Rifiuti, i cinquestelle d’Ippolito e Parentela: “No alla riapertura della discarica di Campolescio di Castrovillari”

«Se il Comune di Castrovillari, la Regione Calabria e l'Ato numero 1 non faranno marcia indietro sulla riapertura della discarica di Campolescio di Castrovillari, i loro rappresentanti e i loro responsabili amministrativi ne risponderanno ai magistrati». Lo affermano, in una nota, i deputati del Movimento 5 Stelle Giuseppe d'Ippolito e Paolo Parentela, che sul possibile ampiamento della discarica – già contestato da una moltitudine di cittadini, associazioni, comitati, ambientalisti e rappresentanti istituzionali – hanno presentato un apposito esposto alle Procure di Castrovillari e di Catanzaro, insieme a un'interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell'Ambiente, della Salute e della Giustizia. «Sembra – incalzano i deputati del Movimento 5 Stelle – che qui il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, voglia imporre, in linea con gli arbìtri sulla gestione dei rifiuti perpetrati a oltranza dal governatore Mario Oliverio, l'ennesima forzatura ad un territorio sul quale insiste un Distretto agroalimentare di qualità che dà lavoro a oltre 5mila persone, nonché un sito di riconosciuto interesse archeologico. L'intervento effettuato sulla discarica in questione – proseguono i deputati – doveva servire alla sua definitiva tombatura, ma ora la si vorrebbe utilizzare per l'inammissibile, illegittimo abbanco di altra spazzatura, così contravvenendo senza pudore alle prescrizioni del nucleo VIA-VAS-IPPC, alle conclusioni dei consulenti tecnici d'ufficio della Procura di Castrovillari nonchè alle indagini che hanno determinato un processo penale in corso a carico, tra gli altri, del direttore dei lavori già eseguiti e in cui è parte lesa l'associazione locale Solidarietà e Partecipazione, che ha il merito d'aver denunciato i fatti».

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«Inoltre, secondo i consulenti della Procura – sottolineano gli esponenti M5S – non risultano adottate le idonee cautele per l'approvvigionamento di terreno vegetale, il progetto esecutivo è variato rispetto al definitivo e mai è stato sottoposto ai rispettivi enti, mentre gli argini già realizzati non consentiranno il raccordo, per come già prescritto dal Nucleo AIA-VIA-VAS della Regione, del profilo della discarica con il piano di campagna, né tantomeno la realizzazione della profilatura finale per come stabilita». «Sarebbe un reato grave – concludono D'Ippolito e Parentela – l'eventuale alterazione dello stato dei luoghi mentre presso il Tribunale di Castrovillari si sta celebrando un processo serissimo riguardante proprio questo aspetto specifico, che al di là degli sviluppi penali la dice lunga su come in Calabria si affronta il problema della gestione dei rifiuti, in barba alla vocazione dei territori, alla salute e agli interessi dei residenti».