“Non si muove foglia che voi due non volete”

romeodestefano 500di Claudio Cordova e Angela Panzera - Una vicinanza lunga diversi lustri. Nelle carte che la Dda di Reggio Calabria ha depositato nel procedimento "Fata Morgana" vi sono alcune conversazioni ambientali che dimostrerebbero il rapporto assai stretto e datato nel tempo tra due personaggi considerati le eminenze grigie della città: gli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano. Entrambi sono attualmente detenuti: Romeo proprio nell'ambito dell'inchiesta "Fata Morgana", De Stefano in quella denominata "Sistema Reggio".

In mezzo, un altro legale, anch'egli oggi detenuto, Antonio Marra.

Le conversazioni, però, sono datate 2011, quando i tre erano liberi di scorrazzare per la città e, secondo le ricostruzioni della magistratura, di condizionarne la vita politica, economica e sociale. Due personaggi dal peso assai rilevante, come afferma lo stesso avvocato Marra, intercettato: "Ma Giorgio De Stefano appartiene alla storia di Reggio Calabria come all'avvocato Paolo Romeo". E' lo stesso avvocato Marra a delineare il rapporto tra i due: "Ha fatto la politica di Reggio Calabria ai tempi della prima Repubblica insieme a Paolo". E tutta la città non avrebbe disdegnato il rapporto con il legale, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e cugino dei fratelli De Stefano, uccisi, a esclusione di Orazio, tra prima e seconda guerra di 'ndrangheta: "Giorgio De Stefano a Reggio Calabria... sono tutti compari di Giorgio De Stefano". Marra non fa altro che tesserne le lodi: "E' un pezzo di storia di Reggio Calabria l'avvocato".

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Illuminante, per capire la caratura dei personaggi la conversazione intercettata l'11 gennaio 2011 all'interno dei circolo Posidonia, il quartier generale di Paolo Romeo. Questi, rivolgendosi ironicamente a Marra, ipotizza cosa potrebbe succedere nel caso in cui fosse stato "filmato" l'incontro del giorno precedente con l'avvocato Giorgio De Stefano, in atteggiamenti inequivocabilmente amicali. Romeo racconta, con dovizia di particolari e con memoria lucida, l'entrata nella 'ndrangheta da parte dei fratelli De Stefano Paolo e Giorgio. Ripercorrendo la storia, Romeo riferisce che i De Stefano furono i primi a fare la storia criminale. Erano di buona famiglia sia da parte di madre che di padre allorquando il capostipite ebbe un tracollo finanziario tanto che i fratelli Paolo e Giorgio, l'avvocato, erano costretti ad andare scalzi.

Parlando a giugno con Paolo Romeo, Marra riferisce appieno il suo pensiero e cioè che secondo lui la figura di Romeo, dipinta dalle forze dell'ordine e dalla magistratura come personaggio chiave delle varie consorterie criminali, è stata costruita sulla base di una particolare e marcata esposizione mediatica dello stesso sia nel campo istituzionale che politico. Marra fa un parallelo tra la figura dell'avvocato Romeo e quella dell'avvocato De Stefano che, a suo avviso, non è così "popolare" come Romeo perché, sicuramente in modo scaltro, riesce a "governare" le situazioni da dietro le quinte non esponendosi in prima persona. Emblematica l'affermazione di Marra a tal proposito quando in modo chiaro e diretto dice "....ma sempre la siete tutti e due... non si muove foglia che voi due non volete!". Ecco il Marra-pensiero, indicativo della percezione del potere che Romeo e De Stefano avrebbero rivestito nelle dinamiche cittadine: "Io una riflessione, un punto della situazione di quello che dobbiamo fare e come lo dobbiamo fare e lo farei, poi... io ti ho detto che se decidiamo che dobbiamo andare in guerra, andiamo in guerra, o no...? E comunque, per farci in santa pace un paio d'anni con questi pezzi di merda che pensano che noi tramiamo sempre contro di loro e tutte le nostre operazioni sono fatte in un qualche modo gli vengono rappresentate come fatte per danneggiare loro, per acquisire potere ... incomprensibile ... e prendergli potere, io ... incomprensibile... idea, perché a noi, ci chiariamo e li affrontiamo, abbiamo i coglioni più di loro tre mila volte... tu ridi? ... se ti incontri ...incomprensibile ... ti sei fatto tre anni di carcere, ti hanno bruciato una carriera professionale e politica, solo per sentito dire ... senza fatti, poi fai un'arringa come l'altra sera rappresentando ... come ci si può credere a quello che hai detto l'altra sera Paolo... ? Quando tu gli hai raccontato i fatti a Pasquino, dimmi, chi cazzo è che ci crede, dimmi... se tu nell'immaginario comune sei, che si capisce, un'entità che naviga al di sopra di forti poteri criminali, forti poteri politici, forti poteri giudiziari, chi, chi. ..chi cazzo ti crede quando fai un discorso di questo, spiegamelo... Nel sentire, nell'humus ... incomprensibile ... tu, anzi tu stai facendo tutto questo cinema, tu devi ve... Giorgio ottiene l'effetto contrario perché non compare da nessuna parte, quindi ... siccome sta nascosto, no? .. e quello che dirige dietro il muro tu ti giuro! Cioè, tu perché fai tutto questo cinema, lui perché non ne fa ma sempre la siete tutti e due... non si muove foglia che voi due non volete!".