Cara di Crotone: deputati Pd interrogano il ministro Alfano

"Al CARA di Crotone è messa a rischio la sicurezza degli ospiti e del personale impiegato. Una situazione divenuta insostenibile: sono palesemente violati alcuni elementari diritti umani".

E' questo quanto ha dichiarato l'on Enza Bruno Bossio prima firmataria, insieme agli on.li Ernesto Magorno e Nico Stumpo, di una interrogazione al Ministro dell'Interno Angelino Alfano sulla situazione del CARA Sant'Anna di Isola Capo Rizzuto (KR).

Il CARA di Crotone è il più grande di Italia e soffre una condizione di sovraffollamento (a fronte di 729 posti disponibili in alcuni momenti si sono toccate punte di 1700 persone per lo più ospitate in vecchi containers) in cui la precarietà delle condizioni igieniche, la promiscuità tra etnie e la mancanza di attività lavorative e culturali sono causa continua di incidenti e rivolte.

Nell'interrogazione, inoltre, si denunciano i ritardi nell'erogazione dei permessi di soggiorno che costringono gli ospiti a lunghissime permanenze nel centro, l'insufficienza del servizio di mediazione culturale e in generale del personale e, infine, la vicenda del pocket money di 2,50 euro al giorno, il più basso d'Italia ed illecitamente erogato sotto forma di due pacchetti di sigarette da 10 a settimana.

"Ho avuto modo nei mesi scorsi – ha dichiarato Enza Bruno Bossio – di visitare con il collega Nico Stumpo e una delegazione del PD della Calabria il CARA di Crotone e rendermi conto di persona della realtà in cui versa il centro."

"Nell'interrogazione abbiamo chiesto al Ministero degli Interni – ha proseguito Bruno Bossio – di assumere le necessarie iniziative per migliorare l'accoglienza e perché l'ente affidatario (da oltre dieci anni la Confederazione Misericordie d'Italia) applichi le norme del capitolato d'appalto sulla dotazione minima personale, sull'assistenza 24h su 24h da garantire con l'impiego di figure professionali adeguate e, più in generale, su tutti i servizi.

"Abbiamo infine chiesto – ha concluso la deputata democrat – di velocizzare le pratiche di smaltimento delle richieste di asilo e la riforma del cosiddetto pocket money che oggi, poiché erogato sotto forma di beni e servizi invece che in denaro, non garantisce né l'emancipazione degli ospiti del CARA né l'integrazione con la comunità locale."