Capretto morto sull'auto di don Ennio Stamile, referente di Libera

donstamile41Atto intimidatorio, la notte scorsa, ai danni di don Ennio Stamile, parroco e referente di "Libera" in Calabria. Qualcuno ha lasciato sulla sua auto un capretto morto, in un sacco della spazzatura. Il fatto, come confermato al'AGI da don Ennio, e' avvenuto a Cetraro, nel Cosentino, dove don Stamile e' stato parroco, poco prima di mezzanotte. Il religioso era a cena con un gruppo di scout. Nel 2002 il prete aveva gia' subito un'intimidazione quando qualcuno gli aveva fatto trovare una testa mozzata di maiale con uno straccio in bocca davanti casa. A Cetraro opera il clan Muto, una potente cosca di 'ndrangheta che spadroneggia su tutta l'area tirrenica Cosentino. Sull'episodio indagano i carabinieri. Informati del fatto, per esprimere vicinanza al parroco, sono arrivati il sindaco di Cetraro, Angelo Aita, e il consigliere regionale Giuseppe Aieta. Il sindaco ha subito allertato i carabinieri, che hanno esaminato la carcassa dell'animale e hanno effettuato i rilievi necessari alle indagini.

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Il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, appena appresa la notizia del grave atto intimidatorio subito la notte scorsa dal coordinatore regionale di Libera, don Ennio Stamile, a cui è stato fatto ritrovare un capretto morto in una busta della spazzatura appeso alla sua auto mentre stava cenando in un ristorante della zona con alcuni capi scout, ha immediatamente contattato telefonicamente il sacerdote per esprimergli la propria incondizionata solidarietà e vicinanza e quella della Giunta regionale.
"Mi auguro -ha detto Oliverio- che i responsabili di questo ennesimo, vile atto intimidatorio siano al più presto individuati e consegnati all'autorità giudiziaria. Il lavoro di responsabilizzazione e sensibilizzazione che don Ennio e Libera stanno svolgendo a Cetraro, sul Tirreno cosentino e in tutta la Calabria è importante e prezioso. Nei prossimi giorni incontrerò don Ennio per concordare, insieme a lui, iniziative e azioni a sostegno della sua opera e di quanti sono al suo fianco e collaborano con lui. Le popolazioni di Cetraro e dell'intero comprensorio non possono essere lasciate da sole a combattere un nemico subdolo che, attraverso azioni violente e criminali, vorrebbe far ripiombare queste comunità nella paura e nel terrore".
"Sono certo -ha concluso Oliverio- che don Ennio non si lascerà intimorire e che lo Stato e le istituzioni democratiche faranno quadrato intorno a lui e all'intera comunità cetrarese. In tal senso colgo l'occasione per ringraziare quanti, cittadini e istituzioni, si prodigano quotidianamente e con coraggio a Cetraro, nell'Alto Tirreno cosentino e in Calabria, per combattere e debellare la malapianta della criminalità organizzata e per affermare percorsi di legalità e democrazia".