Crisi al Comune di Cosenza, Tallini: "Il Pd e Renzi considerano la Calabria terra del do ut des"

"La vicenda Cosenza, che vede il sindaco sfiduciato a pochi mesi dal voto, non riguarda solo la Calabria ed è più preoccupante di un complotto tra i soliti noti, perché pone all'opinione pubblica nazionale interrogativi gravi sui rischi che la democrazia ed il sistema politico corrono, se non si blocca in tempo l'idea che la politica non debba più articolarsi intorno ad un progetto del futuro che vogliamo ma che possa, al contrario, andare avanti aggregando di tutto e di più per fare massa critica e occupare le istituzioni". E' quanto sostiene il consigliere regionale del Gruppo misto (coordinatore di Forza Italia in provincia di Catanzaro) Mimmo Tallini, secondo il quale "Trovo fuorvianti le interpretazioni per cui quanto accaduto riguarderebbe le difficoltà del centrodestra. Vorrebbe dire minimizzare o chiudere gli occhi di fronte a quanto di enorme è accaduto. In realtà, in Calabria, l'ipertrasformismo nella versione brutia rischia di distruggere ogni dialettica democratica. E' questa la responsabilità, al netto di tutte le altre sconcezze, che si sono assunti gli esecutori ed i mandanti dell'indecorosa pagina che si è consumata ai danni di un sindaco popolare come Mario Occhiuto e di un'intera città. Altro che recupero della fiducia dei cittadini da parte di partiti e istituzioni. Atteggiamenti così intrisi di freddezza e cinismo che, pur di raggiungere i loro scopi, si mettono sotto i piedi l'interesse pubblico di una delle città più importanti della Calabria, contribuiscono a infangare la politica e a dare all'opinione pubblica nazionale l'idea di una regione in cui non c'è limite alla vergogna". Spiega Tallini: "Si ascoltano spiegazioni, su quanto avvenuto, che non hanno capo né coda. Cosenza non è che l'esito di una strategia, in atto dall'inizio della legislatura regionale, concertata tra il Presidente della Regione e parte dell'opposizione e avviata, come ben sa chi non ha perso la memoria, con un certificato medico utile a ritardare la prima seduta del Consiglio e gli incarichi istituzionali in violazione di ogni dialettica controllore-controllato. Quanto accaduto al Comune di Cosenza rivela che 'il re è nudo'. E che, come nella favola di Andersen, chi intendeva prendere per i fondelli la gente ora non ha più modo di farla franca. E 'il re è nudo' qui e a Roma. Perché è evidente che il Pd e Renzi considerano la Calabria una terra di frontiera che si presta, grazie ad uno sfacciato 'do ut des', a diventare laboratorio del partito della nazione nella sua versione più sconcia. A Cosenza non c'è una contrapposizione destra - sinistra e neanche uno scontro fra progettualità diverse, ma soltanto una rincorsa ad inglobare tutto ciò che è possibile, per fermare l'azione di rinnovamento di un bravo sindaco amato dalla città. Per fortuna c'è il voto libero. E non ci sono dubbi che i cittadini tra la scelta di un sindaco intelligente ed operoso e l'insieme eterogeneo di congiurati che provano a fermare l'orologio della storia, sapranno come regolarsi".