Rizziconi: così il sindaco si oppose allo strapotere della cosca Crea

bartuccionino500di Angela Panzera - All'inizio della sua esperienza da sindaco di Rizziconi dicevano che "Non andava bene " il suo modo di comportarsi. Era "accusato" di avere troppe manie di protagonismo, di controllare troppo le gare d'appalto per i servizi comunali, di interessarsi insomma a cose che di solito un sindaco non faceva, ma erano i dirigenti ad occuparsene. Una volta poi, che hanno compreso che Antonio Bartuccio non solo non si sarebbe piegato a nessun tipo di compromesso, politico, amministrativo e mafioso allora gli organi del comune hanno iniziato a delegittimarlo e a isolarlo. Ma dietro il loro agire. Per la Dda reggina, non c'erano "solo" beghe di partito, era la cosca Crea che lo ordinava. Ed è lo stesso Bartuccio a raccontarlo in aula nelle settimane scorse dinnanzi al Tribunale di Palmi. L'ex sindaco di Rizziconi, la cui amministrazione è stata sciolta recentemente, è stato chiamato a testimoniare dal pm antimafia Luca Miceli nell'ambito del processo "Deus". L'inchiesta è infatti partita dalle sue dichiarazioni. Il primo cittadino si è opposto, con le proprie circostanziate denunce, allo strapotere criminale della cosca Crea.. L'attività di indagine nasce nel 2010 e ha evidenziato come la 'ndrina sia capace di esercitare sul territorio una vera e propria "signoria" non solo nell'esercizio delle tipiche attività criminali ma anche nel totale condizionamento della vita pubblica. Le attività investigative sono iniziate infatti all'indomani delle elezioni amministrative indette per l'elezione del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale di Rizziconi, tenutesi il 28-29 Marzo 2010, cui partecipava una sola lista, essendone una seconda stata esclusa per irregolarità. L'elezione di Bartuccio, dunque, si incastrerà in un periodo di vuoto di potere a Rizziconi. Quando però capi e affiliati saranno scarcerati, tenteranno di condizionare la "cosa pubblica". Ma con Bartuccio non ci riusciranno. Il suo nome era già arrivato all'orecchio della cosca Crea quando per altre campagne elettorali svoltesi in passato ha saputo che Teodoro Crea in persona aveva chiesto informazioni sul suo conto. "Teodoro Crea a Rizziconi- ha detto l'ex sindaco- non è noto come un chierichetto e quindi io speravo, volevo che non si interessasse di me". Ma Poi i Crea, una volta eletto Sindaco, si interesseranno alla sua attività e a quella della amministrazione rizziconese.

Ed ecco che al Tribunale di Palmi Bartuccio racconta delle "pressioni" per i vari concorsi che il Comune ha bandito

BARTUCCIO: "sono stati banditi concorsi per cinque posti di lavoro, uno riguardava il Comandante dei Vigili Urbani e due quello di Direttore amministrativo, altri due... uno per Geometra... erano sei, uno per Geometra... due erano per Geometra e uno per Ingegnere.

PM MICELI: " A memoria, ricorda episodi, interventi particolari, questioni, controversie in relazione a questo concorso? C'è stato l'intervento di qualcuno degli imputati, direttamente o indirettamente per fare pressioni sul Comune affinché si assume questo piuttosto che quell'altro, affinché il concorso fosse vinto da uno piuttosto che da un altro?".

BARTUCCIO: "Sì, diciamo che sui concorsi ci fu una accesa polemica, comunque le procedure sono state eseguite secondo legge. Per quanto riguarda, in particolare, il posto per Geometra è stata fatta prima di tutto la procedura, è stata espletata la procedura di mobilità prevista dalla legge, e in quell'occasione partecipò un dipendente che era già in forza al comune di Rizziconi, perché in comando, proveniva se non ricordo male da Torino, era il geometra Cambareri, in quell'occasione fu fatta questa procedura di mobilità ed è stato esaminato dalla Commissione, che era composta dalla dottoressa Elisabetta Tripodi, che è il segretario comunale; dall'ingegnere Pappatico e dal geometra Miriadò, che erano rispettivamente responsabili dell'area Urbanistica e il responsabile dell'area lavori pubblici. Il geometra Cambareri superò la procedura di mobilità e successivamente, in relazione proprio a questa vicenda, ci fu un avvicinamento da parte di Girolamo Cutrì nei confronti del dottore Giovanni Calogero. Il quale mi disse che il Cutrì lo aveva avvicinato e gli aveva chiesto di intervenire affinché venisse garantito un posto, l'altro posto disponibile che era stato messo a concorso per Geometra, agli amici. Quando mi disse questa cosa, e mi pare che fece pure il nome, ma non so di chi si tratti, di un certo Rizzo, quando..."

PM MICELI: "Dottore, scusi, Rizzo sarebbe "gli amici" o colui che avrebbe dovuto vincere il concorso?"

BARTUCCIO: "No, Rizzo sarebbe colui il quale avrebbe dovuto vincere il concorso."

PM MICELI: "E invece dal contesto del discorso si capiva chi erano "gli amici"?

BARTUCCIO: "Sì, perché quando mi ha detto "gli amici" il dottore Calogero fece un gesto molto esplicito ed inequivocabile per farmi capire chi intendeva".

PM MICELI: "Ovvero?"

BARTUCCIO – "Fece questa mossa, proprio così, per farmi intendere..."

PRESIDENTE – "Dobbiamo dare atto, perché a verbale non rimane, un pugno chiuso..."

BARTUCCIO –" Un pugno chiuso rivolto verso il basso".

PRESIDENTE –" ...rivolto il basso".

BARTUCCIO –" Volendomi intendere u Murcu, che sarebbe Teodoro Crea".

P.M. MICELI –" Ho capito. Ha avuto seguito questa vicenda? Che cosa è successo? "

BARTUCCIO "Il dottore Calogero rispose che questa richiesta non poteva senz'altro essere in alcun modo esaudita, perché i concorsi si sarebbero svolti nella massima trasparenza e secondo legge. Addirittura gli disse, ripeto sempre queste parole che mi furono riferite dal dottore Calogero, il quale mi pregò allora di non dire nulla di tutto ciò, gli disse addirittura: "Uno ve lo siete preso voi" intendo evidentemente il Cambareri come qualcosa che avevamo avuto noi come amministrazione, e l'altro bisognava darlo agli amici".

P.M. MICELI – "Questo per quello che riguarda il concorso da Geometra, diciamo".

BARTUCCIO – "Sì, sì".

P.M. MICELI – "Per gli altri concorsi ha subìto delle pressioni?"

BARTUCCIO – "C'è stata una vicenda molto particolare per quanto riguarda sia quello per il concorso di Comandante dei Vigili Urbani, che per quello di ingegnere. Allora, per quanto riguarda quello del Comandante dei Vigili Urbani è successa una cosa molto strana, tenuto conto che anche al di là di questo c'erano da un lato questo tipo di pressioni sotterranee, ma dall'altro altro esisteva una sorta, chiamiamola così, di dialettica e di confronto politico attraverso manifesti, più o meno offensivi, più o meno che riguardavano anche aspetti personali, personali miei. In seguito ad uno di questi manifesti che, comunque, era a firma del consigliere Catananti, del consigliere comunale Catananti Giuseppe, il quale faceva diverse critiche in relazione ai concorsi, arrivarono le dimissioni di uno dei componenti della Commissione esaminatrice per quel posto, per il posto di Comandante dei Vigili. In quelle dimissioni il Comandante dei Vigili faceva esplicito riferimento, e spiegava che le sue dimissioni erano dovute proprio a quel manifesto. In particolare a due punti nei quali si alludeva ad una conoscenza personale da parte di tale componente della Commissione con uno dei candidati e al fatto che questi era di Messina. Quando mi informò la segretaria di questa decisione, non so se era arrivato già il fax da parte del Comandante dei Vigili, io chiesi esplicitamente alla segretaria se lei immaginava, se lei pensava che era stato minacciato, se pensava che magari, tenuto conto anche di un'altra vicenda che poi magari racconterò, che riguardava alcune rimostranze da parte dell'allora Comandante incaricato del servizio dei Vigili Urbani, che era Fabio Versace. E allora mi disse che avrebbe chiamato il dottor D'Amico, se non ricordo male, che è il Comandante dei Vigili del comune di Cittanova, per chiedere maggiori ragguagli. Poi in realtà, da questi maggiori ragguagli, lui spiegò qual erano quelle motivazioni, che aveva già indicato, e non ricordo se in quella stessa occasione o comunque avvenne successivamente mi disse che era stato contattato, questo è sicuro, successivamente questo è sicuro, non ricordo se lo riferì pure alla dottoressa Tripodi, che era stato contattato il Comandante dei Vigili di Oppido Mamertina per raccomandare Fabio Versace. Mi disse che questa raccomandazione era avvenuta dopo, era del vice Sindaco, del professore Umberto Calogero. In realtà poi c'era anche il dottore Giovanni Calogero a quell'incontro ad Oppido Mamertina. Lui spiegò dettagliatamente che i rapporti tra lui e il candidato erano..."

PRESIDENTE – "Lui chi?"

BARTUCCIO – "Tra il comandante D'Amico e quel candidato a cui faceva riferimento il Catananti in quel manifesto erano di lavoro e si riferivano a circa undici anni prima, in un contesto lavorativo con cinquecento dipendenti complessivamente. Poi mi pare lo scrisse pure nella lettera che l'allusione che faceva Catananti in relazione al fatto che avrebbe vinto questo signore di cui non ricordo il nome, ma era sicuramente di Messina, perché c'erano delle allusioni ai rapporti con la vicina Messina, che tra l'altro non era il primo dei candidati per quanto riguardava la prova scritta, che non aveva raggiunto la prima posizione. Chiese in relazione anche alla nostra preoccupazione che potesse saltare quel concorso, quindi con l'impossibilità poi successiva ad assegnare quel posto con il rischio di perderlo perché proprio in quell'anno il decreto legge 78 del 2010 aveva limitato, a partire dall'anno successivo, la possibilità di assunzione, infatti era necessario completare le procedure dei concorsi, perché a partire dall'anno 2011 si poteva assumere in ragione di un quinto rispetto ai pensionamenti dell'anno precedente. Tanto per capirci, su cinque pensionamenti poteva essere assunto un solo nuovo dipendente. E quindi noi eravamo preoccupati di questa cosa e lui ci chiese una lettera, che se non erro l'ha predisposta la dottoressa Tripodi, nella quale confermavamo la fiducia al dottore D'Amico affinché potesse proseguire nel suo lavoro. Così il dottore D'Amico ritirò le dimissioni da quella... desistette dall'intento, quindi da quello precedente, di lasciare la Commissione e poi i concorsi si svolsero regolarmente. Questo concorso fu vinto della dottoressa Luana Guglielmo, che svolgeva proprio questo lavoro, ma come Vigile Urbano nel comune di Locri".

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Le "pressioni" arrivavano a Rizziconi da ogni dove. Pure per l'appalto della pulizia delle strade Bartuccio ha rilevato come la cooperativa "Futura" che svolgeva il lavoro non era in regola. Sia perché quel bando difettava della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale, e quindi non era valido, ma la cooperativa (che era l'unica ad essersi presentata) non aveva i requisiti per partecipare al bando, nonostante se lo fosse aggiudicato. Ed ecco che il responsabile Cardaciotto si reca dal Sindaco per chiedere conto.

BARTUCCIO-" Cardaciotto in quella discussione che diventò anche un po' accesa, perché io ebbi l'impressione che stesse tentando anche di agire su di me..."

P.M. MICELI – "Di intimorirla in qualche modo?"

BARTUCCIO – "Di convincermi, diciamo intimorire no, ma di cercare di convincermi a fare qualcosa di illegale, di corrompermi diciamo così. Ho avuto quell'impressione...ho avuto quell'impressione, e io mi agitai, risposi in maniera netta e precisa, tant'è che credo il mio tono di voce alto si udì fuori dalla porta e se non ricordo male intervenne pure il segretario comunale, la dottoressa Tripodi che assistette in parte alla discussione con Cardaciotto. Al quale io gli dissi esplicitamente che se voleva vincere il concorso quello che doveva fare era partecipare e fare un'offerta più bassa degli altri, e quindi era quella la strada, cioè offrire lo stesso servizio di un... e gli disse che non doveva pagare mazzette a nessuno e soprattutto che non doveva pagare mazzette a nessuno degli Assessori o dei Consiglieri della mia amministrazione, tantomeno a quelli di amministrazioni precedenti, perché nessuno gli avrebbe potuto garantire una cosa del genere, se non commettendo un reato, e che se qualcuno gli avesse chiesto la mazzetta gli dissi di dirlo, qualcuno dei miei amministratori, mi riferivo alla politica in quel momento, gli dissi di dirlo a me, che avrei provveduto immediatamente, intanto, a ritirare le deleghe e poi a denunciare all'Autorità Giudiziaria questo comportamento criminoso. Lui in quel momento forse l'ho spiazzato, non lo so, comunque poi se ne andò da lì e la vicenda proseguì più avanti".

E infatti Bartuccio, per questo e per molto altro ha denunciato tutto alla Dda divenendo un vero simbolo della politica che non si presta alla malavita e lavora per lo Stato e i suoi cittadini.