Nesci e Parentela (M5S) interrogano il governo su inabilità lavorativa Parco nazionale della Sila

«Nelle autocertificazioni rese da Michele Laudati all'ente Parco nazionale della Sila non risulta la sua inabilità permanente al servizio d'istituto e a proficuo lavoro in modo assoluto, giudizio medico-legale virgolettato in un articolo del Corriere della Sera, cui non c'è replica». Lo dichiarano i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, che per questo hanno presentato un'interrogazione parlamentare chiedendo al ministro dell'Ambiente se per Laudati non ritenga di dover provvedere alla revoca dell'incarico di direttore del Parco nazionale della Sila. Inoltre, i due deputati hanno chiesto ai ministri dell'Economia e del Lavoro di attivare le verifiche di competenza, anche in considerazione del fatto – precisano – che «Laudati, in carica dal 2006 grazie alla riconferma, ha una retribuzione di base, stando ai dati pubblicati, che raggiunge gli 80 mila euro all'anno, cui va sommata l'ignota indennità di risultato».

I due parlamentari spiegano: «Questa storia era sepolta sotto la polvere dell'oblio. Abbiamo letto il giudizio medico-legale riportato dal Corriere della Sera, che non risulta smentito da Laudati, il quale deve essere il primo a fare luce sul caso, chiarendo ai cittadini se il suo stipendio è pulito o rubato». «Nello stesso articolo, di Antonio Ricchio, si legge che dopo quel giudizio medico legale – continuano i 5 stelle – Laudati venne collocato a riposo, con diritto al trattamento di quiescenza comprensivo della indennità integrativa speciale. A questo punto – concludono Nesci e Parentela – anche il commissario/presidente, Sonia Ferrari, deve fornire pubblicamente immediate spiegazioni, avendo stipulato con Laudati il relativo contratto di diritto privato».