Operaio morto in cantiere A3 nel cosentino, Costantino e Fazzolari (Cgil): “Grandi imprese fanno molte fortune su lavori Anas, ma non rispettano le regole”

"Il lavoro per Adrian Miholca, emigrante rumeno, è stato solo morte. Aveva solo 25 anni e pensava sicuramente di avere davanti a se ancora tanto tempo di vita nel quale avrebbe potuto realizzare i suoi sogni ma il Viadotto sull'A3 nel quale lui stava lavorando crolla e lui fa un volo di 80 metri e la tragedia è riportata dalla stampa e tutti i media. Siamo tutti sgomentati". Lo affermano Nino Costantino, Segretario regionale Filt-Cgil Calabria, e Francesco Fazzolari, Responsabile Anas Filt-Cgil Calabria, che intervengono sulla tragedia avvenuta lo scorso lunedì nel cosentino. "Oggi – proseguono i due – molte alte cariche dello stato hanno dichiarato il loro stupore, i lavori dell'A3 in questo caso restituiscono morte. È vero! non se ne può più, ma sicuramente il nostro dolore ci riporta ai tanti infortuni mortali precedenti. Giovani vite strappate soprattutto alle loro famiglie. Ci sentiamo vicinissimi alla famiglia e a quanti lo hanno amato. Adrian era a noi sconosciuto, solo il crollo del viadotto ce l'ha riportato a una conoscenza senza ritorno. I lavoratori Anas e la Filt Cgil ritengono di non far finire questo caso come una tragedia di cui sicuramente si dovranno occupare coloro che sono preposti per compiti d'istituto a loro assegnati. La magistratura farà ogni passo che riterrà utile per colpire ogni responsabile. Vogliamo – aggiungono i due sindacalisti – e lo diciamo ormai da più tempo, entrare nel merito non solo dal punto di vista della legalità, spesso molto parlata ma vogliamo assumere nuove responsabilità. I morti si onorano quando entriamo in quel tunnel nel quale non si vede ancora la luce. Le grandi imprese sui lavori Anas hanno fatto molte fortune ma per fare fortuna spesso non si rispettano le regole previste negli appalti e di conseguenza la qualità, da tutti i punti di vista, viene messa in secondo piano. I tecnici dell'Anas devono operare con grande impegno e devono esercitare il loro ruolo. Queste tragedie sul lavoro hanno sempre nomi e cognomi che spesso si scrivono sulla sabbia e un colpo di vento li cancella. Ci impegniamo per la nostra parte – concludono Costantino e Fazzolari – solo così possiamo onorare una giovane vita stroncata da chi ha poco rispetto per chi lavora".