Maxi arsenale nel Crotonese, i carabinieri: “Segnale di allarme”

carabinieri210416"La scoperta di queste armi è un segnale di allarme, anche se ogni ipotesi è possibile e noi stiamo lavorando per capire a cosa servivano e per conto di chi erano state nascoste". A dirlo è stato il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, col. Salvatore Gagliano, parlando con i giornalisti del ritrovamento di un arsenale riconducibile, per gli investigatori, alle cosche di Cutro. Le armi - un Kalashnikov, 4 fucili, 7 pistole e oltre 500 cartucce - erano in casa di un insospettabile imbianchino, Leonardo Procopio, di 41 anni, incensurato, che le custodiva nella propria casa in località Steccato di Cutro.

Sulla cui figura e sulle cui frequentazioni sono ora concentrate le indagini dei Carabinieri proprio per capire per conto di chi pistole e fucili erano custoditi. Il segnale di allarme del quale ha parlato dal colonnello Gagliano lascia trapelare la preoccupazione per una eventuale riacutizzarsi dello scontro fra cosche avverse in un territorio, come quello di Cutro, nel quale predomina il potente clan retto dal boss Nicolino Grande Aracri che tuttavia e' stato recentemente decimato dalle maxi operazioni antimafia 'Aemilia' e 'Kiterion'. Circostanza che, secondo gli inquirenti, ha aperto "un vuoto di potere" e per questo "l'equilibrio tra le cosche è solo apparente" come ha spiegato il comandante della Compagnia carabinieri di Crotone, capitano Claudio Martino. L'ipotesi più probabile, insomma, è che i clan cutresi usciti perdenti dalla guerra con la cosca Grande Aracri che negli anni passati ha insanguinato il territorio, intenda approfittare del vuoto di potere per riprendere il controllo di quell'area. E le armi sequestrate dai militari fanno presagire uno scontro cruento: un Ak-47 kalashnikov, due fucili calibro 12 e 30, sette pistole calibro 98 (tre Beretta, due Glock, una Ruger e una Sig Sauer), oltre cinquecento cartucce di vario calibro, due mirini laser.