L'omicidio di Rocco Molè: i sospetti sulla cosca Piromalli

omicidioroccomole500di Claudio Cordova - Nell'interrogatorio del 9 luglio 2014, il collaboratore di giustizia Pietro Mesiani Mazzacuva ricorda come il cognato Mico Molè avesse sempre accreditato i cugini Piromalli della capacità di occultare i propri interessi, arrivando persino a far pagare il pizzo ad imprenditori loro soci in favore degli stessi Molè pur di non dover palesare a questi ultimi i loro interessi diretti in quella determinata attività imprenditoriale:

Pubblico Ministero: "Ma Mommo o Mico le hanno mai fatto riferimento alla famiglia Piromalli come particolarmente scaltri, che potevano mettere in essere situazioni particolari per non essere sgamati sull'attività che facevano, su qualche cosa?"

Mesiani Mazzacuva Pietro: "Quelli erano capaci di tutto e più furbi di tutti mi dicevano loro, Mico me lo diceva sempre, quelli non si fanno beccare, escono pure bene da certi processi, secondo loro avevano amicizie in alto, ma molto in alto, questo sì"

Pubblico Ministero: "Cioè tipo?"

Mesiani Mazzacuva Pietro: "Secondo loro erano soci in tante situazioni di cui nessuno sapeva niente"

Pubblico Ministero: "Tipo?"

Mesiani Mazzacuva Pietro: "Tipo Oliveri"

Pubblico Ministero: "Ah, ah"

Mesiani Mazzacuva Pietro: "Pensavano loro, però dice: «Se io vado a chiedere la mazzetta a Oliveri nessuno mi dice «A» e loro pure se sono soci fanno pagare la mazzetta purché noi non sappiamo che loro sono soci, questo è poco ma è sicuro.

Per decenni, le famiglie Piromalli e Molè sono state alleate, legate da vincoli di sangue e protese nel controllo congiunto di ogni respiro a Gioia Tauro e dintorni. Nel 2008, con l'omicidio del boss Rocco Molè, qualcosa si rompe. L'inchiesta "Provvidenza", curata dai pm Roberto Di Palma, Matteo Centini, Luca Miceli e Giulia Pantano, apre squarci di luce anche su quel delitto, avvenuto l'1 febbraio 2008, che ha cambiato la storia recente della Piana di Gioia Tauro. In quei mesi si consumava una frattura all'interno della cosca Piromalli-Mole', culminata poi con l'omicidio di Rocco Molè cl. 65, originata da una molteplicità di causali, non ultimo il patto stretto da Giuseppe Piromalli cl. 45, detto "Facciazza", con i "potatori", ossia gli Alvaro, con riferimento alla vicenda ALL-SERVICE, consumata proprio in danno dei Molè: fatti già emersi nell'inchiesta "Cent'anni di storia". Le indagini avrebbero inoltre accertato come con il trascorrere dei mesi dall'omicidio di Rocco Molè all'interno della cosca stessero sorgendo dubbi sulla lealtà di Domenico Stanganellli cl. 77, figlio del Professore e fratello di Antonio e Davide, e designato da Mommo Mole' come colui che avrebbe dovuto guidare la 'ndrina. Dubbio dovuto alla sua poca intraprendenza, al suo sottrarsi agli incontri con i sodali finalizzati a coordinare una reazione contro i Piromalli ritenuti responsabili dell'omicidio (in particolare il principale indagato dell'inchiesta "Provvidenza", Antonio Piromalli, definito a più riprese "mente malata"), al suo prestare fede all'offerta di aiuto da parte dei cugini.

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Da quegli eventi, scaturiscono anche i fatti oggetto dell'inchiesta "Provvidenza", dato che le acquisizioni investigative mostrano, ancora oggi, forte l'alleanza tra i Piromalli e gli Alvaro di Sinopoli. E del delitto di Rocco Molè parla ancora Pietro Mesiani Mazzacuva, sempre nell'interrogatorio del 9 luglio 2014:

... omissis ...

PM: CIOÈ DELL'OMICIDIO DI ROCCO MOLÈ..."

MESIANI MAZZACUVA: "Sì"

PM: "COSA SI È DETTO IN FAMIGLIA, LEI COSA SA, QUALI SONO LE ACQUISIZIONI FAMILIARI, INCOMINCIAMO IN QUESTA MANIERA, MI DICA..."

MESIANI MAZZACUVA: "Sì, allora"

PM: "...cosa ha saputo"

MESIANI MAZZACUVA: "IL PENSIERO VA... ALLORA, IL LORO PENSIERO È CHE CI SIA STATO, SE NON LA PARTECIPAZIONE, DICIAMO, IL MANDATO DIRETTO, MA SICURO IL LAVARSI LE MANI DI PINO PIROMALLI E DI SUO FIGLIO ANTONIO, SE NON DIRETTAMENTE, PERCHÉ LA MANO SUL FUOCO NON CE LA METTONO, PERCHÉ A MOMENTI DICONO «SÌ, SÌ» E A MOMENTI DICONO «NON SO», NEANCHE LORO RIESCONO A DEFINIRSI, PERÒ DICE: «SE NON LI HANNO MANDATI LORO DIRETTAMENTE, SICURO SI SONO LAVATI LE MANI, NON SI POTEVA AMMAZZARE MIO ZIO, DICEVANO LORO, SENZA CHE QUALCUNO AVESSE, QUANTOMENO FATTO COME PONZIO PILATO»"

... omissis ...

Il 4 agosto successivo, ancora Mesiani Mazzacuva racconta delle dinamiche criminali gioiesi, stipulate e modificate a suon di proiettili:

... omissis ...

PM: "MA ALLORA MI FACCIA CAPIRE UN ATTIMO, QUESTI BENEDETTI BRANDIMARTE..."

MESIANI MAZZACUVA: "Eh"

PM: "...CHE PARE CHE NON GLIENE IMPORTI NIENTE DI GIOIA TAURO, ALLORA ALLA FINE DEI CONTI GLI IMPORTA, PERCHÉ SPINGONO, PER ESEMPIO, I MOLÈ DI ANDARE A FARE QUESTA GUERRA"

MESIANI MAZZACUVA: "ALLORA, ATTENZIONE, LORO SPINGONO AD AMMAZZARE QUESTA GENTE PERCHÉ ALTRIMENTI VENGONO AMMAZZATI LORO, PERCHÉ LORO DICONO: «QUANDO ESCE ANTONIO PIROMALLI QUA CHE SUCCEDE? A NOI CI FANNO POLVERE»"

E sui sospetti che, negli ambienti criminali gioiesi, erano ricaduti addosso ai Piromalli circa l'omicidio di Rocco Molè parla anche un altro collaboratore di giustizia, Arcangelo Furfaro. E' il 12 gennaio 2015:

... omissis ...

FURFARO: "PINO PIROMALLI"

PM: "PERFETTO"

FURFARO: "Non c'è.. questo non..."

PM: "PINO.. PINO FACCIAZZA..."

FURFARO: "FACCIAZZA, FACCIA... PAPÀ DI ANTONIO"

PM: "IL PADRE DI ANTONIO"

FURFARO: "...MANDANTE DELL'OMICIDIO DI ROCCO MOLÈ..."