FILIPPONE poteva dormire sonni tranquilli ed in effetti non solo non è mai stato processato negli anni a seguire per reati associativi legati alla 'ndrangheta ma, non fu scritto neanche il suo nome nel Verbale redatto dal dott. TUCCIO in occasione dell'interrogatorio che io resi al predetto negli anni 1983-1984 presso la Caserma dei Carabinieri di Tropea. Mi chiedete se dopo aver fatto il suo nome rileggendo il verbale ho notato che lo stesso non era riportato, e vi dico che così ricordo. Certo è che Rocco FILIPPONE non venne processato e il Procuratore TUCCIO mi disse chiaramente che era un amico di un amico.--------------------

A.D.R. Nel corso della mia latitanza presso il FILIPPONE ho visto con i miei occhi che lo stesso disponeva di armi, in particolare sia armi lunghe che corte.------------------------------

A.D.R. Il Procuratore TUCCIO non mi disse chi era l'amico del FILIPPONE.---------------