Trasporti, il comitato pendolari Cosenza-Tirreno annuncia: “Cambio orario collegamento con Sapri primo risultato”

"Nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro presso il dopolavoro ferroviario di Paola con i rappresentanti di Trenitalia ing. Gambardella e dott.ssa Nisticò e della Regione Calabria dott. Alizzi, durante il quale ci è stato comunicato che gran parte delle nostre richieste in merito alle criticità emerse nel trasporto ferroviario sulla tratta Cosenza-Paola-Tirreno sono state accolte". Lo annuncia Monica Rocca del Comitato pendolari Cosenza-Tirreno che aggiunge: "In particolare Trenitalia ha annunciato il cambio di orario del treno Cosenza-Sapri dalle attuali 7,46 alle 7,31 per come avevamo richiesto. Sugli altri orari si sta lavorando per trovare le soluzioni tecniche più opportune. Questo primo risultato è il frutto delle iniziative di lotta che abbiamo assunto in queste settimane. In questa vicenda abbiamo avuto vicino l'opinione pubblica, i media, numerosi esponenti del sindacato dei ferrovieri e alcuni esponenti politici, a cominciare dall'on. Carlo Guccione e altri consiglieri regionali che hanno sostenuto la nostra battaglia sin dall'inizio.
Abbiamo inoltre appreso che un contributo prezioso è venuto dall'on. Enza Bruno Bossio che ha incontrato con il Sottosegretario Umberto Del Basso De Caro i vertici nazionali di Trenitalia.
Li ringraziamo tutti – sottolinea – dicendo subito che continueremo a stare con il fiato sul loro collo, perché consideriamo questo risultato importante ma non sufficiente.
Troppi e strutturali sono i problemi del trasporto pubblico locale nella nostra terra.
Troppe volte è negato il diritto alla mobilità in questa regione.
Per questo – conclude Rocca – abbiamo deciso di costituirci in Comitato permanente di pendolari per aprire una interlocuzione costante con le istituzioni e sostenere un nuovo progetto di mobilità in questa nostra terra. Noi che sul treno passiamo molte ore della nostra vita, pretendiamo un servizio efficace ed efficiente, con vetture degne di una regione d'Europa. Perché in Calabria non siamo figli di un dio minore".