Business rifiuti a Reggio, parla Aiello: “Il connubio Naccari-Caridi-Scopelliti”

occmammasantissimadi Angela Panzera - Ancora restano oscure le motivazioni che hanno portato Salvatore Aiello, l'ex direttore operativo di Fata Morgana spa, a collaborare con la Dda reggina, così come ancora non è noto il movente dell'atto intimidatorio a suo carico, ma quel che è certo è che da "pedina" dei clan all'interno della società che gestiva la raccolta dei rifiuti e la differenziata in città, Aiello ha deciso di interrompere quel filo mafioso che per tre anni, dal 2017 al 2010, lo ha portato a bussare non solo alla porta della cosca Commisso per sistemare la situazione sulla Locride, ma anche ad essere in contatto con la politica, la cosca De Stefano e la 'ndrangheta in generale che il gip Domenico Santoro nelle oltre duemila pagine dell'ordinanza "Mammasantissima" ha definito il "socio di maggioranza" del comune di Reggio Calabria.

Il settore dei rifiuti è cosa risaputa ha sempre interessato il malaffare e le organizzazioni criminali. Ma in riva allo Stretto ci siamo distinti, da un lato per le anomalie societarie dall'altro per la diretta inglobazione, da parte della 'ndrangheta, dei principali apparati operativi delle società miste, come avrebbe dimostrato l'inchiesta "Leonia".

--banner--

Ma andiamo per ordine.

A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti del 1997, l'attività di raccolta è stata prima affidata alla Ecotherm Spa, componente l'Ati città Vivibile e successivamente, a partire dal giugno/luglio 2004, alle società Leonia Spa e Fata Morgana Spa le quali curavano la raccolta dei rifiuti solidi urbani rispettivamente nelle modalità indifferenziato e differenziato. Poi il sedici giugno 2010– terminate le proroghe per il servizio RSU differenziata a favore della Fata Morgana Spa– si verificava il subentro di Leonia Spache andava quindi ad occuparsi della raccolta dei rifiuti solidi ubrani, differenziati ed indifferenziati. "Quindi tra il giugno/luglio 2004 ed il 16 giugno 2010- scrive il gip- si è registrata l'anomala presenza di due società miste pubblico/private che si interessavano della raccolta dei rifiuti nel capoluogo". Tutte queste scatole societarie e tutta l'ingerenza delle 'ndrine nel settore sono analizzate all'interno dell'ordinanza "Mamma santissima" in ben quattro paragrafi e già dal titolo di essi si comprende come a Reggio Calabria mafia e politica sono una cosa sola. Il gip infatti analizza le dichiarazioni di Aiello per i rapporti fra Fata Morgana e i mafiosi, fra fata morgana e politici, i rapporti fra mafiosi e politici e sul punto il gip Santoro chiosa lapidario: " il primo aspetto da analizzare è quello dei rapporti tra Aiello ed i «mafiosi» tenuto conto che i «politici» sono da considerarsi una promanazione strategica dei primi". È nell'interrogatorio con il pm antimafia Giuseppe Lombardo che Aiello spiega tutto.

«Paolo Caponera De Stefano» gli riferì che «Antonio Caridi era cosa loro» come pure l'«allora Sindaco Scopelliti» - che sempre De Stefano definiva «bambolotto» - Aiello confermava che queste informazioni gli vennero riferite sempre in occasioni di appuntamenti finalizzati a sollecitare «assunzioni»: l'espressione utilizzata fu proprio «cosa loro» e ad utilizzarla fu «Paolo Rosario Caponera» che, di temperamento «sanguigno», allorquando Aiello lamentava le pressioni politiche disse anche «lasciali fottere che sono cose che stabiliamo noi che cazzo si deve fare... la politica non centra nulla».

«Un accenno» in tal senso lo fece «anche il Giunco». Sul conto di «Rosario De Stefano » riferiva che «in quel periodo davvero faceva quello che voleva», «erano talmente padroni della cosa ... della città» che in un'occasione «gli ho sentito dire a Giunco di andare da Bilardi e fargli dare la pensione a sua madre», poiché «Bilardi allora era medico alla commissione invalidi»

Sui rapporti con la società Aiello afferma e a chiare lettere che i De Stefano «dicevano che la Fata Morgana sono loro» tant'è che «loro», oltre naturalmente a pretendere 15.000,00 euro mensili, «stabilivano i fornitori». Nella fase dei negoziati volti a stabilire l'ammontare della pretesa estorsiva, Paolo Rosario De Stefano, disse anche «parla con me che hai parlato con tutti», «lei ha a che fare con noi» talché sarebbe risultato protetto da eventuali analoghe pretese provenienti «da tutte le parti della Provincia». Il ruolo dei De Stefano all'interno della società era talmente forte e radicato che «nel momento in cui mi sono, mi sono ... mi sono cominciato a ribellare, mi hanno licenziato ed hanno fatto in modo di far venire un'altra società»: «Mi fecero fuori perché i Comuni non avevano più soldi e quindi io non pagavo» e per recuperare la situazione occorreva che «l'azienda deve fare l'azienda». In sostanza, «hanno preso una ditta, in odore di mafia, gli hanno fatto fare l'istanza di fallimento ed il Tribunale gli hanno detto bravi, fallisci per 13.000,00 (tredicimila) euro. Ci hanno fatto fallire ed hanno fatto il gioco dei De Stefano, e sono andato fuori io. In questo caso proprio la regia diretta è dei De Stefano, è stato... hanno fatto una cosa artistica. Dice "Aiello fuori dalle palle che già ci hai rotto le scatole parecchi anni", hanno trovato il modo più elegante per fare questa...», con la omissiva complicità del «Presidente Logoteta» il quale «sapeva tutto e se ne fotteva», «sapeva che pagavamo» ma «gli interessava solo che avesse il suo ... il suo mensile ed i suoi voti, non si è mai interessato» di altro.

"Alla politica, poi, Aiello addebitava anche il negativo esito della «gara» che determinò il trasferimento delle competenze alla Leonia SpA. La gara, infatti, fu «condizionata» dalla «Fallara (Orsola, la dirigente del Comune morta suicida ndr ) che era presidente di commissione» e da Scopelliti che «aveva più piacere avere rapporti con la Leonia che ... andava più d'accordo con Mannucchi ( Angelo Mannucchi ex amminnistratore delegato della "Leonia" assolto in primo grado dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa ndr) insomma che con me». In più, Aiello non si sarebbe prestato ad un«accordo con De Caria ( Bruno De Caria, ex direttore operativo della Leonia arrestato e attualmente sotto processo ndr) » propostogli da Paolo Caponera che «venne da me dice "se vuoi parlo con De Caria che era il direttore della cosa... Metti le carte... le carte... le carte, fa quello che gli dici tu, sbaglia da progetto e vincete la gara». Infatti, da un punto di vista tecnico, nonostante «il progetto ha preso il massimo del punteggio, però poi hanno affidato a loro che hanno avuto un punto percentuale in più perché hanno dichiarato che fanno il servizio di raccolta dell'organico per tutta Reggio Calabria, cosa che non è stata. E, la Commissione non era validata perché non c'era un tecnico, erano tutti, tutti commercialisti. Mi feci carico di dire al mio Consiglio di Amministrazione "vedete che possiamo fare ricorso"».

Sempre in merito a ciò, Aiello riferiva che in un primo momento «la Leonia era stata esclusa perché non aveva delle referenze e poi è stata riammessa, già questa è ... che se io faccio raccolta di differenziata devo avere il requisito di avere fatto raccolta differenziata, non di avere lavato i bagni pubblici. Infatti, il dirigente Pavone li aveva esclusi dopo qualche giorno li hanno reintegrati. Allora io non sono nato ieri e sono un tecnico con questa riammissione avevo capito insomma che c'era qualcosa che non andava». Tali evidenze furono riferite da Aiello al «Consiglio d'amministrazione, al Presidente Logoteta e all'amministratore, che allora non ricordo chi era, "signori qua c'è un vizio che la Commissione, il decreto 163 sugli appalti pubblici dice che la Commissione deve essere composta da due terzi tecnici, e lì non c'è ne nemmeno uno, fategli ricorso che lo vinciamo", e non hanno voluto fare ricorso». L'acquiescenza allo stato di situazione determinatosi va imputata a «Logoteta», che «in una società mista a maggioranza pubblica, il Presidente è espressione del pubblico» e dunque all'ambito politico che, invero, nutriva maggior interesse verso la Leonia Spa poiché essa «prendeva tutta la provincia di Reggio Calabria ... doveva essere quello il progetto. E tutti quanti, tutti quanti, Sindaco di Reggio Calabria, Presidente della Provincia, Presidenti di Circoscrizioni, tutti era un fine comune che la Leonia prendesse tutto il ... la raccolta di rifiuti».

Ma è nei rapporti fra la Fata Morgana spa e la Echoterm spa che Aiello dà il meglio di sé.

"La Echoterm SpA- scrive il gip- ha beneficato a più riprese delle condotte omissive imputate all'amministrazione comunale. Questa società, infatti, già incaricata di gestire l'emergenza rifiuti sul finire degli anni '90 dello scorso secolo è poi risultata aggiudicataria della gara d'appalto relativa alla Leonia Spa e, con riferimento a tale ultima operazione, ha beneficiato delle condotte omissive sia quando la ECOCAMPANIA Srl le aveva ceduto la propria quota di partecipazione alla CALABRIA AGENDA AMBIENTALE Srl, circostanza che avrebbe imposto «l'avvio di procedure ad evidenza pubblica, come richiesto dalla normativa di settore sia nella circostanza espressamente richiamata dal collaboratore. La preferenza accordata alla Leonia Spa- ma in realtà alla Echoterm Spa- trova spiegazione nella precisa volontà del comparto politico determinatosi tanto a seguito delle elezioni del 2002 che del 2007, sotto l'egida di Paolo Romeo.

Ed ecco che iniziano saltare i primi nomi dei politici reggini, attualmente estranei penalmente parlando, ma che nell'ordinanza riempiono diverse pagine

"16 ottobre Amedeo Canale ( ex assessore della giunta Scopelliti ndr) - sempre in merito alla questione delle «esternalizzazioni» - riferiva che «stanno facendo tutto di nascosto...oggi mi ha chiamato Barreca dicendomi che gli hanno detto di fare alcune cose, mi ha detto: "Amedeo io... però io non... arrivo fino ad un certo punto poi il culo me lo guardo... gli ho detto che preferisco ritardare di una settimana piuttosto che fare cose...». Su «questa dell'immondizia», poi, riferiva che «Scopelliti sta spingendo su una che ha un piano assolutamente pessimo ai confini della linearità, mentre altri gli hanno presentato dei piani seri». Aiello, dal canto suo, nel rimarcare le responsabilità della politica sulla gara che aveva consentito nuovamente alla Echoterm Spadi aggiudicarsi l'appalto in danno della Fata Morgana Spa riferiva che «Naccari (Demetrio ex sindaco fante funzioni ed ex assessore regionale, ndr) aveva la Ecotherm», la «Ecotherm» è una «società di Naccari» e quest'ultimo andava a «connubio con Caridi (Antonio ndr) e Scopelliti» nonostante «uno è a destra ed uno a sinistra», tant'è che Scopelliti «andava meglio con la Leonia», «andava più d'accordo con Mannucchi».

"La vicenda appena analizzata, conclude il gip- più delle altre offre una ricostruzione plastica del rapporto esistente tra la 'ndrangheta e la politica comunale, con la seconda totalmente asservita alla prima, di cui era espressione soggettiva. Singolare, poi, è l'assoluto predominio della cosca De Stefano in un periodo in cui De Stefano Giuseppe, forte della carica di «Crimine» aveva imposto anche le direttive che la politica comunale avrebbe dovuto seguire.

C'è un monito però del gip alla Dda reggina: " La posizione di Scopelliti debba essere approfondita in quanto non si può certo trascurare di considerare che di questi meccanismi, per quanto potesse essere sottoposto ai tre coindagati, egli era partecipe. I suoi legami con Fiume (Antonino ndr), le parole di Aiello sulla Fata Morgana, infatti, sembrano deporre in tal senso.