Maltrattamenti su bimbi in asilo a Reggio Calabria: il racconto delle mamme

asiloviolenzebisdi Angela Panzera - «Nel mese di ottobre 2015 mia figlia Emanuela (nome di fantasia ndr) ha cominciato ad avere qualche piccolo problema che non riuscivo a spiegarmi. La bambina che in casa era autosufficiente inspiegabilmente a scuoia invece non riusciva a contenere i propri bisogni. Contemporaneamente ho dovuto constatare che la bambina di notte durante il sonno aveva dei problemi che prima non aveva mai avuto. Infatti la piccola aveva sempre il sonno agitato, spesso si svegliava piangendo e si irrigidiva e per due volte che io ricordo ha urlato «mi fanno male!, mi fanno male!». È il 27 maggio scorso.

A pronunciare queste frasi è la mamma delle due bimbe che ha fatto partire l'indagine della Guardia di finanza, denominata "Stop abuse" che giovedì scorso ha fatto finire agli arresti domiciliari, su ordine del gip reggino Adriana Trapani, R. G., 61 anni, e D. A. G., 37 anni, entrambe insegnanti in una scuola per l'infanzia pubblica del quartiere Gallico, periferia nord della città. Le due maestre sono accusate di reati gravissimi. Per il pm Teodoro Catananti le insegnanti avrebbero maltrattato, in modo continuato, numerosi bimbi che, nel corso del tempo, hanno frequentato l'asilo. In tutto sono 22 gli episodi delle presunte violenze. Le due donne sarebbero state violente nei confronti dei bimbi affidati dalle famiglie alle loro cure e soprattutto lo sarebbero state senza alcun motivo. Una storia di orrore, considerato che i bambini avevano poco più di 3, 4 anni, comunque meno di 6. Tutto parte dalla denuncia di una madre le cui due figlie avevano lamentato comportamenti troppo strani da poter essere giustificati con una semplice "svogliatezza" di andare a scuola.

«Spesso venivo contatta dalla scuola per portare la sostituzione dei vestiti in quanto la bambina restava bagnata durante la frequenza della scuoia materna. Vorrei sottolineare che gli atteggiamenti della piccola erano di nuovo cambiati ancora diventando aggressiva e spesso si metteva sulla difensiva. Circa a metà novembre 2mi recai presso la scuoia per riprendere le bimbe e trovai la più figli che era in braccio alla maestra R.G. che tentava di consolarla. Ovviamente chiesi che cosa era successo e la stessa mi riferì che la bambina, di tre anni, aveva litigato con altra bambina che frequenta l'asilo senza però dirmi altro (...) Lo stesso giorno mentre eravamo intenti a pranzare, anche con la presenza di mio marito, mia figlia più grande mi disse che la maestra aveva dato botte alla sorella Elena e per questo l'avevo trovata in quelle condizioni». Il giorno dopo la donna, insieme al marito, si reca in classe per chiedere spiegazioni, ma la maestra in questione non era presente; c'era solo l'altra che a detta della donna «era visibilmente in difficoltà e imbarazzata». Successivamente però la maestra giunge in classe «e mi disse di non permettermi di pensare o avanzare tali richieste di spiegazione in quanto nell'arco della sua quarantennale carriera mai gli era successo di avere avuto una richiesta simile». La mamma delle due bimbe però non si arrende; cerca un incontro con la dirigente della scuola, ma ad accoglierla troverà "solo" la segretaria la quale le consigliò di fissare un appuntamento con la preside.

L'incontro però non ci fu mai, le violenze invece continuarono. «Vorrei aggiungere, dice la donna, che le bambine mi riferirono però che i comportamenti aggressivi della maestra R.G. continuavano verso altri tre bimbi(..)che erano oggetto di sculacciate e colpi sulle mani facendomi vedere come la maestra colpiva i bambini sulle mani.», Furono le figlie a farle vedere cosa succedeva. Passano le settimane, ma la situazione non rientra. La figlia più piccola fa di tutto per non pranzare a scuola così da non doversi fermare il pomeriggio. Arriva a stare così male da chiedere di essere accudita dalla nonna per due settimane. La mamma acconsente solo per il bene della piccola.

«La bambina che io sorvegliavo e cercavo di tranquillizzare iniziò a raccontarmi vari episodi di maltrattamenti tanto che una volta ricordo che mi disse che la maestra R.G. l'aveva presa dai vestiti strattonandola e scuotendola fortemente. La bambina quando tornava casa ormai, fidandosi di me mi chiedeva di confermagli che lei era una bambina buona e che non era cattiva e che alla scuola materna si comportava bene e non era invece disubbidiente e monella.

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Non vuole andare in quella classe e alla madre in lacrime dirà: «che on voleva andare all'asilo perché la maestra era monella e la picchiava. Quando tornò a casa la sua prima richiesta fu quella di non andare più alla scuola materna ma tornare all'asilo privato gestito dalle suore che aveva frequentato prima della materna. Pian piano convinsi la bambina a ritornare presso la scuola materna però promettendogli che non la lasciavo a mensa andandola a riprendere prima. Comunque ogni mattina vi erano dei problemi perché lei cercava ogni escamotage per non andare alla scuola materna. Quando la bambina tornava dall'asilo mi riferiva che spesso era vittima dei maltrattamenti della maestra R.G. che la sculacciava sulle mani e pertanto era spesso terrorizzata. A tal punto la bambina era così ormai vittima del sistema che a chiunque gli chiedesse rispondeva che non voleva andare all'asilo perché la maestra era monella e la picchiava».

La donna era in serie difficoltà. Un giorno decise di chiamare il "Telefono azzurro" e di raccontare il calvario che stata vivendo la sua bambina e la sua famiglia. L'operatore contatta la scuola e la mamma della piccola viene ricevuta, finalmente, dal dirigente il quale mi consigliò di non mandare a scuola la bambina perché ormai la scuola era prossima alla chiusura e a settembre andare presso la scuola e formalizzare una richiesta per spostare la bambina in altra classe, motivando

che secondo lui ormai la bambina era andata in contrasto con l'insegnate e si era creato un clima di terrore che la bambina riferiva all'insegnate. Subito dopo però la situazione non è migliorata tanto che dopo il mio incontro con il dirigente la maestra R.G. tornò a tenere nei nostri confronti un atteggiamento molto distaccato e freddo». Siamo a metà maggio, la piccola torna a scuola e quando capisce che una mattina andrà con un'altra maestra, non fa capricci e finalmente lascia la gamba della madre a cui si era attaccata per paura di far ritorno dall'insegnante, che secondo il suo racconto, la picchiava. Stando sempre alla denuncia per due giorni, ossia il 25 e il 26 maggio scorsi la maestra tornò di nuovo a picchiare entrambe le sue figlie. Grazie alla sua testimonianza la Finanza installa diverse telecamere in aula: le presunte violenze riguarderanno anche altri bambini vessati, insultati, malmenati senza alcuni valido motivo. Le sue parole sono state riscontrate e gli inquirenti le hanno creduto. Purtroppo nei filmati registrate dalle Fiamme Gialle il quadro appare ancora più grave: non solo le sue due bambine, ma anche altri furono oggetti di violenze e maltrattamenti. Inoltre, c'era anche un'altra maestra a compiere tali vessazioni. Adesso entrambe sono agli arresti domiciliari. A breve, tra lunedì e martedì, compariranno davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia,