Partecipazione sociale, responsabilità e buon governo della cosa pubblica. Ecco i tre cardini del rilancio della Calabria dei territori per il Partito Democratico

La partecipazione sociale quale condizione indispensabile della vita democratica, il principio di responsabilità assunto da chi governa in nome del popolo (e dal popolo accompagnato, specialmente nelle difficoltà del suo incarico istituzionale) e amministrazione pubblica trasparente ed efficiente. Sono questi, nella visione sociale del Partito Democratico, i tre cardini del rilancio della Calabria e dei suoi territori. Quella Calabria e quei territori che il rapporto dell'Istat per il 2015 colloca senza mezzi termini nelle "aree del disagio", quindi in coda alle regioni italiane, e che tanto il Pd nazionale quanto le sue articolazioni regionali e locali si sono impegnati a risollevare, specialmente là – Castrovillari, Lamezia Terme, Vibo Valentia e San Giovanni in Fiore – dove si tengono le impegnative campagne elettorali in vista delle amministrative del 31 maggio.

Nella definizione degli irrinunciabili elementi di principio del buon governo della cosa pubblica e della difesa della democrazia partecipativa, risiede il senso della venuta a Castrovillari del vicesegretario nazionale del Pd, l'onorevole Lorenzo Guerini, nell'ambito del cammino a sostegno della candidatura alla carica di sindaco dell'avvocato Mimmo Lo Polito, sostenuta dall'intero centrosinistra attraverso le sue formazioni politiche e in forza di ben 64 candidati (inseriti in quattro liste: "Partito Democratico", "Democratici per Castrovillari", "Progressisti per Castrovillari" e "Nuovi Percorsi"), espressione di «esperienza, competenze e interesse per il bene comune».

Con Guerini e Mimmo Lo Polito, a Castrovillari, nel corso di un incontro-conferenza stampa svoltosi nella mattinata di giovedì 21 in un noto locale cittadino, erano presenti, il segretario provinciale del Pd, Luigi Guglielmelli, e il segretario regionale del partito, Ernesto Magorno. I loro interventi sono stati coordinati dal segretario del circolo Pd di Castrovillari, l'avvocato Antonello Pompilio, autore fra l'altro di una introduzione in cui sono stati evidenziati alcuni dei principali problemi della città e del territorio (in primis le carenze infrastrutturali e dei servizi e il depotenziamento progressivo dell'Ospedale pubblico). Tra i molti presenti alla manifestazione, parecchi esponenti di spicco del partito di Matteo Renzi e di Mario Oliverio, tra i quali il consigliere regionale Domenico Bevacqua ed il presidente dell'Ente Parco del Pollino Domenico Pappaterra.

Gli interventi. Dopo aver elogiato il dinamismo e l'impegno del circolo locale del Pd, Luigi Guglielmelli ha definito "esemplare" il percorso ed il comportamento del partito durante le primarie e la campagna elettorale in corso. "È stata ed è una lezione a noi stessi, – ha detto il segretario provinciale, – la dimostrazione che quando applichiamo un rigoroso metodo di partecipazione rendiamo questo partito una realtà aperta, coerente, efficace". Del resto, in tal senso, tra il 2012 e il 2014, "a Castrovillari si è vissuta un'esperienza, politicamente valida, di buona amministrazione. Un percorso che vogliamo e dobbiamo riprendere facendo leva sulle grandi capacità, e politiche e amministrative, di Mimmo Lo Polito".

Per Ernesto Magorno «l'attenzione del Pd nazionale e regionale ai territori calabresi è massima. In particolare, il ruolo e i destini di Castrovillari sono ritenuti essenziali nello scacchiere del processo di rilancio che si vuole per la Calabria nel suo complesso». La scelta di essere a Castrovillari, perciò, è persino ovvia: "Qui, infatti, si gioca una battaglia di enorme importanza sotto il profilo sia strategico che pratico". Forti del sostegno del governo Renzi al Sud e alla Calabria, tanto più importante ora, nel corso di una durissima congiuntura, per Magorno occorre «far leva sulle nostre forze e competenze, sul coraggio e sull'onestà dei nostri candidati e dei nostri elettori, sulla serietà dei nostri programmi», per "risollevare Castrovillari e gli altri territori calabresi e ridare fiducia nella politica e nel futuro a cittadini e comunità".

Lorenzo Guerini ha sottolineato la piena identità di visione e di intenti fra realtà nazionale (governo) e realtà territoriali e locali (amministrazioni e circoli del partito), all'insegna del principio secondo cui "non si governa bene, al centro come nei territori, se non si coopera, specialmente per innescare un circolo virtuoso di corretta amministrazione che consenta di utilizzare a pieno i fondi europei, cioè quelle ingenti risorse che spesso la Calabria dimostra di non saper né intercettare né far fruttare per il bene comune". Il buon governo della cosa pubblica nasce, quindi, dalla "capacità di dar vita ad una "filiera istituzionale", ossia ad una rete di istituzioni nazionali, regionali e territoriali che non è una scorciatoia per privilegi o favori fra amici ma un modo, un metodo per ragionare insieme sui problemi reali – la partecipazione sociale, il lavoro, lo sviluppo, la tutela della salute e dell'ambiente, la legalità e la trasparenza – e per trovare poi le soluzioni migliori a queste istanze". Un concetto sul quale si era già espresso Mimmo Lo Polito parlando di "una stretta interazione ed anzi cooperazione fra macro e micro-aree".

L'onorevole Guerini è poi anche intervenuto sul concetto di democrazia, ed in particolare sulle forme di partecipazione del popolo ai processi sociali, ponendo l'accento sul ruolo storico dei partiti, pur alle prese con comportamenti e metodi discutibili o addirittura illeciti, talvolta largamente diffusi (perciò "bisogna fare chiarezza e pulizia nei partiti, là dove si registrano casi del genere".), e sul pericolo che la voglia di mettere in mora i partiti tradizionali «si possa tradurre nella creazione di spazi ad hoc per il malaffare, gli interessi e le carriere personali, ogni forma di populismo e di cesarismo». Del resto il Pd ha il merito di aver adottato le primarie come metodo di scelta dei suoi rappresentanti, quelle primarie che "non sono il comodo autobus che uno crede di prendere per un avanzamento di carriera, bensì una competizione in cui si realizzano i principi fondamentali della partecipazione e della democrazia".

Tutti temi condivisi da Mimmo Lo Polito, il quale individua nella cerniera fra dimensione nazionale della politica e territori "il punto di partenza del centrosinistra, in particolar modo a Castrovillari e negli altri centri calabresi in cui si voterà il 31 maggio, sulla via della ripresa socioeconomica e del rilancio civile delle comunità di riferimento".

"Occorre, dunque, ripartire dai partiti – cioè da chi lavora per il bene comune, quotidianamente e quindi non solo in vista dei voti buoni per questa o quella campagna elettorale – e dalla cooperazione fra macro e micro-aree per attuare idee e progetti socialmente rilevanti. Per costruire, tutti insieme, un futuro non solo auspicabile ma soprattutto possibile per noi stessi e per le giovani generazioni. Un futuro che non può prescindere dalle vocazioni locali e territoriali, dal retto governo della cosa pubblica, da una sempre più ampia e profonda partecipazione dei cittadini alle scelte sociali".