Il potere occulto di Romeo su Cammera e sui lavori pubblici di Reggio Calabria

cammeramarcellogiovane 500di Claudio Cordova - Un rapporto forte, cementificato dal tempo e dal mutuo soccorso. Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria cristallizza il binomio formato dall'avvocato Paolo Romeo, considerato il capo della cupola segreta della 'ndrangheta, e l'architetto Marcello Cammera, per anni onnipotente dirigente di Palazzo San Giorgio. Le dinamiche criminali interlacciate dai due vengono ripercorse e valorizzate dal Tdl, che ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Romeo, con riferimento al procedimento "Reghion", con cui la Dda di Reggio Calabria è convinta di aver scoperto il sistema di tangenti di cui Cammera sarebbe stato elemento fondamentale e l'ingerenza di Romeo, e quindi dell'associazione segreta - di cui farebbero capo professionisti, politici, imprenditori, ex magistrati e molte altre figure chiave – nelle scelte operate dal Comune di Reggio Calabria.

Grazie all'azione del potentissimo dirigente del settore lavori pubblici del comune di Reggio Calabria, Marcello Cammera, si era formato e consolidato un "comitato d'affari" capace di gestire la macchina amministrativa comunale, nell'interesse della 'ndrangheta: posizione verticistica è occupata dall'Avv. Paolo Romeo, e, appunto, Cammera, a cui viene contestata l'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa e le cui condotte si sono sostanzialmente concretizzate in una serie di azioni poste in essere al fine di consentire a imprese mafiose l'ottenimento di appalti, aggirando o eludendo la normativa antimafia, veicolando contratti multimilionari in favore di alleanze imprenditoriali nelle quali l'Avvocato Romeo aveva significativa influenza e co-interessenze, creando condizioni pretestuose per orientare, illecitamente, l'aggiudicazione di appalti pubblici. Tra le numerose opere pubbliche oggetto di indagine, particolare attenzione è stata riservata all'aggiudicazione della gara d'appalto pubblico integrato, in project financing, avente ad oggetto il completamento e l'ottimizzazione del sistema di depurazione delle acque, nonché la gestione delle risorse idriche nella città di Reggio Calabria, del valore di oltre € 250.000.000, il cui coordinamento era demandato al settore progettazione ed esecuzione LL.PP del Comune di Reggio Calabria. Le vicende connesse dapprima alla predisposizione del bando di gara, quindi all'aggiudicazione, infine alla stipula della conseguente convenzione tra l'ente pubblico e l'aggiudicatario dell'appalto per la gestione pluriennale del servizio idrico a Reggio Calabria, hanno costituito esempio paradigmatico del mercimonio delle pubbliche funzioni e della sottomissione dell'interesse pubblico a quello privato che sono gli elementi emergenti in maniera tanto disarmante e desolante, quanto eclatante dall'intera indagine.

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In relazione alla procedura di gara per l'affidamento dell'appalto plurimilionario relativo ai lavori di realizzazione e gestione del servizio idrico integrato del Comune di Reggio Calabria, il Tdl stigmatizza la complicità fra i pubblici funzionari (Marcello Cammera e Bruno Fortugno) e gli imprenditori privati (Domenico Barbieri, Domenico Kappler e altri): "Complicità costruita sulla base delle indicazioni e delle interferenze di Paolo Romeo, regista occulto ma onnipresente del piano criminoso, la gara d'appalto era stata pesantemente condizionata al fine di favorire gli interessi espressi dalla holding formata dalla Idroreghion Scarl, sorta dalle ceneri della locale Acquereggine, e dalla spagnola Acciona Agua Servicios S.L.".

L'affare del servizio idrico, dunque, sarebbe stato ideato e progettato da Paolo Romeo: "E' emersa una chiara influenza di Romeo nella procedura che ha portato all'aggiudicazione da parte della cordata Idroreghion dell'appalto plurimilionario in relazione alle risorse idriche del Comune di Reggio Calabria: il suo contributo non può dirsi limitato a un concorso morale sub specie di rafforzamento dell'altrui proposito criminoso, ma deve intendersi concretizzato in un fattivo apporto alla riuscita del piano illecito, tanto importante in quanto intervenuto principalmente nelle fasi di difficoltà in funzione di raccordo delle altrui condotte illecite e di regia complessiva dell'operazione".

Un'intera città nella sue mani. Imprenditori, dirigenti comunali, giornalisti. Una rete di relazioni infinita, grazie alla quale l'avvocato Paolo Romeo avrebbe controllato tutto: dopo l'inchiesta "Fata Morgana", che ha svelato l'esistenza di un'associazione segreta capace di condizionare le sorti di Reggio Calabria, è l'indagine "Reghion" a cristallizzare, nuovamente, la pervasività del potere di Romeo. E anche il Tribunale della libertà, con le motivazioni che tengono in carcere l'avvocato, tira il filo rosso che lega le due inchieste: "Affermata l'esistenza di un sistema di potere occulto, di matrice 'ndranghetistica, di cui Romeo e Cammera sono parte, si dà contezza di come questo operi nello specifico settore della Pubblica Amministrazione e dei Lavori Pubblici in particolare, attraverso il sistematico sviamento della discrezionalità amministrativa dal perseguimento dell'interesse pubblico grazie a funzionari infedeli manovrati da Paolo Romeo, espressione degli interessi dell'associazione segreta". Un vero e proprio sistema, in cui l'associazione segreta che governa Reggio Calabria sarebbe stato il collante: "I risalenti rapporti tra Marcello Cammera e Paolo Romeo si estrinsecano, secondo quanto emerso dalle investigazioni, in un susseguirsi di favori reciproci, circostanza questa resa evidente in particolar modo dalla vicenda dell'assunzione di Toni Cammera presso la Alluminio Conduttori Srl, una delle tante contropartite rispetto ad azioni contrarie agli interessi pubblici poste in essere dal funzionario infedele Cammera e dalle quali questi tentava di ricavare quanti più vantaggi personali possibili".

Una complicità oscura messa in atto alle spalle dell'assessore comunale Angela Marcianò, che proverà a opporsi allo strapotere del dirigente Cammera.

Già condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa, Romeo avrebbe dunque continuato a tessere relazioni. Quelle relazioni di cui è maestro da anni. Dagli anni '70, quando avrebbe rappresentato un punto di riferimento per la destra eversiva. Ora il contesto cambia e ha per protagonista anche l'architetto Cammera, con cui Romeo vanta rapporti assai datati, come certificato dall'inchiesta sul "Caso Reggio", da cui, tuttavia, tutti i soggetti coinvolti usciranno puliti: "Il rapporto privilegiato con l'architetto Marcello Cammera, dirigente del settore dei Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria, ha consentito a Paolo Romeo e agli imprenditori a lui vicini di infiltrarsi nella Pubblica Amministrazione, condizionandone pesantemente le scelte discrezionali".

Già, la Pubblica Amministrazione. Senza la complicità di funzionari infedeli come Cammera (ma non solo) non sarebbe stato possibile avere gioco facile a discapito dell'Ente: "I risparmi di spesa consentiti ad Acquereggine da Fortugno e da Cammera sono l'ulteriore elemento che conferma la loro condotta di favoreggiamento illecito degli interessi aziendali, a discapito di quelli pubblici. La cura di questi ultimi avrebbe loro imposto – a fronte delle penose condizioni del sistema depurativo cittadino, con conseguenti sversamenti in mare di liquame fognario non trattato che vilipendono la bellezza della costa, frustrando l'attrattiva turistica marina – di imporre all'impresa privata di ricorrere al massimo delle spese straordinarie previste dal rapporto contrattuale, al fine di rendere più efficiente possibile il servizio. Ma ben altri e ben diversi erano gli interessi che Cammera e Fortugno tutelavano nell'adempimento del loro munus pubblico di cui avevano fatto ampio, stabile, mercimonio".

Così, dunque, l'affare sarebbe andato avanti, favorendo il gruppo di Domenico Barbieri, imprenditore di riferimento di Paolo Romeo: "Il livello di solidarietà e cointeressenza esistente tra Romeo e Cammera e la sinergia creata ed alimentata dai rispettivi ruoli coinvolgente gli interessi della 'ndrangheta e degli esponenti partecipi o collusi con la stessa. [...] Romeo si è speso per procurare a Barbieri un'interlocuzione privilegiata con Cammera in relazione alla seconda proroga in favore di Acquereggine [...] tale favore è sinallagmaticamente riconducibile alle cointeressenze imprenditoriali vantate da Romeo nei confronti delle imprese finanziate e/o di fatto gestite da Barbieri".

Meccanismi assai sofisticati, in cui la componente mafiosa è forte, ma da tempo ha abbandonato i metodi violenti, basandosi sull'abilità strategica. Anche manipolando la stampa, come nel caso della giornalista Teresa Munari, che sarebbe stata raccomandata dallo stesso Romeo per l'ingresso ne "Il Garantista" e che insieme all'avvocato avrebbe ordito campagne di stampa per favorire l'amico Cammera, come quando il dirigente, nella bufera, deciderà di chiedere volontariamente il trasferimento di settore: "Anche la vicenda delle dimissioni di Cammera, astutamente costruita parallelamente a una campagna mediatica a supporto della sua immagine pubblica grazie all'ausilio della Munari, dimostra l'altissimo livello delle interlocuzioni di Romeo e la sua imponente influenza presso organi di vertice a livello istituzionale e politico".

Una mossa strumentale, tipica della nuova masso-ndrangheta.