"Reghion": i tentativi di Cammera di eludere le indagini

cammeratelecameradi Angela Panzera - Avevano capito che le forze dell'ordine li stavano intercettando e si credevano davvero furbi. Peccato che oltre alle microspie i Carabinieri reggini avevano piazzato una bella telecamera che ha ripreso una serie di tentativi da un lato volti a depistare gli inquirenti e dall'altro a sfuggire alle investigazioni. «Uno degli ulteriori sintomi espressivi della personalità di Marcello Cammera- emerge dagli atti dell'inchiesta- sono i suoi costanti tentativi di eludere le investigazioni. A tale scopo il dirigente affidava apposito incarico al dipendente dell'Ufficio Tecnico Paolo Giustra che è il funzionario esperto per la materia elettrica, ma anche esperto di captazioni e munito di appositi strumenti a ciò dedicati. Quest'ultimo rinveniva una microspia non più funzionante, ma aveva modo di verificare anche l'esistenza degli apparecchi installati dal Roni CC, pur non palesando di averne chiaramente inteso la funzionalità In conseguenza, il Cammera all'interno del suo Ufficio selezionava le conversazioni ovvero prendeva ad assumere un linguaggio gestuale o scritto, allorchè il dialogo poteva essere compromettente". Ma andiamo con ordine. Prima di passare ai tentativi di sfuggire all'indagine, Cammera insieme ai cugini Alberto e Mario Scambia avrebbe messo in piedi una "recita a soggetto". I tre infatti, «decidevano di sfruttare la presenza delle captazione per tentare di orientare le indagini su altri soggetti, presentandosi quali vittime di abusi. Mentre, le successive modalità di comunicazione ed interlocuzione tra loro, insieme agli accertamenti illustrati nel capitolo dedicato all'appalto per la depurazione e gestione delle acque, svelavano la natura corruttiva dei patti esistenti tra di loro». L'ufficio di Cammera non era più un posto sicuro e quindi hanno pensato di sfruttare a loro vantaggio la presenza della "cimici" credendo, a loro svantaggio, che si potessero prendere in giro gli inquirenti. Un errore grossolano che gli è costato ancora più caro di quanto fino a quel momento avevano realizzato.

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«Una volta soli - scrive la Dda- i tre danno inizio alla rappresentazione teatrale. Nel corso di tale incontro Cammera legge agli Scambia una missiva della Regione Calabria che contestava la trasparenza ed il rispetto della concorrenza nel bando di gara poi aggiudicata ad Acciona-Idrorhegion. I convenuti paventando di inviare lo scritto alla Procura della Repubblica affinché svolgesse le opportune indagini, rimarcando la legittimità e la trasparenza delle operazioni compiute ipotizzano che la Regione abbia un interesse a commissariare l'appalto e gestirlo per conto proprio. Lo scopo dei tre è quello di dipingersi come la fazione onesta e di concentrare i sospetti degli inquirenti su funzionari e dirigenti della regione che volevano commissariare la gara accaparrandosela per gestirla secondo logiche clientelari e corrotte a loro funzionali. Ancora una volta si ripete lo schema dei "buoni" e dei "cattivi" (...)Alberto Scambia, ormai appieno nella parte, afferma che, ad una prima lettura del documento trasmesso dalla Regione appare come se loro avessero impedito la partecipazione di altri alla gara: "Allora questo c'è da indagare subito, la Procura, allora è successo qualcosa che questi hanno bloccato qualcuno che veniva che voleva partecipare", Mario Scambia gli fa subito eco: "C'era qualcuno e lo abbiamo cacciato!". Il siparietto- sostengono i magistrati-dei cugini Scambia continua ed Alberto Scambia conclude con una nota di folklore, egli ironicamente afferma che loro, quali 'ndranghetisti, avrebbero bloccato le ditte che volevano partecipare alla gara: "...proprio a sparire, e verificare questo, cioè una cosa impossibile hanno partecipato soli e poi invece hanno partecipato loro, hanno imbrogliato! Hanno bloccato tutti quelli che venivano" "...i ndranghetisti hanno bloccato a tutti!". La ricostruzione e la banalizzazione della vicenda operata dagli Scambia ricompone il susseguirsi degli eventi in maniera illogica e volutamente non menziona le sofisticate tecniche che hanno portato la "Acciona-Idrorhegion" ad aggiudicarsi in piena solitudine e con un ribasso irrisorio la gara d'appalto(...) Giova precisare che alcune strategie si ripetono nelle condotte poste in essere dagli indagati nel presente procedimento, ciò dimostra la presenza di una linea comune e di consolidate tecniche di depistaggio delle indagini.

La sapiente regia di Paolo Romeo ad esempio aveva suggerito a Cammera nell'ambito della vicenda del lido comunale, si rimanda al capitolo dedicato a tale episodio nella presente informativa, di fronte al rischio paventato da Giuseppe Arena di essere indagati per turbativa d'asta, di confondere le acque facendo un esposto in Procura passando quindi all'attacco: "e se c'è questo pericolo bisogna passare all'attacco in Procura" "facciamo un esposto in Procura". La strategia consiste nell'inviare una comunicazione alla Procura della Repubblica in risposta agli attacchi subiti, in maniera tale da determinare l'iscrizione di un nuovo fascicolo, affidato ad un Sostituto Procuratore della Repubblica diverso da quello che aveva ricevuto lo scritto accusatorio. Nel caso di specie, i fratelli Scambia e Cammera, consapevoli di aver posto in essere condotte corruttive per aggiudicarsi l'appalto in argomento, al fine di apparire nel pieno della "legalità" paventano esposti alla Procura della Repubblica in qualità di parte lesa dagli attacchi della Regione Calabria».

Il "siparietto" la Dda non se l'è bevuto. E il riscontro che Cammera avrebbe saputo di essere intercettato è lui stesso a fornirlo. Per parlare di determinate situazioni il dirigente sarebbe arrivato addirittura a confezionare dei "pizzini" come di solito fanno i boss mafiosi durante i colloqui in carcere o durante la latitanza. Le telecamere posizionate dai Carabinieri hanno immortalato anche questo.« Cammera nel corso della bonifica effettuata da Paolo Giustra nel suo ufficio a maggio 2014 abbia ritrovato un apparato di intercettazione audio non attivo. Da qui si ingenera in lui la convinzione di essere sottoposto ad una intercettazione solo audio e non anche video. Questa ipotesi trova riscontro pieno richiamando la conversazione video-ambientale del 9 marzo del 2015 registrata all'interno dell'ufficio tecnico tra il Marcello Cammera ed il Francesco Gironda(...) rivolgendosi a quest'ultimo metteva in scena una vera e propria pantomima con eloquenti gesti in completo disaccordo con quanto affermava ed invitando a tacere il suo interlocutore con altrettanto chiari gesti. Anche in questo caso si ripete una scena simile, forte sintomo rivelatore della natura illecita dei rapporti tra Marcello Cammera e Mario Scambia. Nello specifico mentre Cammera prende una copertina di colore arancione dalla pila di pratiche presenti sulla sua scrivania, Mario Scambia tira fuori dalla tasca della giacca un foglio di carta che consegna al dirigente il quale, vi scrive sopra qualcosa e lo restituisce. Scambia, successivamente, lo ripone nella tasca della giacca. Allo stesso modo, Cammera preleva dalla copertina un altro foglio e lo porge a Scambia il quale, dopo averlo analizzato, lo restituisce al dirigente comunale che a sua volta lo rimette nella pratica. A questo punto i due si salutano e Scambia si allontana dalla stanza. Si ribadisce che, seppur scarna di dialoghi, la vicenda è di notevole rilevanza in quanto mette ancor più in evidenza la natura illecita dei rapporti Scambia-Cammera che trovano la loro ragione d'essere nell'accaparramento del bando per la depurazione. E' lo stesso dirigente comunale a suffragare questa ipotesi perché, restando in tema di clausole che potrebbero determinare l'esclusione della gara con particolare riferimento alla presentazione del Durc da parte delle aziende Smeco e Idrorhegion sarà lo stesso Marcello Cammera a spiegare le ragioni dell'agire - pro domo sua - con gli Scambia. Ed è inquietante, constatare come le modalità di comunicazione, anche l'uso dei cosiddetti "pizzini", intercorse tra un noto imprenditore cittadino ed un dirigente comunale presentino raggelanti affinità con quelle dei massimi esponenti della criminalità organizzata. Queste stesse modalità, infatti, unitamente al tentativo di depistare gli investigatori, offrendo loro diverse tracce d'indagine, sono straordinariamente eloquenti delle spiccate qualità criminali del Cammera (e dei cugini Scambia), ma anche del suo essere avvezzo al delitto ed abile nei sistemi di dissimulazione dei reati ». Carta canta.