‘Ndrangheta, tangenti e la visita in casa Pelle: le accuse al senatore Caridi

caridicasapelle 500di Claudio Cordova - Le carte d'indagine dell'inchiesta "Mamma Santissima" permettono di dare una dimensione temporale ai rapporti tra il senatore Antonio Caridi, per il quale la Dda ha chiesto l'arresto, e Francesco Chirico – quindi la cosca De Stefano– ed anche i Tegano: essi coprono un periodo che va dalla prima candidatura di Caridialle elezioni comunali di Reggio Calabria del 1997 almeno sino alle Elezioni Regionali del 2010. Il senatore di Forza Italia sarebbe stato un candidato di riferimento della parte segreta della 'ndrangheta, rappresentata da Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, che avrebbero puntato su di lui già da diversi lustri. Sul conto di Caridi, vi sono plurime dichiarazioni di collaboratori di giustizia, che lo indicano come un soggetto intraneo alle cosche De Stefano-Tegano.

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A cominciare da Roberto Moio, nipote dei Tegano, che nell'interrogatorio del 20 ottobre 2010 menziona Caridi, conosciuto personalmente dal collaboratore, il quale veniva segnalato quale "affiliato alla cosca De Stefano":

PM1

Ora, per tornare a BARILLÀ. BARILLÀ sostanzialmente a noi risulta essere un sindacalista che percepisce a sua volta una tangente mensile.

MOIO Roberto

Si, questo onestamente ...

PM1

E' così? Lei questo lo sapeva?

MOIO Roberto

No. Non lo sapevo. Sapevo che ... gli interessavano posti di lavoro, che lui praticamente ha sempre fatto in questo modo, no? Un posto di lavoro, due posti di lavoro ... infatti, tempo fa avevano licenziato ... che importa pure ... un licenziamento mentre lui era a Roma, avevano licenziato una persona che a lui ... che interessava a CARIDI, il politico ... che lui fa parte della ...

PM1

Caridi il politico comunale?

MOIO Roberto

Si. ANTONIO CARIDI, che io conosco.

PM1

Si. Adesso forse è regionale, eh?

MOIO Roberto

Regionale, eh? Affiliato alla cosca DE STEFANO pure, eh?

PM1

Ah! Bene

...omissis...

PM1

Quindi proprio affiliato Caridi è?

MOIO Roberto

Si, si, si. Si. Un suo ...

Nino Barillà veniva inoltre indicato quale compare di Franco Chirico, quest'ultimo zio di Peppe De Stefano, sposato con la sorella di Paolo De Stefano. Nel narrato del collaboratore, viene specificato che Antonio Caridi aveva caldeggiato presso Barillà l'assunzione di una persona alla ditta "New Labor", impegnata nella pulizia dei treni presso la stazione ferroviaria di Reggio Calabria. Questa persona veniva successivamente licenziata ed indicata in tale Giriolo o Ciriolo

.

MOIO Roberto

Il primo eletto, il primo eletto. Comunque era un favore che gli doveva, fare lui, essendo che NINO BARILLA' è il compare di ... ripetiamo di nuovo, di FRANCO CHIRICO, zio di PEPPE DE STEFANO, sposato con la sorella di PAOLO DE STEFANO. Gli doveva assumere un parente a lui ... e si è un pochettino incavolato. No, dice ... io l'ho licenziato a questo ragazzo perché ... praticamente era sul libro paga, lui praticamente ... un certo ... ha un nome strano comunque ... lo conosco comunque questo ragazzo ... comunque gli ho detto io ... tramite, a Roma, tramite il fatto di mio figlio ... l'assunzione di mio figlio, come si dice? Giustamente va ... che io, che lui voleva che

io lo portavo a lavorare, di verità, perché lui, il ragazzo voleva lavorare. Lo portavo al Pendolino, in qualche posto insomma un pochettino che non lavorasse molto, però per lavorare. E ANTONIO DIMO telefono subito e licenzia questa persona qui. Appena io rientro da Roma, ero salito per questo fatto qui, e poi ... Niente, NINO BARILLÀ chiedeva posti di lavoro, queste cose e non so. Io onestamente il fatto dei soldi ... non ne so, però nel licenziamento si è molto incavolato, ora gliela faccio vedere io, ANTONIO ... comunque è iniziato a parlare un pochettino sconcio, nei confronti di ANTONIO. Perché aveva licenziato quello, ora dice, non è che ha licenziato questo perché il favore gliel'aveva chiesto ... questo ANTONIO CARIDI, amico al BARILLÀ, ad assumere ... a mettere sul libro paga anche questo personaggio, questo ragazzo che ... GIRIOLO, GIRIOLO. Un certo GIRIOLO, un tale GIRIOLO. Il nome non lo ricordo. CIRIOLO, GIRIOLO, una cosa del genere.

In un successivo interrogatorio, Moio ribadisce che il politico reggino Antonio Caridi, era stato da sempre affiliato alla cosca De Stefano, che lo aveva sostenuto in ogni competizione elettorale, sin dalla prima volta che si è candidato; che era sempre stato appoggiato elettoralmente dalla cosca De Stefano per via del rapporto che intercorre tra Antonio Stefano Caridi e Francesco Chirico. Moio specifica inoltre di conoscere direttamente Antonio Stefano Caridi del quale sapeva la professione in campo medico. Precisava che il politico aveva uno studio in Piazza Carmine.

MOIO Roberto

Si, èstato ... si, si, si ... si, mi sembra ... assessore. Non lo so ... comunque ... io l'ho conosciuto direttamente, che lui è medico ... medico otorinolaringoiatra ...

PMI

Otorino?

MOIO Roberto

Otorino, c'ha uno studio lì, a Piazza Carmine. Lui è affiliato, si può dire che è proprio intimo assai, con i DE STEFANO.

PMI:

Cioè, che vuol dire affiliato con i De Stefano?

MOIO Roberto

Lui ha una amicizia particolare con i De Stefano.

PMI:

Cioè, affiliato con i De Stefano significa che fa parte della cosca De Stefano

MOIO Roberto

Si, cioè ... riguardo a voti, voti elettorali, se la sono sempre vista ... sempre loro. Sempre i DE STEFANO. E' molto amico di FRANCO CHIRICO, insomma ...

PMI:

Quindi lei dice che Antonio Caridi, politico reggino, è legato ai De Stefano, i quali lo hanno sempre appoggiato a livello ...

MOIO Roberto

Sempre appoggiato. A livello personale, elettorale ... è stato sempre ...

PM2

Questo come lo sa? E da quanto tempo succede?

MOIO Roberto

Da sempre. Da

Anche la cosca Tegano aveva sempre appoggiato da un punto di vista elettorale Antonio Stefano Caridi in quanto, in occasione delle competizioni elettorali, i voti glieli raccoglievano anche loro. Ancora Moio:

omissis ...

PM1

Ecco. Da chi è stato appoggiato?

MOIO Roberto

Dai DE STEFANO.

PM1

Dalla famiglia De Stefano. Come lo sa?

MOIO Roberto

E allora ... lui praticamente, nell'ambito politico c'è stata sempre una ... hanno avuto sempre una amicizia ... con FRANCO CHIRICO. Cioè ... col CLAN DE STEFANO. Se lei ... se ... penso che gli inquirenti pure, la polizia, carabinieri, lo sanno pure ... nel suo studio ... penso che sa ... lo sanno, no?

PM1

Nel suo studio medico?

MOIO Roberto

Studio medico in via Piazza Carmine, si vedevano sempre ... gente, insomma ... tipo i Cotugno.

PM1

Chi?

MOIO Roberto

Tale COTUGNO, GUIDO COTUGNO ... quello massiccio però, eh? Il figlio della buonanima di LUCIANO, và ...

PM1

Quindi che vuole dire? Che il suo studio medico è frequentato da ... esponenti ...

MOIO Roberto

Si, da personaggi! Si, da ... FRANCO CHIRICO, andavano ... ai tempi ... andavano un po' tutti, no? PAOLO CAPONERA, ora PAOLO DE STEFANO ... DE MEO oppure GIANFRANCO GIUNTA l'avvocato ... era avvocato. Insomma sempre, sempre ... assiduo, era un frequentamento assiduo ... lo sapevamo questo, và ... infatti durante i periodi elettorali a noi non ci venivano ... cioè sapevano ... non ci chiedevano neppure un appoggio a noi altri perché sapevano che ... c'era ...

PM1

Chi non vi chiede mai l'appoggio?

MOIO Roberto

Loro ... i DE STEFANO, non chiedevano un appoggio a noi, perché sapevano ... oppure noi a loro ...

PM1

Che sapevano?

MOIO Roberto

Sapevano praticamente che i voti dovevano andare a lui insomma, và. Glieli raccoglievamo noi.

Come riferiranno altri collaboratori, un metodo infallibile del modo di fare politica di Caridi è sempre stato quello delle assunzioni nelle società miste:

MOIO Roberto

Nello studio, si. Che aspettavano ... perché si diceva, si diceva ... tutt'oggi, che i posti sia alla LEONIA e sia alla MULTISERVIZI, lui potrebbe fare qualcosa. Infatti io ebbi bisogno di un posto alla LEONIA, c'era un mio parente, di parte mia, di Reggio ...

Un dato che viene confermato, nel 2011, da un altro collaboratore di giustizia, Consolato Villani, membro di spicco del clan Lo Giudice. Nel corso dell'interrogatorio il collaboratore ha riferito: che Totò Caridi era legato al "versante destefaniano" oltre che vicino alle cosche Libri, Borghetto, Zindato, Nucera e Caridi operanti in Reggio Calabria; che le assunzioni alla LEONIA s.p.a. ed alla MULTISERVIZI s. p. a. ad opera di Caridi, nel corso dei mandati in qualità di assessore comunale all'ambiente, avvenivano in cambio di voti ed avevano riguardato per la quasi totalità soggetti legati alle cosche di 'ndrangheta operanti nella città Reggio Calabria; di essere a conoscenza che Antonio Stefano Caridi aveva favorito l'assunzione di Giovanni Costantino, indicato quale appartenente alla cosca Lo Giudice, presso la LEONIA spa; che il sistema delle assunzioni era gestito anche dal politico Battaglia e da esponenti della cosca Fontana;

VILLANI Consolato

Si, l'ex Assessore Comunale! Quando ... ha gestito penso più della metà delle assunzioni di vari personaggi, di varie persone, della LEONIA. Allora ... CARIDI faceva assumere, con la sua capacità politica, faceva assumere persone alla LEONIA, a tempo determinato, di due o tre mesi, e poi venivano assunti per un lungo ... per due o tre anni, e poi veniva rinnovato il contratto. Poi faceva assumere gente, personale, alla MULTISERVIZI, che era

dei LIBRI ... e lui era fiancheggiatore vicino ai LIBRI, e lo è stato sempre ... vicino ai CARIDI, vicino a San Giorgio! Poi faceva ... diciamo, gestiva le assunzioni, ai ... diciamo, come ho detto prima, alla LEONIA. Altre assunzioni le gestivano i figli di FONTANA! E GIOVANNI FONTANA è persona conoscenza, personalmente ... se, una persona che valeva, a livello criminale ed era della corrente criminale uguale, sua ...

PM

Ma l'ex assessore CARIDI, agiva diciamo, come soggetto politico?

VILLANI Consolato

Si!

PM

Ma in cambio di che cosa, queste assunzioni?

VILLANI Consolato

Ma in cambio dei voti, dei favori! Dei voti, dei favori!

PM

Quindi lui negoziava praticamente le assunzioni, nei confronti di voti?

VILLANI Consolato

Si. Ma è normale! Dei voti e dei favori!

Passa un anno e nel 2012 tocca al giovane collaboratore del clan Serraino, Marco Marino, riferire sul conto di Caridi, affermando di essere a conoscenza di un danneggiamento, mediante colpi d'arma da fuoco, avvenuto a Gallina (RC) prima delle elezioni comunali del 2007 del portone dell'abitazione dell'assessore Caridi; di avere saputo di tale evento da un ragazzo con i capelli biondi di San Sperato di nome Nicola, amico di Salvatore Tomasello, e legato alla cosca Serraino che aveva in uso una VW Golf di colore scuro ed una Jeep; il soggetto a nome Nicola si era recato presso l'abitazione del collaboratore; che tale Nicola aveva raccontato al collaboratore che soggetti di Archi (RC), considerati dal collaboratore appartenenti alla cosca Tegano, avevano contattato i Serraino, forse Alessandro, perché convinti che ad operare il danneggiamento all'abitazione dell'assessore fosse stato lo stesso Marino, quindi soggetto legato ai Serraino: la conoscenza circa l'appartenenza dei soggetti di Archi (RC) alla famiglia mafiosa Tegano aderivano da quanto appreso dal Marino, tra il 2006 e il 2007, quando aveva eseguito lavori di manutenzione nei locali della Polfer di Reggio Calabria, per conto di una ditta ritenuta legata alla cosca Tegano, consistenti nella manutenzione dei fancoil; in tale circostanza aveva appreso che i Tegano ed i soggetti della ditta per conto della quale aveva fatto i lavori della POLFER, indicati come Polimeni, sostenevano elettoralmente Caridi perché avevano chiesto allo stesso di supportarlo in tal senso; in tale contesto il collaboratore aveva appreso che i lavori di manutenzione alla POLFER erano stati affidati alla ditta di cui sopra per mezzo da Caridied, in relazione alle imminenti elezioni, che lui li avrebbe potuti aiutare anche perché aveva notevole influenza sulla LEONIAspa; avendo appreso che i Tegano sostenevano Caridi, concludeva che proprio questi si stavano interessando alla vicenda del danneggiamento del portone di Caridi; il collaboratore specificava che Antonio Stefano Caridi era particolarmente quotato a livello politico anche grazie alla posizione dello zio PORCINO; di avere appreso che CARIDI aveva notevole influenza sulla LEONIA spa; di avere riferito a tale Nicola di non essere collegato al danneggiamento subito da Caridi; di essere a conoscenza che i soggetti riferibili alla ditta per conto della quale aveva fatto i lavori alla POLFER erano cugini/parenti del Casile ucciso a San Sperato.

MARINO Marco

Perché ... so che questo diciamo ... i TEGANO hanno appoggiato a questo CARIDI, alle elezioni.

PM

E come lo sai.

MARINO Marco

Lo so perché io facevo dei lavori a dei ragazzi di Archi ...

PM

E dici, forza ... e quindi?

MARINO Marco

E questi diciamo, si appoggiavano a lui ... questi ...

PM

Questi ragazzi di Archi che erano legati ai Tegano?

MARINO Marco

Si. POLIMENI ... non mi ricordo come andavano ...

PM

Eh! E quindi?

MARINO Marco

Legati ai TEGANO, legati a questi di POLIMENI. Mi parlavano, questi ragazzi mi parlavano di ANTONELLO, di ... di ... che prendevano lavori, che questo gli girava lavori.

Nei rapporti, storicamente difficili, fra cosca Serraino ed i De Stefano si incastonano le dichiarazioni di Marino, relative all'episodio di un danneggiamento posto in essere, nei confronti di Caridipoco tempo prima delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale del 2007. Episodio, questo, effettivamente accaduto e denunciato da Bruno Porcino, zio di Caridi. Riguardo all'atto delittuoso, soggetti di Archi, che non è difficile individuare, sulla scorta delle dichiarazioni del collaboratore, in esponenti della cosca Tegano (o in loro emissari), si rivolsero al capo locale dei Serraino onde verificare se proprio il Marino si fosse reso protagonista di quella condotta. Che possa essersi trattato di soggetti di Archi, legati ai Tegano, è deduzione, logica, che il collaboratore esprime con la frase: "Perché ... so che questo diciamo ... i Tegano hanno appoggiato a questo Caridi, alle elezioni"

Se le dichiarazioni di Giovanni Battista Fracapane pur nella loro genericità, se non essenzialità, dicono di una certa avversione dei De Stefano per la sinistra, specie per Falcomatà senior e, pertanto, della preferenza per Peppe Scopelliti e per Totò Caridi ("ma diciamo forse sentivo sempre il nome di Caridi io Caridi diciamo ... consigliere non so" ), più rilevanti esse appaiono nel momento in cui il collaboratore riferisce che, quando era latitante, si era visto agevolare da Paolo Rosario De Stefano (già Caponera) e dal dr. Caridi, l'odierno indagato, il quale aveva procurato un medico che si recasse presso il luogo ove era nascosto per curarlo.

Ancor prima delle assunzioni in Leonia, invece, vi sono le grandi manovre su Fata Morgana, con riferimento al ciclo dei rifiuti. A svelarle è l'ex responsabile operativo, Salvatore Aiello, oggi collaboratore di giustizia. Aiello non parla, però, sono di assunzioni, ma anche di vere e proprie mazzette. In una circostanza Aiello aveva corrisposto«...personalmente a CARIDI una cosa ... come dire l'unica volta che diedi personalmente dei soldi in mano a CARIDI ... non ricordo più se erano 7000 (settemila) o 6000 (seimila), 5000 (cinquemila) euro ...» che furono consegnati al politico quando l'ufficio della FATA MORGANA «... era quello in via Filippini ... E mi dice "dammi la mano" ed in quel frangente glieli portai direttamente io». Tale episodio era avvenuto in «... un periodo pre-elettorale. Infatti erano periodi in cui c'era fermento ... Erano ... un periodo pre-elettorale ... perché CARIDI ... facevano sempre politica, una volta per la provincia ... una volta per le altre».

Il collaboratore riferisce della oppressiva azione estorsiva dei De Stefano sulla Fata Morgana, anche se – dice – è "riduttivo" parlare di semplici estorsioni. Sul punto, il collaboratore riferisce che «i DE STEFANO» come i politici «volevano anche le assunzioni. Ma se avevamo di 5 (cinque) persone non potevamo prenderne 15 (quindici)» e siccome «temevo per la mia incolumità davo precedenza ai DE STEFANO»: in tali circostanze quando «... a CARIDI dicevo che non c'è, che non posso assumere ... »accadeva che «venivo chiamato dai DE STEFANO ... e mi dicevano "vedi che Totò ti ha chiesto questa cosa perché non gliel'hai fatta?"» tanto che «... Molte volte mi hanno portato in posti dove ... dove ... dove venivo pubblicamente rimproverato da ... Da CAPONERA ... da CAPONERA Paolo ... Da Paolone ... Da Andrea GIUNCO ... Mi rimproveravano di questo mia ... di questo mio ... di questo mio poco rispetto per CARIDI. Secondo loro potevo fare di più per la politica in genere». Più in particolare, quando in qualche circostanza non aveva accolto le richieste del CARIDI«dopo due giorni venivano ... veniva CAPONERA» - identificato per «Paolone, quello che insomma quello che aveva a che fare con la politica» - dicendo «che devo trattare meglio la politica ... che devo insomma ... che devo accondiscendere ...».In ordine ai rapporti tra «CARIDI e i DE STEFANO», il collaboratore spiegava che i De Stefano «se mi portavano in posti dove c'era CARIDI che mi aspettava si vede che erano buoni»: tali interventi dei De Stefano avvenivano «... nel culmine dei problemi ... dei problemi, delle difficoltà con CARIDI ...» in particolare quando «... Lui andava in fervore per i periodi pre-elettorali e voleva le assunzioni. Ma assunzioni, parliamo di decine di assunzioni, non è che ne voleva una ...». Il ruolo dei De Stefano all'interno della società era talmente forte e radicato che «nel momento in cui mi sono, mi sono ... mi sono cominciato a ribellare, mi hanno licenziato ed hanno fatto in modo di far venire un'altra società»: «Mi fecero fuori perché i Comuni non avevano più soldi e quindi io non pagavo» e per recuperare la situazione «l'azienda deve fare l'azienda».

In sostanza, dice Aiello, «hanno preso una ditta, in odore di mafia, gli hanno fatto fare l'istanza di fallimento ed il Tribunale gli hanno detto bravi, fallisci per 13.000,00 (tredicimila) euro. Ci hanno fatto fallire ed hanno fatto il gioco dei DE STEFANO, e sono andato fuori io. In questo caso proprio la regia diretta è dei DE STEFANO, è stato ... hanno fatto una cosa artistica. Dice "AIELLO fuori dalle palle che già ci hai rotto le scatole parecchi anni", hanno trovato il modo più elegante per fare questa ...», con la omissiva complicità del «Presidente LOGOTETA» il quale «sapeva tutto e se ne fotteva», «sapeva che pagavamo» ma «gli interessava solo che avesse il suo ... il suo mensile ed i suoi voti, non si è mai interessato» di altro. Accuse gravi, quelle al presidente Mimmo Logoteta, nominato da Scopelliti. Accuse di cui si darà conto in altri articoli.

Oltre alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sul conto di Caridi, però, pesano parecchio le intercettazioni telefoniche e ambientali. Già nel 2000, con le Regionali alle porte, Peppe Pansera, genero di Giuseppe Morabito "Tiradritto", si dice che il politico Caridi avrebbe beneficiato, oltre che di quello delle cosche De Stefano, Tegano e Morabito (con riferimento a Giuseppe Morabito Tiradritto), anche dell'appoggio elettorale della cosca Iamonte operante proprio nell'area di Melito Porto Salvo come sottolineato sia da Pasquale Brancati «Toto Caridi ... se lo prendono perché ci sono i TEGANO che lo portano a lui ... eh, eh ... capisci?: capisci i TEGANO ... i TEGANO portano a lui ... omissis ... » sia dallo stesso Giuseppe Pansera «ma che quagliano ... inc ... Tureddu con questo qua possiamo parlare che questo è un amico mio ... Tureddu se ti vuoi giocare la scommessa che questa candidatura CARIDI a Melito prende 400 dai 350 ai 500 voti ... te la vuoi giocare la scommessa ... dai 350 ai 500 voti e stai tranquillo che non glieli dò io vedi che li prende intanto ... quando gli mando l'imbasciata lo votano tutti gli IAMONTE ... dici ma non hanno assai voti ... votano tutti gli IAMONTE ... e chiamano a questi ragazzi ...inc... che votano la ... prima ... secondo ci sono persone tipo Vincenzeddu a te il nome ... Vincenzeddu Pennestrì quello che lavora all'ENEL tipo Vincenzo Pennestrì che porta a CARIDI hai capito? ... omissis ... ma Vincenzo mi ha giurato io voto a CARIDI ... e mi faceva ... e mi faceva il discorso dei DE STEFANO ... io sono sicuro che voto assieme a te questa volta»

Il discorso quindi si allargava sulle strategie elettorali che avrebbe messo in campo il partito CCD di Domenico Crea che avrebbe portato sicuramente all'elezione di due candidati per cui, secondo i conversanti, la scelta sarebbe ricaduta su Totò Caridi in quanto soggetto appoggiato dai Tegano, potentissima articolazione territoriale della 'ndrangheta operante in Reggio Calabria.

A tal proposito Pansera chiariva di non aver ancora incontrato nessuno ma di essere convinto, per converso, che i Tegano avrebbero mandato una ambasciata per comunicare dove sarebbero confluiti i loro voti: il destinatario dei voti è evidentemente Caridi:

BRANCATI PASQUALE

però vedi che con Pasquale Pasquale Brancati ha perso tantissime persone non ha perso solo a te Toto Caridi ... Toto Caridi nel partito due solo uno va

PANSERA GIUSEPPE

uno

BRANCATI PASQUALE

Toto Caridi

PANSERA GIUSEPPE

io penso che se lo prendono

BRANCATI PASQUALE

se lo prendono perché ci sono i TEGANO che lo portano a lui ... eh, eh ... capisci?: capisci i TEGANO ... i TEGANO portano a lui

Ma, come detto, fin dai primi anni 2000, Caridi è individuato e individuabile come un uomo di Paolo Romeo. Questi utilizzava metafore molto efficaci per indicare quale sarebbe stato il ruolo di Giuseppe Scopelliti nell'ambito dell'amministrazione comunale tanto che egli già sapeva «che deve fare per davvero il cane di mandria ...» e che aveva un ruolo di rappresentanza «deve essere il rappresentante di tutta ...» la più ampia struttura di riferimento. Romeo minacciava anche infauste conseguenze per Scopelliti laddove egli avesse inteso porsi in contrasto con le sue decisioni. Proseguendo la metafora precedentemente proposta, nel caso in cui SCOPELLITI avesse voluto occupare posizioni dominanti «... se fa il podestà ...»avrebbe creato dapprima le condizioni per la caduta della Giunta «... se no un altro anno votiamo pare che si ... incomprensibile ... quando muore un Sindaco ...»e poi quelle per la sua completa distruzione politica «... può morire anche politicamente ...». Romeo già diversi anni fa era chiaro nell'illustrazione dei meccanismi di controllo del futuro Sindaco che sarebbe avvenuto attraverso «... e cinque consiglieri che lo ribaltano ...»tant'è che, a tal fine, mirava a creare un gruppo di consiglieri comunali – da lui definiti trasversali – per attuare gli indicati propositi di governo della città «... non so se rendo l'idea ... io per quello che mi riguarda sul piano politico sarei interessato che dopo le elezioni ci fossero un gruppo di sei - sette consiglieri comunali trasversali che abbiamo una idea comune ... di quello che significa pure governare la città, un progetto di crescita della città eccetera, eccetera"

Romeo quindi passava ad illustrare al Caridi che lo sviluppo della sua carriera politica era direttamente correlato alla collocazione istituzionale che Romeo aveva in mente per lui «... oh ... ma se non dai ... eccetera, eccetera ... tu hai l'esigenza attraverso questa collocazione nella istituzione ...»2178in quanto essa avrebbe potuto determinare la trasformazione «... da soggetto che ha un grande consenso, di trasformarti in un soggetto che ha ... incomprensibile ... e capacità di governo, tu hai questa esigenza di prenderti quest'altra patente perché tu oggi hai la patente di uno che sa raccogliere voti alla grande ... ma non basta ... no, non è solo l'elettorato da tenere perché gli devi dare qualche cosa ... che ... che si crei l'identikit, l'immagine di uno che matura anche nella ... dimostrando di avere le capacità di governo ...».

La precisa collocazione istituzionale del Caridi – in quel momento si parlava dell'incarico di Vice Sindaco del Comune – era però cosa che doveva decidere Romeo che avrebbe affrontato l'argomento, nel corso della sera con Umberto Pirilli e Giuseppe Valentino e successivamente anche con Alberto Sarra: «... e siccome io sono convinto che Totò queste capacità le ha ... ti dico quando si tratta di grande aggregazione questo è un percorso possibile da prendere ... chiudiamola questa parentesi e poi ... incomprensibile ... io ne parlo stasera ... poi è capace che domani, dopodomani ci vediamo un minuto pure o la prossima settimana va bene perché non c'è fretta e ci stiamo più tranquilli andiamo pure a cena pure con lui, coinvolgiamo ad Alberto pure in questo ragionamento ...». A questo proposito Caridi sottolineava che già a 25 anni era stato consigliere e che aveva avuto ottimi risultati elettorali nelle elezioni comunali precedenti essendo il candidato che aveva raccolto il maggiore numero di consensi «... si sa che a venticinque anni ero consigliere comunale ... non è che ne ho molti comunque ... che sono stato a venticinque anni sono stato il primo degli eletti di tutto il consiglio comunale». Le affermazioni di Caridi provocavano la reazione di Valentino che, concludendo il discorso, sottolineava a Caridi, proprio in relazione alla sua riuscita elettorale, che aveva un debito nei loro confronti e che pertanto, una volta occupate posizioni rilevanti all'interno dell'amministrazione Comunale, lo poteva onorare «si ma nei tuoi confronti c'è stata una cambiale che l'hai accettata e firmata e adesso bisogna onorarla ... (i presenti ridono ndr) ... onorarla ... la cambiale l'hai firmata poi anche tu tante cose".

Trasversale, Totò Caridi. Nell'ambito di tale procedimento "Testamento", che vedeva alla sbarra il clan Libri, state infatti registrate, in concomitanza con lo spoglio delle schede delle Elezioni Regionali del 3/4 Aprile 2005 una serie di intercettazioni telefoniche dalle quali emergeva l'interessamento degli appartenenti alla cosca Caridi, ed in particolare di Nino Caridi (genero di Mico Libri), verso i risultati ottenuti dai due politici arrestati dal Ros, Sarra e Caridi: quest'ultimo candidato, nella medesima coalizione di Sarra, con la lista UDC: si poteva ricostruire, in sostanza, che entrambi i politici avevano beneficiato dell'appoggio elettorale della famiglia.

Ma sono le conversazioni nella casa del boss Giuseppe Pelle, "Gambazza" a pesare come macigni su Caridi. Gambazza illustra gli inquietanti meccanismi dell'organizzazione mafiosa che portavano a scegliere i candidati da appoggiare specificando quindi chi erano i soggetti verso i quali canalizzare, in quelle consultazioni, i consensi elettorali a disposizione dall'articolazione territoriale rappresentata da Peppe Pelle e dall'organizzazione mafiosa nel suo complesso «... dice "a chi, come dobbiamo fare?" è giusto nelle famiglie nostre ... incompr. ... allora, abbiamo i voti, i voti nostri, qua, dei miei zii che è una cosa qua a Bovalino, qualche altro amico. Qui noi, ora devo dirvi le cose sono, ci siete voi, c'è Pierino e c'è Toto Caridi, che abbiamo, siete tre candidati; un po' per uno, chi di più, chi di meno li prendete t

17 febbraio 2010, a pochi mesi dalle Regionali, Caridi reca addirittura in casa Pelle. Dopo la sua elezione, i conversanti diranno: "Abbiamo fatto un buon lavoro"

Ad introdurre il nominativo di Caridi era dapprima Antonio Talarico che informava Peppe Pelle della nomina di Caridi alla carica di assessore regionale alle attività produttive «... omissis ... l'attività produttiva viene qua a Reggio. A coso ... Caridi» e successivamente la notizia veniva ribadita da Leonardo Citraro che in maniera risoluta confermava «Caridi prende l'attività produttiva». In merito all'importanza dell'assessorato regionale alle attività produttive, Talarico riferiva ai presenti che avrebbero dovuto avvicinare il neo assessore Caridi «Questo qua dovete avvicinare» poiché il politico, in considerazione del suo incarico, li avrebbe favoriti per avere canali privilegiati con istituti di credito; l'importanza dell'assessorato alle attività produttive non si fermava al contatto con le banche ma andava ben oltre coagulando tutti gli interessi economico – imprenditoriali tipici delle cosche di mafia come sintetizzato efficacemente da Talarico «Questo lo dovete avvicinare perché questo è un ... un assessorato importante per le banche e per tutto!». Di seguitoTalaricoriprendeva il discorso relativo alla ripartizione degli assessorati della Regione Calabria facendo nuovamente riferimento a Caridia cui era stato affidato il prestigioso incarico di presiedere l'assessorato alle attività produttive e, rivolgendosi a Gambazza, dapprima gli ribadiva l'importanza di quell'ufficio e dell'assessore per gli interessi di Pelle per poi sottolineare che CARIDI era comunque un suo uomo «Alle attività produttive. Questo qua è importante per voi, CARIDI è dei vostri!». Le eloquenti parole proferite da Talarico provocavano una reazione ironica in Pelle che sorridendo – così si sente chiaramente dall'audio della conversazione - rispondeva al suo interlocutore di non conoscere CARIDI Antonio Stefano «Caridi ... omissis ... e chi lo conosce!», sottintendendo evidentemente il contrario: dello stesso tenore era la risposta di Talarico che, sapendo vero il contrario, pure sorridendo si offriva di presentare l'assessore al Gambazza «E vabbé ... incompr. ... ve lo presento ... omissis ... che vado io e l'incontro». Lo scambio di battute tra Talarico e Pelle veniva frammentato da Leonardo Citraro che confermava la rilevanza dell'incarico affidato a Caridi«Questo è il più importante ... omissis ... gli altri non sono nessuno. Nel senso che, che quello che ...»3465 sottolineando nel contempo che tra tutti gli assessori era certamente quello che rivestiva, per i loro interessi, il ruolo più importante. In particolare Pelle riferiva al suo interlocutore che per ottenere la somma di denaro, necessaria prima per la bonifica di un terreno nella disponibilità della cosca Pelle «No, là il coso si deve fare compare, la si deve fare un contributo per spianamento, emh ... si deve fare una recinzione, spianamento ...»e successivamente per l'avvio di attività imprenditoriali «... vabbè, una piantagione ... ulivi, alberi di mandorlo, pure roba di castagno ...», avrebbe richiesto l'intervento dell'assessore alle attività produttive della Regione Calabria Antonio Stefano Caridi, politico di riferimento Nel tratto a seguire Pelle riferiva a Roberto Aguì che per ottenere il finanziamento avrebbe interloquito con "Totò CARIDI" - al momento delle registrazioni assessore alle attività produttive della Regione Calabria Antonio Stefano CARIDI- «... questa è una cosa buona ... incompr. ... però questo fatto qua ... di coso ... se parliamo, dobbiamo parlare pure con Totò per il contributo ... con Totò CARIDI ...», cioè il candidato di riferimento della cosca Pelle Gambazza: «Il candidato di tuo fratello? Chi è il candidato di tuo fratello? Il candidato di tuo fratello ha preso undicimila voti! Vedete qua compare ... incompr. ... ha lavorato, come vedete a Bruno in questi giorni, si dice "vedete che abbiamo fatto un bel lavoro a cò ... a Totò, ad Antonio"». I tratti di intercettazione sopra illustrati permettevano di comprendere che: da un lato Gambazza aveva dirottato sul politico una fetta dei voti mafiosi a disposizione propria e dell'organizzazione e dall'altra il Caridi si era impegnato a strumentalizzare a favore della organizzazione mafiosa – di cui fa parte e di cui la cosca Pelle Gambazza era importantissima espressione - le prerogative connesse alla funzione pubblica che avrebbe esercitato ed a rendere una serie di favori.

È evidente che - già nel periodo immediatamente successivo alle elezioni – si stavano verificando gli effetti della strumentalizzazione della funzione pubblica di Caridi. Infatti l'Assessore Regionale alle Attività Produttive – indicato come il più importante per gli aspetti economici che trattava «Questo lo dovete avvicinare perché questo è un ... un assessorato importante per le banche e per tutto! ... omissis ... l'attività produttiva viene qua a Reggio. A coso ... CARIDI ... Questo qua dovete avvicinare ...»3491 - era individuato dal PELLE come colui che avrebbe dovuto garantire l'assegnazione di contributi pubblici in proprio favore. A Pelle interessava quindi quel fiume di soldi che era dietro i contributi erogati dalla Regione e/o per il tramite di essa, apparendo le indicate eventuali attività da insediare nei terreni dell'AGUÌ come meramente strumentali all'ottenimento del contributo.