Le sorelle del piccolo Cocò allontanate dalla famiglia: appello dei Movimenti Diritti Civili

cococassanoDomani mattina le due sorelline del piccolo Cocò Campolongo, il bambino di tre anni ucciso insieme al nonno e a un'altra donna e trovato bruciato in un'auto a Cassano nel gennaio 2014, saranno tolte alla loro famiglia e prelevate dalle assistenti sociali nella struttura religiosa che li ospita da un anno e mezzo insieme ai tre cuginetti, e lasceranno la Calabria per una destinazione segreta, ignota ai genitori delle due bambine. Il provvedimento, di cui dà notizia Franco Corbelli del movimento Diritti Civili, è stato disposto dal Tribunale dei Minorenni di Catanzaro. Il padre dei bimbi Nicola Campolongo da pochi mesi si trova agli arresti domiciliari mentre la madre Antonia Iannicelli da alcuni mesi è di nuovo in carcere a Castrovillari, per scontare una vecchia condanna per droga. «È arrivato un giorno, di nuovo grande dolore per la famiglia del piccolo Cocò, che ho sperato e lottato non arrivasse mai. C'è ancora qualche ora per sperare nel miracolo, in un atto dei giudici non solo di giustizia giusta e umana, ma di coscienza e di pietà. Supplico i giudici del Tribunale dei Minori di Catanzaro, il cui operato doverosamente rispetto, di fermarsi, di sospendere il provvedimento, di non separare le bambine dai loro genitori e di lasciare le due sorelline dove sono o quantomeno, se ci sono ragioni di sicurezza, di non smembrare la famiglia e di consentire che insieme alle due sorelline vengano trasferiti in questa località segreta fuori dalla Calabria anche i tre cuginetti e i due zii», è la richiesta di Corbelli che da sempre è stato vicino alla famiglia di Cocò. Ricordo al Tribunale dei Minori -prosegue Corbelli - che se due anni fa i giudici competenti, che rispetto, avessero accolto gli appelli di Diritti Civili e avessero di nuovo concessi i domiciliari alla mamma di Cocò (che dopo un periodo di scarcerazione pochi giorni prima del Natale 2012 era stata riarrestata nel maggio del 2013 per aver portato Cocò e le due sorelline a vedere il loro papà, allora detenuto a Catanzaro) quel maledetto giorno del gennaio 2014 quel bambino non sarebbe stato con il nonno ma a casa con la sua mamma».