Comitato Marrelli Hospital: "Bene visita ministro Grillo, Scura a casa"

"Apprendiamo che potrebbe presto venire in Calabriaper rendersi conto personalmente dello stato in cui versa il servizio sanitario regionale e che potrebbe approfondire la situazione, invero incresciosa, in cui versa il territorio ricadente nell'Asp di Crotone. Bene: non vediamo l'ora". Lo scrive il Comitato Marrelli Hospital in una lettera aperta al ministro della Salute Giulia Grillo.

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"La ringraziamo fin da subito - prosegue la lettera - se vorrà accompagnarsi agli Ispettori ministeriali, evocati recentemente anche in una interpellanza a lei rivolta a firma dei deputati 5 stelle calabresi. Venga e se riesce, passi pure da noi. E' ormai da tre anni che stiamo combattendo senza soluzione di continuità per spingere le Istituzioni preposte a cambiare radicalmente la gestione del sevizio sanitario calabrese. Per mandare a casa un Commissario che gestisce la Sanità con prepotenza, arroganza e senza cuore. L'anno scorso sono stati 319 i milioni che la Calabria ha dovuto trasferire, principalmente a Lombardia, Veneto e Lazio, affinché 60 mila calabresi potessero avere cure dignitose per le loro difficoltà di salute. Noi stiamo tentando disperatamente di dimostrare che è possibile rallentare questa ferita profonda, e stiamo lottando da soli, contro i mulini a vento. In che modo? Offrendo chirurgia oncologica e ortopedia pediatrica (complementari alla chirurgia prestata nel locale nosocomio), mettendo a disposizione del territorio RNM, TAC e PET di ultima generazione, impiantando due acceleratori lineari per le cure radioterapiche, affidando a professionisti di chiara fama nazionale l'utilizzo degli stessi. Ebbene, anche nel secondo anno di vita, l'anno in corso, saremo costretti a sospendere le attività per l'esaurimento del budget assegnato: il commissario ha deciso di acquistare ricoveri sufficienti solo per 7 mesi per le attività chirurgiche, nonostante si tratti di prestazioni di Alta specialità, patologie oncologiche e Drg ad elevata mobilità. Scura ha decreto attività per non più di 45 giorni di prestazioni per l'erogazione di Tac e Risonanze, 30 giorni per i cosiddetti APA/PAC. Recentemente il responsabile del CUP crotonese, comunicando con soddisfazione i nuovi dati sulle liste di attesa, ha affermato che per TAC e Risonanze i giorni d'attesa erano passati da 220 a 40! Si era dimenticato di aggiungere però che la drastica riduzione era dovuta alle circa 6000 TAC e Risonanze effettuate dalla nostra clinica; di cui appena 800 coperte dal budget assegnato e le altre prestazioni ignorate da tutti. Non siamo volontari né crocerossine; se avessimo saputo per tempo del budget riconosciuto per la diagnostica, avremmo sospeso il servizio a febbraio. Solo il 22 giugno ci è stata comunicata la cifra per l'intero 2018. Questo territorio avrebbe bisogno di una terza chirurgia, e di altre TAC e Risonanze, e magari di un terzo acceleratore lineare, per dare risposte ai malati. I numeri sono impressionanti: 700 sono solo i pazienti oncologici crotonesi che hanno bisogno di cure radioterapiche ogni anno. Quando va bene vanno a Catanzaro, in molti si spostano fuori regione. Si chieda, signor Ministro, perché in Lombardia devono funzionare 75 acceleratori mentre inCalabria al momento ce ne sono solo 5, e non sempre perfettamente funzionanti. Eppure Scura nulla muove affinché le nostre macchine possano ottenere l'accreditamento e rientrino appieno nel sistema di erogazione di prestazioni pubbliche. Si chieda come mai 6 calabresi su 10 vanno ad operarsi di artroscopia fuori regione mentre Scura blocca l'erogazione di queste prestazioni al Marrelli Hospital. Si chieda perché, in un territorio come il nostro, dove occorrerebbero 11 mila prestazioni di diagnostica pesante, aggiuntive a quelle effettuate dalle strutture pubbliche, Scura 'concede' appena 800 prestazioni in convenzione eseguibili al Marrelli Hospital. Non ci metterà molto a capire perché le cose non funzionano e soprattutto chi sono i responsabili. Ci piace pensare che il pragmatismo pentastellato sia arrivato al potere nel momento giusto; e che parlare ancora di sanità pubblica e sanità privata è solo per pochi sparuti 'figli dei fiori'. Lo spieghi lei che se la sanità fosse prestata solo dal pubblico, bisognerebbe smantellare completamente il sistema sanitario della Lombardia, fiore all'occhiello dei servizi sanitari regionali italiani". "Noi l'aspettiamo - conclude la lettera del Comitato - come siamo certi la aspettano i chirurghi dell'Ospedale San Giovanni di Dio. Forse qualcuno la applaudirà più forte, ma essendo un medico, siamo certi che userà il fonendoscopio prima di dire quale cuore batte realmente più forte".